OMS: si doveva parlare di Coronavirus nel mondo, ma si finisce per approvare una risoluzione contro Israele

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di Paolo Castellano

Il 26 maggio si è svolta a Ginevra l’assemblea annuale dell‘Organizzazione Mondiale della Sanità. L’edizione del 2021 doveva essere incentrata sulla risposta globale alla pandemia di Coronavirus, e invece – sorprendentemente – si è tenuto un dibattito sullo Stato di Israele, accusato da 25 delegazioni straniere, tra cui Iran, Siria, Venezuela, Turchia, Libano e Cuba, di violare i diritti alla salute dei palestinesi e della popolazione drusa sulle alture del Golan.

La seduta dell’OMS si è conclusa con l’approvazione di una risoluzione contro lo Stato ebraico. Il testo è passato con un voto di 82 contro 14, con 40 astensioni. La risoluzione è stata presentata da una delegazione palestinese e co-sponsorizzata da Cuba, Iraq, Libia, Pakistan, Qatar, Arabia Saudita, Sudan, Siria, Turchia, Venezuela e Yemen.

In base alla decisione, è stato stabilito che il prossimo anno ci sarà lo stesso dibattito e che l’assemblea dovrà preparare un nuovo rapporto sulle “condizioni di salute nei territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est, e nel Golan siriano occupato”.

Critiche da parte degli Stati Uniti che hanno votato contro la risoluzione e hanno preso la parola denunciando “la politicizzazione dell’OMS” a danno di Israele.

«Su 34 punti  sull’agenda dell’attuale assemblea mondiale della sanità, soltanto uno si è concentrato su un paese specifico, Israele», ha dichiarato su Twitter Hillel Neuer, direttore dell’Osservatorio delle Nazioni Unite.  «Non ci sono stati punti all’ordine del giorno o risoluzioni su nessun altro paese, conflitto o guerra civile o impasse politica – non sulla Siria, dove gli ospedali e altre infrastrutture mediche sono ripetutamente e deliberatamente bombardate dalle forze siriane e russe».

Neuer ha poi aggiunto che l’attacco a Israele durante l’ultima assemblea annuale OMS abbia promosso menzogne, sostenendo che lo Stato ebraico stia danneggiando i diritti alla salute dei palestinesi.

«È vero il contrario. Premesso che i palestinesi hanno un proprio sistema sanitario e, in base all’Accordo di pace di Oslo II, è l’Autorità Palestinese a essere responsabile della vaccinazione della sua popolazione, da marzo Israele ha vaccinato oltre 100mila lavoratori palestinesi e ha donato migliaia di dosi di vaccino per gli operatori sanitari palestinesi».

Come riporta UN Watch, una minoranza di paesi europei hanno votato a favore della risoluzione: Francia, Spagna, Svizzera, Belgio, Portogallo, Irlanda e Lussemburgo. Rispetto all’anno scorso Olanda e Austria hanno votato no, unendosi al gruppo dei contrari comprendente Regno Unito, Repubblica Ceca, Germania e Ungheria.