di Redazione
Domenica 2 febbraio la Giordania avrebbe ordinato l’espulsione di Ahlam al-Tamimi, la terrorista coinvolta nell’attacco omicida del 2001 alla pizzeria Sbarro di Gerusalemme, che ha ucciso 15 israeliani e ne ha feriti oltre 130.
Secondo l’organo di informazione qatariota Al-Araby al-Jadeed, le autorità di intelligence giordane hanno informato Hamas che Tamimi sarebbe stata estradata negli Stati Uniti, a meno che non si trovasse un Paese terzo disposto ad accoglierla. La notizia non è però ancora stata confermata da alcuna fonte ufficiale.
La notizia è emersa proprio quando la Casa Bianca ha annunciato che l’11 febbraio ospiterà il re di Giordania Abdullah II per un colloquio con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Si pensa che Amman stia cercando un modo per rimanere in buoni rapporti con Trump nonostante, come l’Egitto, abbia rifiutato di aderire alla sua proposta di trasferire i gazesi in quel Paese.
Tamimi era stata condannata in Israele nel 2003 a 16 ergastoli per l’attacco alla pizzeria: aveva effettuato una ricognizione del luogo e condotto il terrorista con la cintura esplosiva al ristorante. È stata però rilasciata nell’ambito dell’accordo di scambio per il rilascio del soldato Gilad Shalit, nel 2011. Da allora ha vissuto liberamente in Giordania, dove ha la cittadinanza, ospitando un programma televisivo, tenendo conferenze e facendo numerose apparizioni pubbliche per esaltare l’attentato.
Un video particolarmente scioccante della sua detenzione la mostra sorridere mentre annuncia il numero di bambini uccisi nell’attacco. In una successiva intervista alla televisione di Hamas, ha mantenuto una posizione spietata: “È stato un atto calcolato, compiuto per fede in Allah. Sono riuscita a superare l’ostacolo della prigionia e sono stata rilasciata. Perché dovrei pentirmene?”. E in un’intervista del 2017 con l’Associated Press, ha dichiarato che i palestinesi hanno il diritto di resistere a Israele con qualsiasi mezzo, compresi gli attacchi mortali.
Nel 2013 gli Stati Uniti hanno accusato Tamimi di aver cospirato per l’uso di un’arma di distruzione di massa contro cittadini americani, ma l’accusa è rimasta segreta fino al 2017.
Nel 2017 le autorità statunitensi hanno intensificato la caccia contro di lei Il Dipartimento di Giustizia ha emesso una denuncia penale e un mandato di arresto nei suoi confronti, mentre l’FBI l’ha inserita nella sua lista dei ricercati. Tra i morti, infatti, ci sono Malki Roth, un quindicenne nato in Australia che aveva anche la cittadinanza statunitense, e Shoshana Yehudit Greenbaum, una turista americana che aspettava il suo primo figlio. Ma, sebbene gli Stati Uniti e la Giordania abbiano firmato un trattato di estradizione nel 1995, l’alta corte giordana ha bloccato la sua estradizione nel 2017, sostenendo che il trattato non era mai stato ratificato, una tesi contestata da Washington.
Durante il primo mandato del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, la sua amministrazione ha dichiarato che avrebbe preso in considerazione la possibilità di negare gli aiuti alla Giordania fino a quando non avesse accettato di estradare Tamimi, ma alla fine non è stata intrapresa alcuna azione. Nel 2021, l’Interpol avrebbe ritirato un mandato di arresto internazionale nei suoi confronti.
Questa decisione di espulsione da parte della Giordania, il Paese che l’ha accolta dopo il suo rilascio, segna una nuova svolta nella vicenda di Tamimi, le cui azioni e la cui mancanza di pentimento continuano a suscitare l’indignazione internazionale.