Israele ricorda l’assassinio di Yitzhak Rabin. Lapid: “Non ci sono ‘noi’ e ‘loro’. Siamo una patria”

di Redazione
Il premier israeliano uscente Yair Lapid ha ricordato, domenica 6 novembre, in una cerimonia a Gerusalemme, il primo ministro Yitzhak Rabin, ucciso dall’estremista di destra ebreo Ygal Amir in un attentato a Tel Aviv il 4 novembre 1995. Rabin, fautore degli accordi di Oslo con i palestinesi, fu insignito del Premio Nobel per la pace nel 1994.

La cerimonia, con cadenza annuale assume quest’anno un significato particolare, in quanto alle elezioni del 1 novembre è uscito vittorioso il blocco di destra, di cui fanno parte anche i gruppi di estrema destra di Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir. Quest’ultimo, in particolare, seguace di Meir Kahane e ammiratore di Baruch Goldtsein (che uccise 29 palestinesi in preghiera in un attacco a Hebron), è ricordato per essersi più volte, quando ancora Rabin era in vita e lui era un ragazzo, espresso in modo violento contro il premier. Nel 1995, ad esempio,  apparve in tv brandendo lo stemma strappato dalla Cadillac dell’allora premier Yitzhak Rabin: “Come siamo riusciti a raggiungere questo simbolo, possiamo raggiungere anche lui”. Alcune settimane dopo, il leader laburista veniva ucciso da un colono estremista, contrario al processo di pace di Oslo.

All’omaggio a Rabin hanno preso parte anche il presidente di Israele Isaac Herzog, l’ex capo dello Stato Reuven Rivlin e il ministro della Difesa Benny Gantz.

“Secondo il destino, questa commemorazione per Yitzhak Rabin avviene solo pochi giorni dopo che lo Stato di Israele ha tenuto le elezioni e ne è uscito ancora una volta diviso, arrabbiato e minacciando di dividerci in ‘noi e loro’ – ha dichiarato il premier uscente Lapid -. Non ci sono ‘noi e loro’, solo noi. L’omicidio di Rabin è stato un tentativo di assassinare l’idea stessa della nostra convivenza. Siamo sopravvissuti a malapena, ma le ferite non sono ancora rimarginate. Il nostro compito è guarirle ogni giorno di nuovo”.

Nel suo discorso, Lapid ha cercato di sottolineare la fratellanza fra tutti gli israeliani e il comune senso di appartenenza. “La nostra democrazia potrebbe non apparire nelle scritture, ma questa cerimonia ci ricorda che la nostra democrazia è santificata nel sangue – ha dichiarato -. Yitzhak Rabin è stato assassinato da qualcuno il cui violento incitamento ha fatto credere di non dover accettare la decisione degli elettori. Anche questo dobbiamo ricordare e non dimenticare. (…) Quello che dobbiamo imparare dalla vita e dalla morte di Yitzhak Rabin è che amare la nostra patria è innanzitutto amare coloro che vivono insieme a voi in quella patria”.

Herzog: “Ci sono segni di violenza che erodono le basi della democrazia”.

“Anche 27 anni dopo l’assassinio di Yitzhak Rabin, sembra che non sia cambiato molto, non sia cambiato abbastanza. Nella società israeliana ci sono segni di incitamento e indignazione che privano il sonno, di violenza che erode le basi della democrazia“. Queste le parole del presidente Isaac Herzog durante la cerimonia, con cui ha invitato la coalizione risultata vincente a trattare con “rispetto” la coalizione in uscita.
Herzog ha poi lanciato un appello ai sostenitori del governo uscente, agli ebrei all’estero e a tutte le persone preoccupare delle azioni del futuro governo. “Non è la fine del Paese. La decisione delle urne deve essere rispettata. Siamo tutti legati alla sorte dello Stato di Israele e ai suoi valori fondamentali in quanto Paese ebraico e democratico, nonché al mantenimento dello Stato di diritto e degli esseri umani e civili e al rispetto di tutti i gruppi minoritari”.

Il partito laburista: “Qui durante la manifestazione per la pace c’è chi gridava ‘morte a Rabin’

Sabato 5 novembre si è tenuta anche una cerimonia organizzata dal partito laburista – grande sconfitto in queste elezioni – per celebrare l’assassinio dell’ex primo ministro e leader del partito Yitzhak Rabin in piazza Zion a Gerusalemme. Durante l’evento l’attuale leader laburista Merav Michaeli ha criticato i suoi rivali elettorali, il capo dell’opposizione Benjamin Netanyahu e il deputato di estrema destra Itamar Ben Gvir, per una protesta di destra contro gli Accordi di Oslo tenutasi a Zion Square nel 1995, un mese prima che un estremista di destra uccidesse Rabin a una manifestazione di Tel Aviv.

“Un grande e coraggioso leader israeliano che ha portato Israele a grandi traguardi e pace – è stato chiamato qui, da molte persone, un traditore. Qui hanno gridato ‘morte a Rabin'”, ha detto Michaeli, riferendosi ai canti che sono stati ascoltati durante la manifestazione per la pace del 1995.

(Foto: Koni Gideon, GPO. Fonte: sito del Ministero degli Esteri)