di Pietro Baragiola
Giovedì 23 gennaio gli attori Bowen Yang e Rachel Sennott hanno ufficialmente rivelato le tanto attese candidature ai premi Oscar 2025.
L’annuncio, pubblicato in live streaming sull’account YouTube degli Academy Awards, è stato più volte rimandato nelle scorse settimane per via degli incendi devastanti che hanno colpito l’area di Los Angeles, causando danni per oltre 250 miliardi di dollari.
Formidabile è stata soprattutto la presenza ebraica nei film in gara quest’anno, alcuni dei quali volgono uno sguardo approfondito sulla memoria della Shoah e sull’importanza di tramandarla alle nuove generazioni.
Tra questi, il lungometraggio A Real Pain segue le vicende di due cugini ebrei che organizzano un tour della Polonia per commemorare la scomparsa della loro nonna, sopravvissuta alla Shoah. Il film ha ricevuto due nomination: Miglior Attore non Protagonista per Kieran Culkin e Miglior Sceneggiatura Originale per lo scrittore, regista e star del progetto Jesse Eisenberg.
In una dichiarazione su Zoom, Eisenberg ha raccontato che, per l’idea del film, si è fatto ispirare dal proprio ricongiungimento con l’eredità ebraico-polacca della sua famiglia.
Altre nomination degne di nota includono la cantautrice ebrea Diana Warren, già candidata 16 volte in passato, che quest’anno compete nella categoria Miglior Canzone Originale per il brano The Journey, presente nel film Netflix The Six Triple Eight.
Il maggior numero di candidature è stato raggiunto dal dramma Emilia Pérez, un musical francese in lingua spagnola che ha ottenuto ben 13 nomination ed ha al suo interno alcuni momenti ebraici: il medico che esegue l’operazione di cambio di sesso sulla protagonista è israeliano e in una scena si trova a cantare un duetto ambientato a Tel Aviv insieme all’attrice Zoe Saldana.
Nella corsa a Miglior Film seguono a pari merito con 10 candidature il musical Wicked, scritto e prodotto dagli artisti ebrei Marc Platt e Stephen Schwartz, e The Brutalist con protagonista Adrien Brody.
“The Brutalist”
The Brutalist, il dramma storico che racconta la vita di un architetto ebreo sopravvissuto alla Shoah, ha fatto incetta di nomination in questa nuova stagione degli Oscar tra cui: Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Attore Protagonista, Miglior Sceneggiatura Originale, Miglior Fotografia, Miglior Montaggio, Miglior Produzione e Miglior Colonna Sonora Originale.
Diretto dal 36enne Brady Corbet e girato in Ungheria, il film è stato molto apprezzato dalla critica ma, recentemente, è stato oggetto di una forte polemica dopo che i membri della troupe hanno ammesso di aver utilizzato l’intelligenza artificiale per realizzare alcuni suoi aspetti, tra cui il perfezionamento dell’accento ungherese di Brody che molti critici hanno ritenuto cruciale nella sua candidatura.
La rivelazione è emersa dopo che le votazioni per le nomination erano già state chiuse ma Corbet ha voluto comunque difendersi in un comunicato stampa, affermando di aver adottato ‘un uso limitato dell’AI’ e attribuendo le interpretazioni degli attori alla loro bravura nell’adattarsi ai ruoli assegnati.
Brody oggi è il favorito come Miglior Attore Protagonista, categoria che ha già vinto nel 2002 per l’interpretazione di un altro sopravvissuto alla Shoah ne Il pianista. Quest’anno anche i suoi co-protagonisti sono candidati insieme a lui: Felicity Jones come Miglior Attrice non Protagonista nel ruolo della moglie convertita all’ebraismo e Guy Pearce come Miglior Attore non Protagonista nei panni del capo di Brody che nutre un’avversione sospetta nei confronti degli ebrei e degli immigrati.
- Leggi anche: Golden Globes 2025: vince “The Brutalist” con Adrien Brody nel ruolo di un architetto sopravvissuto alla Shoah
Chalamet e altri

A contendersi la gara per Miglior Attore Protagonista con Brody è la star di origine ebraica Timothée Chalamet, nominato per il ruolo della leggenda del folk Bob Dylan nel biopic A Complete Unknown.
Il film è basato sul libro Dylan Goes Electric, scritto dall’autore e musicista ebreo Elijah Wald, e, nonostante sia povero di contenuti ebraici, include una foto del bar mitzvah di Robert Zimmerman (nome originale di Bob Dylan), nascosta in un album fotografico come simbolo della vita che si è lasciato alle spalle.
Riferimenti ebraici sono presenti anche in un altro lungometraggio candidato agli Oscar: Anora dove una menorah vagante gioca un ruolo chiave come arma. L’interprete ebrea Mikey Madison, star del film, è stata nominata come Miglior Attrice Protagonista ed è tra le favorite dall’Academy.
Anche l’attore di origini ebraiche Jeremy Strong è in corsa all’ambita statuetta di Miglior Attore non Protagonista grazie alla sua interpretazione dell’avvocato ebreo Roy Cohn, mentore di Donald Trump, nel biopic The Apprentice, il film di cui l’attuale presidente ha più volte cercato di impedire l’uscita nelle sale.
La politica e, in particolare, l’odierno conflitto in Medio Oriente ha scatenato forti polemiche anche nei confronti di alcuni progetti che sono stati candidati per aver raccontato in maniera innovativa momenti importanti della storia israeliana e palestinese.
“September 5” e “No Other Land”
Il thriller americano September 5-La diretta che cambiò la storia, che racconta la storia vera dei giornalisti che coprirono la crisi degli ostaggi alle Olimpiadi di Monaco del 1972 e il massacro della delegazione israeliana da parte del gruppo terroristico palestinese Settembre Nero, è stato candidato come Miglior Sceneggiatura Originale.
Nonostante il progetto sia stato girato prima del 7 ottobre 2023, il richiamo ad un’altra crisi degli ostaggi israeliani ha fatto si che venisse accusato da diversi critici propalestinesi di essere “propaganda sionista”.
La categoria Miglior Documentario vede invece in testa il film No Other Land, co-diretto da un collettivo di registi israelo-palestinesi che ripercorrono gli ordini ricevuti dall’esercito israeliano di distruggere i villaggi di Masafer Yatta in Cisgiordania, raccontati dal punto di vista degli abitanti dell’area.
Questo documentario ha fatto incetta di candidature in tutto il mondo ma la scelta controversa dei registi di denunciare ‘l’apartheid israeliana’ durante i loro discorsi di premiazione ha avuto gravi conseguenze negli Stati Uniti, che hanno impedito la distribuzione del film in tutte le sale del Paese.
Una cosa è certa: la notte degli Oscar 2025 si prospetta una cerimonia memorabile e, se non vi saranno ulteriori ritardi, si terrà il 2 marzo all’interno dello storico Dolby Theatre di Los Angeles.
(Nella foto in alto: da sinistra Adrien Brody (The Brutalist), Jesse Eisenberg (‘A real Pain’) e Timthée Chalamet in ‘A complete unkown’)