Lettera aperta a Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia

Mondo

di Alessandro Litta Modignani e Davide Riccardo Romano

Egregio signor Riccardo Noury portavoce di Amnesty International Italia,
assistiamo con sgomento alla recentissima campagna di Amnesty International denominata “Apartheid israeliano contro i palestinesi”.
Ci chiediamo se una persona come lei, che si dichiara impegnata nella difesa dei “diritti umani”, avalli o meno tale politica dell’odio contro lo Stato ebraico.
Non è infatti in alcun modo giustificabile l’utilizzo del termine Apartheid contro la democrazia israeliana, termine che non viene impiegato praticamente contro alcun altro Stato al mondo.

Marchiare un Paese con un termine così infamante è un gesto grave e intollerabile, visto che – contrariamente al Sudafrica, dove i diritti erano negati alla maggioranza – in Israele i cittadini arabi, che sono minoranza, hanno diritto di voto, sono presenti nella Corte Suprema, sostengono con un partito arabo l’attuale coalizione di governo.

Questa accusa risulta tanto più assurda, in quanto lo stesso termine Apartheid non viene usato per il Libano, dove ai palestinesi sono vietate per legge decine di professioni, né per le discriminazioni subite dai cristiani in Pakistan o in Egitto.

Colpisce che sempre e solo Israele non sia criticato con termini “normali”, cioè civili, come dovrebbe essere quando – come tutte le democrazie del mondo – il suo governo commette degli errori.

No, contro Israele c’è sempre quel “qualcosa in più”, cioè il pregiudizio e l’odio, che mira non a criticare legittimamente, bensì a demonizzare e mostrificare un paese i cui governi si avvicendano grazie al voto, e non con la forza delle armi come accade negli altri paesi di quell’area.

Egregio signor Noury, forse per lei la democrazia non è importante, ma i discorsi d’odio e la verità dovrebbero comunque esserlo. Abbiamo ascoltato i suoi discorsi varie volte, anche in occasione degli eventi di Gariwo, oggi le scriviamo per ricordarle che le parole d’odio portano alle più terribili conseguenze.
Per questi motivi, le chiediamo di prendere ufficialmente le distanze da questa campagna anti-israeliana di Amnesty International, e di adoperarsi affinché questa organizzazione torni a criticare Israele con parole di maggior equilibrio e rispettose della verità.

 

Alessandro Litta Modignani (Presidente dell’associazione milanese pro Israele)
Davide Riccardo Romano (già assessore alla cultura della Comunità ebraica di Milano)