Devar Torà / Beneficenza fonte di pace

di Ufficio Rabbinico di Milano

1 Adàr I 5771

Devar Torà

… Internamente ed esternamente…” (Shemòt 25, 11). La Torà prescrive che l’Aron habrit – l’Arca dell’Alleanza, doveva essere ricoperta d’oro sia internamente che esternamente. Alcuni commentatori associano l’Aròn – l’Arca, all’ebreo che deve essere d’oro sia al suo interno sia al suo esterno, perché come l’arca, l’ebreo è preposto per custodire dentro se stesso tutta la Torà. Rabbenu Bechayè commentando un passo del Talmud (Yomà 72b) sostiene appunto che il carattere dello studioso di Torà deve riflettere la sua apparenza: “se egli pare d’oro all’esterno, deve esserlo anche all’interno”.

Halakhà

È doveroso essere attenti al precetto di far beneficenza più che a ogni altro precetto positivo. Mai un individuo diviene povero perché fa beneficenza, perché è detto: “L’azione di beneficenza sarà fonte di pace” (Isaia 32, 17). Chi ha misericordia per i poveri ottiene misericordia dal Cielo. Chi dà beneficenza a un povero, ma se ne dispiace, perderà tutto il suo merito anche se gli ha dato mille monete d’oro; perché si deve dare con animo gioioso, e se non si ha niente da dare, gli si dicano almeno delle frasi consolatorie. Chi induce altri a dare beneficenza, ottiene più ricompensa di chi la dà (Tratto dal Meqor Chajim, cap. 128, 1).