«Sii forte», i genitori di Hersh Goldberg-Polin, ostaggio a Gaza, mandano un messaggio, dopo la diffusione del video di Hamas

Israele

di Redazione
Mercoledì 24 aprile l’associazione terroristica Hamas ha pubblicato un video di propaganda che mostra il giovane ragazzo israelo-americano Hersh Goldberg-Polin ostaggio a Gaza. Il video è stato lanciato sull’account Telegram ufficiale di Hamas, in cui si vede Hersh che parla probabilmente sotto costrizione.

Non  datato, si presume sia stato girato di recente, probabilmente prima dell’inizio di Pesach, perché Hersh menziona di essere a Gaza da 200 giorni e cioè dal pogrom del 7 ottobre 2023, quando Hamas dalla Striscia di Gaza ha invaso Israele assassinando brutalmente circa 1200 persone e rapendo 253 ostaggi.

Nel video che dura all’incirca 3 minuti chiede a toni decisi che il governo si impegni nella restituzione degli ostaggi o che si dimetta, messaggio già espresso anche gli altri ostaggi. Il filmato oltre a suscitare sollievo ai genitori di Hersh, nel vedere il proprio figlio in vita, ha scatenato anche una protesta che ha visto i manifestanti sotto l’abitazione del primo ministro Benjamin Netanyahu, che chiedevano ancora una volta la restituzione dei prigionieri.

«Sotto terra senza acqua, senza cibo, senza sole, senza le cure mediche di cui ho tanto bisogno da molto tempo», ha detto Hersh. «So che state facendo di tutto per farmi tornare a casa il prima possibile. Ho bisogno che siate forti per me e che non smettiate di lottare finché io e tutti gli ostaggi non torneremo a casa sani e salvi», aggiunge, riferendosi alla sua famiglia.

34 i corpi senza vita ancora nelle mani di Hamas

Dal Times of Israel viene riportato che il video ricevuto dalla Casa Bianca è stato esaminato dall’FBI per il recupero degli ostaggi. Si ritiene che siano rimasti 129 ostaggi a Gaza, non tutti in vita. Le Forze di Difesa Israeliane avrebbero confermato la morte di 34 persone che sono ancora nelle mani di Hamas.

In precedenza, dopo il primo rilascio di 4 ostaggi, a fine novembre durante una settimana di tregua, ne erano stati rilasciati 105. Invece 3 erano stati salvati dai militari, recuperando poi i corpi di altri 12, compresi i 3 uccisi per errore dai militari stessi.

Una continua guerra psicologica

 Non è la prima volta che Hamas diffonde video simili con gli ostaggi, fatti con lo scopo di fare una vera e propria guerra psicologica, opportuna ragione per la quale la maggioranza dei media israeliani si è opposta alla sua diffusione.

L’eccezione è stata fatta dal Times of Israel, come del resto altri media, per Hersh, in quanto la sua famiglia ha dato il permesso di diffondere il video, dove si vede il giovane ragazzo, amputato di una parte del braccio, che avrebbe perso dopo che i terroristi hanno lanciato delle granate contro il rifugio dove si trovava, mentre cercava di mettersi in salvo assieme ad altri prigionieri.

L’appello lanciato dai genitori di Hersh Goldberd-Polin

«Vedere il video di Hersh oggi è travolgente. Siamo sollevati nel vederlo vivo, ma siamo anche preoccupati per la sua salute e il suo benessere e per quello di tutti gli altri ostaggi e di tutti coloro che soffrono in questa regione», hanno affermato in un messaggio video i genitori di Hersh, Rachel Goldberg e Jon Polin.

Nel filmato i genitori hanno lanciato un appello a tutti i leader (facendo i nomi di Qatar, Egitto, Stati Uniti, Hamas e Israele) che stanno negoziando un accordo per gli ostaggi.

«Hersh, abbiamo sentito la tua voce oggi per la prima volta in 201 giorni e se riesci a sentirci, te lo stiamo dicendo, ti amiamo, sii forte, sopravvivi».

«Il grido di Hersh è il grido collettivo di tutti gli ostaggi: il loro tempo sta rapidamente scadendo. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo; gli ostaggi devono avere la massima priorità. Tutti gli ostaggi devono essere riportati a casa: quelli vivi per iniziare il processo di riabilitazione e quelli uccisi per una sepoltura dignitosa», a riportarlo è una nota del forum dedicato agli ostaggi e alle famiglie scomparse.

La diffusione del video di Hersh ha sensibilizzato molto i cittadini israeliani che subito hanno manifestato in centinaia davanti all’abitazione privata di Netanyahu con in mano la foto di Hersh, suonando i tamburi e gridando: «È ora di riportarli a casa!». Almeno quattro dei manifestanti sono stati arrestati per disturbo della quiete pubblica e per aver rovesciato dei bidoni della spazzatura bloccando la strada.