di Nathan Greppi
Nonostante le sue sfaccettature, dopo il 7 ottobre ha iniziato a prevalere nell’immaginario collettivo una percezione piatta e superficiale dello Stato Ebraico, che rifiuta la complessità e inquina il dibattito pubblico. Una percezione alla quale ha cercato di opporsi il giornalista David Parenzo, il quale ha dedicato a questo argomento il suo ultimo libro, Lo Scandalo Israele.
Sin dalla sua nascita, Israele è sempre stata una nazione piena di contraddizioni: da un lato un forte attaccamento alla religiosità e alle tradizioni ebraiche, dall’altro lato l’inclusione per le categorie LGBT e il riconoscimento della gestazione per altri; da un lato un paese nato per dare una casa al popolo ebraico, dall’altro lato un paese multietnico con una grossa minoranza araba. Senza contare il fatto di essere una democrazia circondata da dittature e autocrazie.
Nonostante tutte queste sfaccettature, dopo il 7 ottobre ha iniziato a prevalere nell’immaginario collettivo una percezione piatta e superficiale dello Stato Ebraico, che rifiuta la complessità e inquina il dibattito pubblico. Una percezione alla quale ha cercato di opporsi il giornalista David Parenzo, il quale ha dedicato a questo argomento il suo ultimo libro, Lo Scandalo Israele.
In ogni capitolo, Parenzo racconta le storie di personaggi particolari per la storia o l’attualità d’Israele: come Yuval Bitton, il dentista che in carcere si è preso cura di Yahya Sinwar, che dopo il rilascio è diventato il leader di Hamas nella Striscia di Gaza e la mente dietro gli attacchi del 7 ottobre, nei quali ha perso la vita anche il nipote dello stesso Bitton; Mansour Abbas, politico palestinese e leader del partito arabo israeliano Ra’am, che ha fatto parte della precedente coalizione di governo; o Noa Lea Cohn, gallerista di Gerusalemme che cerca di valorizzare l’arte ultraortodossa.
Nel raccontare le varie anime che compongono la società israeliana, l’autore non nasconde con quali presenta maggiore affinità di idee e valori: con chi protesta contro l’attuale governo, non con il premier Benjamin Netanyahu e i suoi ministri; con i laici, non con i religiosi. Ma allo stesso tempo, punta il dito anche contro l’estrema sinistra che ha glorificato gli attacchi del 7 ottobre e vorrebbe cancellare Israele dalle mappe.
Originale la scelta di associare ciascuno dei sette capitoli a un ingrediente della Challah, a simboleggiare le tante anime d’Israele, che secondo Parenzo devono sempre rimanere in equilibrio tra loro senza che una predomini sulle altre.
In tempi in cui prevalgono falsità e disinformazione, questo volume ci restituisce l’immagine complessa e multiforme di quel paese che è Israele. Pur prendendo posizione, egli non rinuncia a cercare di comprendere la realtà senza guardarla attraverso filtri ideologici.
David Parenzo, Lo Scandalo Israele, Rizzoli, pp. 264, 19,00 €.