I Guardiani della soglia

Spettacolo

Il Padiglione Israeliano alla 52ª Biennale d’Arte di Venezia.

Si è aperta il 7 giugno scorso a Venezia la cinquantaduesima edizione della Biennale d’Arte. Il padiglione israeliano quest’anno è dedicato alla giovane artista Yehudit Sasportas (nata ad Ashdod nel 1969), non una raccolta di opere, ma una complessa installazione che ha completamente trasformato l’elegante padiglione costruito da Zeev Rechter (uno degli architetti della Città Bianca di Tel Aviv).
Titolo dell’opera è The Guardians of the Threshold (Il guardiani della soglia), che potrebbe a prima vista farci pensare a una riflessione sul tema del confine, una delle questioni più controverse per la società israeliana. La soglia in questo caso però non è né un limite fisico o politico, ma è un confine interiore attraverso diversi strati di memoria e di percezione.

L’installazione si intreccia con l’architettura del padiglione, sia all’esterno, sia all’interno, traducendo l’idea di soglia in una serie di passaggi da superare: una tenda all’entrata, due porte scorrevoli al piano intermedio, un grande ingresso al livello superiore. Gli spazi sono avvolti in un’atmosfera notturna, realizzata con l’uso di tinteggiature comprese tra il blu, il nero, il grigio e con la raffigurazione di una foresta immaginaria, nella quale si cammina incontrando improvvise aperture verso un altrove virtuale.
Al piano terra l’esterno è costituito da una facciata architettonica, composta in maniera razionalista, che racchiude frammenti e riflessi arborei. Al primo piano, su una parete completamente nera, è proiettata l’immagine di uno stagno, quasi uno squarcio di luce nel buio della foresta. Al secondo piano si incontra di nuovo lo stagno, non più come raffigurazione, ma come scultura tridimensionale.
Suzanne Landau, curatrice del Padiglione e senior curator dell’Israel Museum, così presenta l’opera: “l’installazione di Sasportas è una sintesi di molte identità duplici e significati dicotomici: est e ovest, natura (foresta) e cultura (architettura), razionale e spirituale. Incarna le tensioni tra la formale struttura scultorea modernista e le strutture pittoriche ed emotive, tra la retorica della disciplina intellettuale e il contenuto narrativo”.

Particolarmente interessanti le tecniche utilizzate, che mescolano disegno, pittura, scultura e tecnologie multimediali, con la sovrapposizione di luci e suoni registrati dall’artista.
Questa esplorazione dei confini interiori rivela forse, anche per il mondo dell’arte, così come è già avvenuto per la nuova generazione di scrittori israeliani, un ritrarsi dai temi più attenti alla società e alla politica, per raccontare invece storie private, esperienze personali.

La Biennale di Venezia
52ª Esposizione Internazionale d’Arte
Fino al 21 novembre 2007
Orari: 10.00 – 18.00, chiuso il lunedì