Mashie Hazan: la vita ebraica è piena di gioia

di Ester Moscati

“Non pensare troppo, inizia a fare”. Queste parole, sagge e ispirate al motto del Sinai, sono il viatico che la nonna di Mashie Hazan ha dato alla nipote, che ne ha fatto uno stile di vita. E così, a Milano da 18 anni, le cose fatte sono state tante e continuano a crescere, con uno scopo preciso: fare dell’ebraismo una realtà quotidiana per molte famiglie, a tutto tondo, in cui la gioia sia l’ingrediente irrinunciabile.
«Siamo venuti in Italia come shlichim del Rebbe quando eravamo molto giovani, io avevo 21 anni e mio marito 23; il nostro scopo era quello di lavorare sulle cose che in quel momento a Milano non c’erano e di cui si sentiva la mancanza. Così abbiamo iniziato dai giovani e dalle donne. Ho iniziato con le lezioni mensili per donne, per creare un legame tra i momenti di festa, come i capi-mese o le ricorrenze ebraiche, e le donne che dovevano portare l’ebraismo nelle loro case, con gioia e felicità, perché una donna felice crea una casa felice».
Mashie e suo marito Levi Hazan sono arrivati poco prima di Purim e quindi il primo evento è stato dedicato a Esther; shiur (lezione) sulla protagonista della Meghillà, ma anche preparazione dei mishloah manot (doni tradizionali di dolci e cibi). «Il nostro scopo è quello di portare nelle famiglie l’ebraismo attraverso la gioia e attraverso le azioni pratiche. Perché da una piccola scintilla scaturisce una luce che illumina tutta la casa. Così l’idea è di fare tutto con la massima cura possibile, con creatività e impegno. Sono convinta che l’aspetto materiale e quello spirituale siano intimamente connessi».

Usare la creatività per accogliere ogni festa in modo tale che sia, come dice Mashie con il suo accento americano, Wow! Meraviglioso! Così WOW è diventata anche la sigla dell’associazione Women of the World sotto la cui egida sono nate nel tempo diverse iniziative per coinvolgere donne single, sposate e di tutte le età.

Come il Bat Mitzvà Club, che prepara le bambine a partire dagli 11 anni alla celebrazione della maggiorità religiosa. «Una celebrazione – specifica Mashie – che non è la fine di un percorso, ma l’inizio della vita ebraica delle ragazze. Sono ormai 13 anni che facciamo attività per il Bat Mitzvà e non si tratta di parlare dell’ebraismo come una materia scolastica, ma di cominciare un viaggio a cui partecipano ragazze di tutte le scuole ebraiche e non solo».

Visto il successo di quest’iniziativa le famiglie, hanno chiesto di aprire corsi anche per la preparazione al Bar Mitzvà perché anche per i maschi ci sia l’insegnamento non solo alla lettura della Parashà della loro prima salita a Sefer, ma per conoscere le tefillot di Shabbat e iniziare a frequentare il tempio con regolarità. Fare in modo quindi che l’esperienza dell’ebraismo diventi un’esperienza di vita quotidiana.

 

Portare avanti la tradizione con gioia

In questi 18 anni (18 in ebraico significa vita, il circolo della vita) dopo le attività per i giovani e le donne si è arrivati a quelle per le famiglie. «Mettiamo la massima cura possibile, in ogni cosa. – continua Mashie – Ci vuole tempo e impegno e solo con questo impegno si può arrivare a dei risultati in ogni attività, con l’aiuto di HaShem. All’inizio sembra tutto più grande delle proprie possibilità. Quando abbiamo organizzato eventi con centinaia di persone, l’impegno sembrava assolutamente al di sopra delle nostre forze, ma unendoci tutti e mettendoci lo spirito giusto alla fine si riesce a fare quello che ci si ripromette. Una iniziativa che ha avuto tantissimo successo è stata per Purim una sfilata di donne ebree nella storia del passato. 700 donne, in un grande albergo… davvero WOW! Ogni persona che ho conosciuto in questi 18 anni aveva un proprio talento e quindi valorizzando le persone per quel ‘qualcosa’ di unico che ciascuno ha, si riesce a creare un legame meraviglioso. Sono nate grandi amicizie e anche collaborazioni professionali».


Al di là dei grandi eventi, la cosa fondamentale è studiare con costanza e continuità: «Ogni mese abbiamo lezioni per donne sul Chodesh, ogni settimana le lezioni sulla Parashat Hashavua; poi le lezioni di preghiera perché molte donne hanno desiderio di seguire la tefillà in tempio sapendo come si fa. Sempre più persone vogliono studiare; è incredibile vedere il percorso che abbiamo fatto in questi 18 anni. Si è cominciato con piccoli gruppi di donne e mio marito Rav Levi con i giovani, ogni mese uno Shabbaton … e oggi vengono al Makom, al nostro centro vicino a via Sardegna, 300/400 ragazzi che iniziano a conoscersi e a frequentarsi. Noi dobbiamo accendere la scintilla e la luce si diffonderà. In un anno abbiamo celebrato sette matrimoni! Oggi il Makom è sia un tempio per i giovani, sia una ‘casa’ per tante famiglie. Abbiamo creato anche un Talmud Torà per bambini, la domentica mattina, che all’inizio non pensavamo di fare perché ci sono diversi Talmud Torà e l’idea iniziale era dedicarci a cose che non ci fossero già a Milano. Ma la richiesta è partita dalle famiglie che si sono riunite attorno al Makom e così lo abbiamo aperto, due anni fa, per bambini che frequentano anche scuole non ebraiche e scuole internazionali. I bambini sono veramente felici di partecipare perché c’è un bellissimo clima».

E per il futuro? «Abbiamo un obiettivo molto attuale nel prossimo futuro, un grande evento di cui parleremo appena possibile. Quello che vorrei ribadire è che noi siamo tutti una famiglia; non è importante come si è, perché tutti abbiamo una neshamà, un’anima ebraica, e abbiamo un compito in questa vita. Il Rebbe ha detto nel suo primo discorso che il mondo è un giardino che ci è stato dato perché lo coltivassimo e tutti gli ebrei di tutto il mondo sono una grande famiglia. Tutte queste attività e tutte queste cose che si fanno insieme stringono dei legami personali al di là di quello che si fa nelle singole lezioni. Dobbiamo fare e non si sa dove queste azioni ci porteranno. Per Chanukkà ad esempio c’è l’attività pubblica della accensione in piazza San Carlo e abbiamo pensato che dovevamo coinvolgere i bambini. Abbiamo organizzato da un giorno all’altro un Chanukkà party per famiglie: hanno partecipato 180 persone! In tutte queste attività al Makom sembra di essere a casa, in famiglia. HaShem vuole che i suoi figli si prendano cura l’uno dell’altro ed è quello che abbiamo cercato di fare in questi 18 anni in cui c’è stata un’evoluzione che sembra veramente incredibile.

Il nostro obiettivo è portare la luce della Torah nel mondo. Hamakom oggi è un spazio per tutte l’età. Tutto è collegato, tutto si lega e tutto torna. Persone che si sono incontrate ai nostri eventi tanti anni fa hanno formato famiglie e oggi i loro figli sono qui a studiare e a vivere, con gioia, una vita pienamente ebraica».