di Anna Balestrieri
Il conflitto tra Hamas e Israele ha messo le donne al centro. Vittime di violenze orribili e strumentalizzate come trofei di guerra dai terroristi di Hamas, nel mirino di una battaglia fisica e psicologica.
Condottiere di una strenua resistenza al nemico, autrici di gesti di coraggio straordinario durante e dopo gli attacchi, alla guida di tank e di aerei militari, dall’altra parte del mirino.
Gli attacchi terroristici di Hamas il 7 ottobre sono stati studiati per oggettivizzare le donne israeliane, trasformando i loro corpi in strumenti di conflitto attraverso stupri, torture, omicidi e vilipendio dei cadaveri. Una delle analogie mancate con la guerra del Kippur di cinquant’anni fa, in cui molte donne rimasero vedove ma solo poche ed in via eccezionale vennero impiegate in posizioni di combattimento, è il ruolo attivo delle israeliane nella difesa. Dai carri armati e i caccia pilotati al 100% da donne alle soldatesse che hanno combattuto coraggiosamente per ore consecutive anche in assenza di istruzione precise di comando, fino a coloro che hanno cercato, inutilmente, di avvertire i propri superiori del pericolo imminente.
Secondo l’opinione di Yehuda Segev, ex capo della divisione del personale dell’IDF e presidente del comitato per la leva femminile nell’IDF, dagli eventi del Sabato Nero del 7 ottobre si può trarre una conclusione positiva: “il modello di integrazione delle donne nelle forze dell’IDF si è dimostrato valido e la lotta per la loro integrazione è stata uno dei processi più importanti avvenuti nell’esercito”. Coloro che credevano nel modello di leva femminile nell’IDF non avevano bisogno degli eventi del 7 ottobre per dimostrare le loro affermazioni, ha sottolineato Segev, ma quanti sostenevano che le donne non avrebbero potuto sopportare il carico sono stati ampiamente smentiti.
Nel suo articolo del 5 dicembre su Il Foglio, Yasha Reibman osserva quanto sia ironico che i terroristi di Hamas, sognando ricompense in paradiso, trovino resistenza e opposizione da parte di un esercito sempre più guidato dalle donne. Le stesse che hanno cercato di annientare e disumanizzare nel loro attacco.
Il silenzio dei movimenti femministi occidentali riguardo al femminicidio del 7 ottobre si unisce alla mancata considerazione del significato di un ruolo sempre più prominente delle donne nelle forze armate e nella società israeliana, segno di una reale battaglia verso la parità di genere.
(Foto: Rob Sheridan. Fonte: Flickr)