di Pietro Baragiola
Emilia Pérez, il musical diretto da Jacques Audiard, ha fatto molto parlare di sé nelle ultime settimane grazie alle 13 candidature ai premi Oscar che lo hanno reso il film non in lingua inglese con più nomination nella storia degli Accademy Awards.
Negli ultimi giorni, però, un’altra notizia ha oscurato la fama del progetto: la sua attrice protagonista, Karla Sofia Gascón, avrebbe pubblicato tra il 2020 e il 2021 una serie di tweet razzisti e antisemiti che sono stati recentemente riscoperti e condivisi al pubblico dalla giornalista Sarah Hagi.
In questi post Gascón si accanisce contro i musulmani presenti in Spagna, definendo l’islamismo ‘una fede da mettere al bando’, critica George Floyd, l’uomo ucciso dalla polizia in Minnesota, chiamandolo ‘un truffatore tossicodipendente’ e fa ripetute battute sarcastiche sull’odierno spirito di inclusività degli Oscar, da lei ritenuti ‘un festival afro-coreano’.
A provocare sgomento è stato soprattutto il tweet in cui la star fa riferimento ad Adolf Hitler, sostenendo che ‘semplicemente aveva la sua opinione sugli ebrei’.
Alla luce di queste scoperte la piattaforma streaming Netflix, produttrice di Emilia Pérez, ha deciso di escludere la protagonista del film da tutti gli eventi promozionali organizzati negli Stati Uniti, inclusa la campagna agli Oscar che si sta tenendo in questi giorni a Los Angeles.
Così facendo Netflix spera di limitare i danni e salvare le altre 12 candidature in gara, tra cui quella di Zoe Saldana, la favorita nella categoria Miglior Attrice non Protagonista, e quella di Audiard per la Miglior Regia.
Se questo dramma non fosse scoppiato probabilmente Karla Sofía Gascón avrebbe potuto segnare la storia il 2 marzo come la prima donna transgender a vincere l’Oscar di Miglior Attrice Protagonista, un evento reso ancora più importante dalla guerra dichiarata dal neopresidente Trump sulle questioni di genere, ma oggi la sua candidatura è molto a rischio e il verdetto finale si saprà entro il 18 febbraio.
Poche ore fa, inoltre, l’attrice ha confermato sul suo account Instagram che non presenzierà alla notte degli Oscar, in modo da ‘lasciare che il film parli da solo’.
Netflix contro Karla Sofia Gascón
L’esclusione stabilita da Netflix ha impedito a Gascón di recarsi a Los Angeles i primi di febbraio per partecipare ad una serie di appuntamenti importanti al fianco del regista e delle co-star del film.
Tra gli eventi che hanno cancellato la sua partecipazione c’è stato il pranzo degli AFI Awards del 6 febbraio, i Critics Choice Award del giorno dopo e i PGA Awards dell’8 febbraio, durante i quali l’attrice avrebbe dovuto fare da presentatrice.
Anche i membri del cast hanno preso le distanze da lei, specialmente il regista del film che in una recente intervista a Deadline ha affermato di non averle parlato da quando è uscita la notizia, ritenendo quei tweet ‘odiosi e ingiustificabili’.
“Non ho nulla da nascondere” ha affermato Gascón in un post pubblicato su Instagram in risposta agli ultimi eventi, scusandosi e spiegando di essere vittima della “cancel culture”. “Tanto tempo fa mi sono sentita persa nella mia transizione, cercando approvazione negli sguardi altrui. Ma oggi, finalmente, so chi sono. Cerco solo la libertà di esistere senza paura, di creare arte senza barriere e di continuare ad andare avanti con la mia vita. Chiedo agli esperti di Hollywood, ai giornalisti che mi conoscono e che hanno seguito il mio percorso: come posso andare avanti?”
Questo commento, così come l’intervista rilasciata negli ultimi giorni dall’attrice alla CNN spagnola, non è mai stato approvato da Netflix che ha investito milioni di euro nella campagna di Emilia Pérez ed ora ha intenzione di cambiare i poster del film per mettere in evidenza altri personaggi al posto della protagonista.

Emilia Pérez, il film
La trama segue le vicende di Manitas del Monte (Gascón), narcotrafficante di un potente cartello messicano, che, dopo una vita soffocata in un clima machista e patriarcale, decide di diventare donna.
Manitas rapisce così Rita Moro Castro (Saldana), avvocato esperto nel far assolvere i criminali, per gestire la sua transizione e i suoi affari personali, riuscendo finalmente a diventare “Emilia” e a ricostruirsi una nuova vita all’estero.
Anni dopo però la donna decide di tornare in Messico per fare i conti con il proprio passato e riprendersi la sua famiglia.
Nel film è presente anche la star israeliana di Schindler’s List, Mark Ivanir, che in Emilia Pérez interpreta l’onesto dottor Wasserman, il medico responsabile dell’intervento.
L’attore si esibisce nell’unico brano inglese del film, “Lady”, cantato all’interno dell’ufficio di Wasserman a Tel Aviv, con il nome della città che lampeggia a caratteri cubitali sullo schermo.
In questa scena, Rita chiede al buon dottore di venire in Messico per eseguire l’intervento di Manitas, e i due si trovano a discutere sull’etica e le ripercussioni mondiali di una procedura del genere.
“Cambiare il corpo cambia la società, cambiare la società cambia l’anima” chiude il testo della canzone, evidenziando uno dei temi principali del film: il cambiamento.
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