Donald Trump

Presidenza Trump, giorno uno: stop alle sanzioni di Biden contro i residenti in Giudea e Samaria

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di Ludovica Iacovacci
Lo scorso febbraio, Biden aveva firmato un ordine esecutivo che dichiarava un’emergenza nazionale per affrontare la “minaccia posta dalla situazione in Cisgiordania, tra cui in particolare alti livelli di violenza dei coloni estremisti, lo spostamento forzato di persone e villaggi e la distruzione di proprietà”, imponendo sanzioni a coloro che erano considerati coinvolti in tali azioni.

“Inizia l’era d’oro dell’America”: l’inaugurazione presidenziale di Donald Trump tra icone ebraiche e il saluto controverso di Elon Musk

Mondo

di Pietro Baragiola
Il discorso di inaugurazione è stato costellato di simbolismi religiosi che hanno incluso l’ammissione di Trump di ‘essere stato salvato da Dio per rendere l’America grande’ e la presenza di numerosi membri del mondo ebraico come il rabbino Ari Bernman che è salito sul palco per rivolgere la sua benedizione al neopresidente.

Donald Trump

“Se non li rilasciate, scatenerò l’inferno”: qual è la vera strategia di Donald Trump per liberare gli ostaggi israeliani?

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di David Zebuloni
“Nel caso di Trump, tutto inizia con un tweet e poi si sviluppa la strategia,” spiega Rotem Oreg, esperto di politica americana e direttore dell’associazione LIBRAEL, in un’intervista a Makor Rishon. “È chiaro a tutti che gli americani non attaccheranno nella Striscia di Gaza per conto di Israele. Tuttavia, il governo americano può senza dubbio creare una pressione tale da favorire i negoziati a favore del rilascio degli ostaggi”.

L’analista Jed Babbin: “L’ONU è l’ancella dei terroristi”

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di Nathan Greppi
“Terroristi di vario genere vengono tollerati dall’ONU e assunti dall’UNRWA. Il comportamento di queste due organizzazioni le rende entrambe complici degli attacchi del 7 ottobre 2023”, dichiara a Mosaico l’analista americano Jed Babbin: avvocato ed ex-ufficiale dell’aeronautica, dal 1990 al 1991 è stato vice-sottosegretario alla difesa, sotto la presidenza di George H. W. Bush.

perosne davanti al congresso con bandiere americane e israeliane

Cosa cambia per Israele con il ritorno di Trump

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di Nathan Greppi
Il 78% degli elettori ebrei ha votato per la Harris. Ma a New York il 45% dell’elettorato ebraico ha votato Trump. “Gli ebrei americani sono rimasti fermi ai tempi in cui il Partito Democratico era il più accogliente nei confronti degli ebrei, mentre i repubblicani erano il partito dell’alta società WASP. Ma oggi il Partito Repubblicano rappresenta la classe operaia, mentre i democratici sono il partito delle élite”, spiega a Mosaico la giornalista israeliana Ruthie Blum, in passato consigliere nell’ufficio del Primo Ministro Netanyahu.

“Serve un momento alla Reagan”: Biden e Trump affrontano insieme la questione degli ostaggi statunitensi a Gaza

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di Pietro Baragiola
“Stiamo cercando un ‘momento alla Reagan’” ha affermato Dekel-Chen, il padre dell’ostaggio Sagui Dekel-Chen, ricordando come nel 1980 l’allora Presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter e il neo eletto Ronald Reagan si siano entrambi adoperati per garantire il rilascio degli ostaggi americani in Iran durante la transizione tra le due amministrazioni, avendo successo.

Da sinistra, Marco Rubio e Michael Waltz

Nuova amministrazione Trump. Il totoministri pro-Israele vede Rubio e Waltz protagonisti

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di Redazione
Marco Rubio, senatore della Florida, è dato come possibile Segretario di Stato di Trump: sostiene che gli Stati Uniti debbano appoggiare Israele anche con un lavoro diplomatico più ampio. Mentre Michael Waltz, nominato Consigliere per la Sicurezza Nazionale, porterà alla Casa Bianca un’impostazione marcatamente difensiva nei confronti della Cina.

Donald Trump (Foto Gage Skidmore)

La vittoria di Trump e le reazioni nel mondo ebraico e in Israele

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di Marina Gersony
La vittoria di Trump solleva interrogativi cruciali per il futuro del Medio Oriente. Da un lato, Israele guadagna un alleato deciso e senza compromessi, che intende favorire l’espansione degli Accordi di Abramo e offrire sostegno nel contenere l’influenza iraniana nella regione. Dall’altro, il rischio è che questo sostegno incondizionato alimenti ulteriori tensioni e ostacoli le possibilità di pace e di risoluzione del conflitto con i palestinesi.