L’indignato permanente, re delle cause “nobili” ma malato di integralismo morale

Opinioni

di Claudio Vercelli
[Storia e controstorie]  Esiste una figura pubblica, molto diffusa nell’età – a tratti asociale – dei “social”, che è quella dell’indignato permanente. Chi ha pratica di comunicazioni online, non può non averlo incontrato. Più di una volta in vita sua, in tutta probabilità. L’indignato permanente è colui che è perennemente scandalizzato da ciò che sente, da quanto vede, soprattutto dall’opinione altrui.

Io, madre ebrea e le domande dei miei figli

Opinioni

di Dalia Gubbay
“Mamy, ma perché ci sono sempre quei signori con il fucile davanti alla nostra scuola?” Sono trent’anni che accompagno i miei figli a scuola, ogni mattina. Sono in sei, dunque i conti son presto fatti. Lo faccio fino alla maturità: un rito domestico che resiste al tempo.

Trafficanti di valori, corruttori dell’etica nel nome di un “moralismo” ipocrita

Opinioni

di Claudio Vercelli
[Storia e controstorie] Non è che l’età nostra sia maggiormente deprecabile di quelle trascorse (plausibilmente, neanche di quelle a venire). Ogni epoca porta con sé successi e sventure, opportunità e vincoli, glorie e polveri come anche onori e infamie. Va da sé, tuttavia, che ognuno di noi si soffermi di più e meglio sul tempo che sta vivendo,

Disamorarsi dell’Italia? Sull’isteria italiana riguardo a Israele 

Opinioni

di Maxim D. Shrayer
Resto sveglio pensando all’Italia, all’amore e alle illusioni infrante. Persino la notizia del ritorno in Israele degli ostaggi sequestrati da Hamas non riesce a dissipare la mia tristezza. Mi scorrono davanti agli occhi alcuni dei momenti più felici della mia vita. L’arrivo a Roma, nell’estate del 1987, con i miei genitori – ex refusenik –, e il primo assaggio della libertà.

Membri delle Brigate Izz ad-Din al-Qassam, braccio armato di Hamas (20 luglio 2017)

Gaza, Hamas e Israele: quanto dura una pace firmata col fanatismo?

Opinioni

di Gastón Saidman
L’accordo limita l’attività militare di Israele e, in parte, ci ricorda gli Accordi di Oslo e il piano di ritiro unilaterale, che hanno dato mano libera a Hamas per perseguire il suo nefando obiettivo. Potremmo trovarci di nuovo in una situazione simile? Speriamo che l’Occidente resti vigile rispetto ai movimenti di Hamas, perché, anche se è stato firmato un armistizio, ciò non garantisce che non ci sveglieremo, tra qualche anno, con un’altra sorpresa.

L'assemblea Onu

Se l’ONU sta con i regimi e i dittatori, l’Occidente dovrebbe rifondare le Nazione Unite Democratiche

Opinioni

di Angelo Pezzana
[La domanda scomoda] Sono gli organismi internazionali non governativi che sfruttano la loro posizione di prestigio per etichettare Israele di “genocidio”. Non ci sono prove? Si inventano. Anzi: si cambia la definizione stessa di genocidio per adattarla al caso di Gaza. L’indice IPC (sicurezza alimentare), usato dall’ONU, cambia i parametri solo per “certificare” che a Gaza c’è “carestia”, quando invece non c’è.

Il mare e la terra: le illusioni pericolose dei distruttori

Opinioni

di Claudio Vercelli
[Storia e controstorie] Un po’ ovunque, tra le numerose manifestazioni che si susseguono in Europa e negli Stati Uniti  si urla a pieni polmoni: «From the river to the sea, Palestine will be free». Il significato è univoco: «dal fiume al mare, la Palestina sarà libera».  Saltando a piè pari, si intende, lo Stato d’Israele.

Anche l’Università di Urbino si allinea al “pensiero” Propal: una dichiarazione sconcertante che non fa onore all’Ateneo

Opinioni

di Ester Moscati
Un documento a senso unico, a partire dall’intestazione: “sulla guerra in Palestina”, come  se la guerra fosse solo a Gaza e non anche in Israele, sotto attacco dal 7 ottobre 2023, trascinato in una guerra che non ha voluto. Non una parola sul 7 ottobre, gli stupri, la mattanza di bambini, anziani, donne.  Se questa è una Università, viene proprio da dire, leggendo la dichiarazione del Senato Accademico dell’Università di Urbino Carlo Bo.