di David Zebuloni
Della nomina di Joseph Aoun come nuovo presidente del Libano, Tal Be’eri, direttore presso Alma, un centro di ricerca ed educazione sulle sfide della sicurezza di Israele nel nord del paese, dichiara: “No, non c’è nessun impatto positivo immediato sulle relazioni tra Libano e Israele”, afferma Secondo Be’eri, infatti, il nuovo presidente non ha l’autorità necessaria per permettere all’esercito libanese di reprimere le forze di Hezbollah sul territorio”.
Israele
Marcel Proust, Theodor Herzl e la Francia di Dreyfus. Quando l’antisemitismo lascia il posto al filosemitismo…
di Cyril Aslanov
[Ebraica. Letteratura come vita] Nella ricchissima galleria di ritratti della Ricerca del tempo perduto (1913-1927), Proust, che non si sentiva formalmente ebreo nonostante la sua origine ebraica da parte materna, dipinge il protagonista ebreo Albert Bloch
Valerie Hamaty: l’araba cristiana che sta conquistandosi la rappresentanza di Israele all’Eurovision con un messaggio di unità
di Marina Gersony
Cresciuta a Giaffa, la sua voce ha conquistato milioni di spettatori, ma ciò che rende la sua storia ancora più unica e interessante, è il fatto che lei è una cristiana araba, una figura più che rara in una competizione che unisce Israele e il suo pubblico internazionale. Se dovesse vincere la selezione israeliana, ha già annunciato che canterebbe in inglese e in ebraico, sottolineando che la sua presenza come artista araba è già di per sé un messaggio di diversità.
Dal 15 gennaio Wizzair estende i voli a/da Israele
di Redazione
La compagnia aerea low-cost ungherese, che aveva già ripreso i voli verso l’aeroporto Ben Gurion all’inizio di gennaio dopo una sospensione di due mesi, prevede di aggiungere dieci nuove destinazioni alla sua rotta iniziale Tel Aviv-Larnaca, come Roma e Milano (da 129 dollari), Londra, Abu Dhabi, Varsavia, Cracovia e Budapest. Tuttavia, il ritorno complessivo delle compagnie aeree straniere in Israele rimane cauto.
“Studenti per Israele”, per combattere l’odio nelle università
di Nathan Greppi
“L’idea di Studenti per Israele nasce dalla constatazione del clima mefitico che si respira nelle nostre università. In particolare, abbiamo visto veri e propri inviti alla violenza contro gli israeliani e contro chiunque sostenga Israele, e questo ci ha spinto a metterci al lavoro per non essere complici di tutto ciò”, spiega a Mosaico-Bet Magazine uno dei fondatori, Fausto Recupero, studente di Economia e Management presso l’Università di Firenze.
Israele: superati i 10 milioni, 35.000 ebrei hanno fatto l’Aliyah dopo il 7 ottobre
di Michael Soncin
Provengono da 100 paesi diversi e un terzo di loro ha un’età compresa tra i 18 e 35 anni. Dei 35.000 ebrei immigrati in Israele dopo il pogrom di Hamas del 7 ottobre 2023, sono 31.000 quelli che si contano per il 2024. Un fenomeno che non si è fermato nonostante la guerra, ma c’è anche ci lascia per trasferirsi all’estero.
La Ford si scusa per i post anti-israeliani comparsi sul suo profilo X
di David Fiorentini
“Free Palestine”, “Israel is a terrorist state” e infine l’ultimo slogan “All eyes on Gaza”: questi i post pubblicati sul profilo ufficiale su X della casa automobilistica. Probabilmente il risultato di un hackeraggio, i messaggi sono stati presto cancellati con tanto di comunicato di scuse. Ma la vicenda ha ricevuto una particolare risonanza sia perché la sede centrale di Ford è a Detroit, area densamente arabo-americana, in cui il sostegno alla causa palestinese è particolarmente forte.
Diario minimo (di un conflitto). Obiettori di (in)coscienza
di Luciano Assin
Una frattura pressoché insanabile si è formata all’interno del mondo religioso ebraico in Israele dopo il pogrom del 7 ottobre. In un periodo come quello attuale nel quale il paese è in guerra da 15 mesi, il più lungo in assoluto mai combattuto da Israele dal giorno della sua fondazione, è sempre più evidente il distacco e l’isolazionismo dei “timorati di Dio” (haredim) dal resto della società israeliana.
I media italiani diranno mai una parola contro le dittature che prevalgono all’ONU o contro la violenza nelle piazze?
di Angelo Pezzana
[La domanda scomoda] I media italiani danno ampio spazio ai nemici di Israele e pochissimo ai suoi difensori. Volete qualche esempio? La prova più eclatante è la reazione alla Corte Penale Internazionale, quando ha spiccato un mandato d’arresto per Netanyahu e Gallant.
Aspettando Trump: quale sarà il piano per il Medio Oriente della nuova amministrazione?
di Davide Romano
La liberazione immediata degli ostaggi israeliani, il cessate il fuoco a Gaza, la ripresa dei colloqui con l’Arabia Saudita per l’estensione degli Accordi di Abramo, ai quali potrebbe agganciarsi anche il Qatar: la visione di Donald Trump è articolata e muscolare. Ne parliamo con il giornalista Andrea Morigi
Si può manifestare dissenso senza violenze, minacce e prevaricazioni? Sì. Ce lo insegna la Corea del Sud
di Paolo Salom
[Voci dal lontano occidente] Di ritorno da una trasferta di lavoro in Corea del Sud, a Seul per la precisione, mi sono ritrovato a fare delle riflessioni su come funziona il mondo e soprattutto il lontano Occidente. Ricorderete che il Paese orientale,
La radice ebraica che la Chiesa non riesce più a sostenere
di Vittorio Robiati Bendaud
Il cristianesimo, uscito vincente dagli antichi Concili, risulta svuotato e profondamente insicuro, critico e scettico circa la propria tradizione, che ha sostituito con un generico pensiero woke