guerra Hamas Israele

Usa: per la maggioranza degli elettori ebrei Trump sta sbagliando in politica estera

Mondo

di Nina Prenda
Il sondaggio condotto da GBAO Strategies tra gli elettori ebrei ha rilevato che il 52% degli intervistati afferma che la parola “antisemita” descrive molto o abbastanza bene il presidente degli Stati Uniti, e quasi il 70% ha detto lo stesso per le parole “fascista” e “razzista”. Inoltre, il 74% degli intervistati disapprova il lavoro che Trump sta facendo come presidente, e il 49% afferma che i tagli ai finanziamenti alle università hanno aumentato l’antisemitismo.

Abu Mazen durante la riunione dellOlp definisce cani i combattenti di hamas (screenshot)

Un anno e mezzo di guerra: cresce l’apprensione per gli ostaggi. E Abu Mazen dà ai membri di Hamas dei “figli di cane”

Israele

di Anna Balestrieri
In un discorso pronunciato il 23 aprile davanti al Consiglio centrale dell’OLP, Abbas ha  affermato che il gruppo ha dato a Israele «tutti i pretesti» per condurre la guerra a Gaza, e ha chiesto la restituzione degli ostaggi e il disarmo delle milizie, aggiungendo che «l’unico esercito legittimo» è quello della leadership riconosciuta dell’ANP.

L’Europa sta diventando la “Nuova Terra Promessa” degli israeliani?

Mondo

di Roberto Zadik
Ad accelerare la fuga degli israeliani sarebbero, oltre alle guerre a Gaza e le tensioni in Libano, l’elevato costo della vita, la radicalizzazione delle divisioni politiche nella popolazione e gli attacchi di Hamas e dell’Iran. In generale, chi emigra sono persone mediamente molto istruite, relativamente giovani c he creano famiglia nei paesi dove emigrano.

Valsesia, la “Terra Promessa” in provincia di Vercelli, è la nuova casa degli israeliani in fuga dal conflitto

Italia

di Pietro Baragiola
In un territorio a rischio di desertificazione demografica, un ebreo italiano residente in Israele ha sviluppato il progetto Baita per accogliere i tanti israeliani che stanno lasciando il Paese. Nel 2024 più di 80 famiglie si sono trasferite e 400 di loro sono soci del Progetto. Un esempio di iniziativa e integrazione con la gente della zona, che apprezza questa novità.

poster ostaggi israeliani (foto ©Anna Balestrieri)

Israele-Hamas: lavori in corso per mantenere la tregua e la liberazione degli ostaggi sabato

Mondo

di Anna Balestrieri
Alcune questioni pendenti sono state risolte grazie agli sforzi congiunti di Egitto, Qatar e dell’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff. Israele ha approvato l’ingresso nella Striscia di carburante e attrezzature mediche. Se giovedì dovesse arrivare il consenso israeliano, Hamas potrebbe annunciare venerdì i nomi dei tre ostaggi da rilasciare il giorno successivo.

L'ambasciatore Jonathan Peled con il presidente italiano Sergio Matarella

“Italia e Israele sono due Paesi amici, che condividono valori e progetti. Dobbiamo potenziare questo rapporto speciale”. Parla l’ambasciatore di Israele in Italia

Personaggi e Storie

di Ilaria Myr
Potenziare la comunicazione e la presenza di Israele nell’opinione pubblica e sui media, e favorire le collaborazioni e gli scambi fra i due Paesi: queste le due principali priorità di Jonathan Peled, insediatosi nel suo ruolo a Roma nel settembre del 2024, che in questa intervista a Mosaico dice: “possiamo raggiungere un futuro migliore con i nostri vicini, non possiamo continuare a essere in guerra”.

Diario minimo (di un conflitto). Per un giorno Israele ha pianto di gioia

Israele

di Luciano Assin
Il 19/1/2025 verrà ricordato in Israele come un misto di gioia, tristezza, lutti (tanti) e speranze (poche), il tutto accompagnato da tanta incertezza. Ci aspettano ancora mesi difficili, il prezzo da pagare sarà alto e per molti insopportabile. Ma è un costo indispensabile per cominciare a sanare una frattura non ancora incurabile che si è formata all’interno della società israeliana.

Ebrei ultraortodossi

Diario minimo (di un conflitto). Obiettori di (in)coscienza

Israele

di Luciano Assin
Una frattura pressoché insanabile si è formata all’interno del mondo religioso ebraico in Israele dopo il pogrom del 7 ottobre. In un periodo come quello attuale nel quale il paese è in guerra da 15 mesi, il più lungo in assoluto mai combattuto da Israele dal giorno della sua fondazione, è sempre più evidente il distacco e l’isolazionismo dei “timorati di Dio” (haredim) dal resto della società israeliana.