Ancora polemiche per ex Pink Floyd Waters accusato di antisemitismo. Prossimo concerto a Francoforte a rischio

di Redazione

Il 28 maggio è previsto un concerto di Roger Waters (79 anni) alla Festhalle presso il polo fieristico di Francoforte. L’artista – co-fondatore dei Pink Foyd nonché uno dei padri del leggendario album The Wall – dovrebbe quindi andare in tournée con il suo spettacolo in diverse grandi città tedesche (Titolo This is Not A Drill 2023).

Da mesi, tuttavia, sono in aumento le polemiche e le richieste di annullamento dell’evento a causa delle accuse di antisemitismo non certo nuove nei confronti del ex frontman, bassista e cantante del gruppo rock britannico, passato a onor di cronaca – oltre che per aver portato sui palcoscenici di tutta Europa concerti memorabili – anche posizioni estremamente accese contro Israele, il supporto al BDS (Boycott, Divestment and Sanctions) e il sostegno incondizionato al popolo palestinese.

Si riapre quindi il dibattito sull’accusa di antisemitismo che da tempo viene rivolta a Waters definito, tra l’altro proprio in questi giorni, «un cantante rock britannico invecchiato, abbastanza inutilmente ricco (310 milioni di dollari), panciuto e “antisemita patologico” – come scrive The Times senza troppi peli sulla lingua – Sarebbe la fine della questione, tranne per il fatto che è programmato per cantare, per una somma inquietante, a Francoforte, in Germania, questo maggio».

L’istanza di cancellazione del concerto è stata avviata dopo che il Consiglio di Francoforte ha respinto una richiesta presentata dalla Comunità ebraica cittadina per vietare l’esibizione di Waters a causa delle sue posizioni estreme. Senza contare (e dimenticare) la nota coreografica del maiale gigante sospeso a mezz’aria con, tra gli altri simboli, una stella di David impressa sul dorso.

Durissima la posizione di Benjamin Graumann, membro del Consiglio della Comunità ebraica di Francoforte, che in un articolo apparso nei mesi scorsi sulla Jüdische Allgemeine aveva, tra l’altro, dichiarato:

«Dal momento che Roger Waters ha utilizzato i suoi concerti in passato per far librare sopra il palco un maiale contrassegnato da una stella di David e poi abbatterlo, tutti i visitatori dei concerti in programma ad Amburgo, Colonia, Monaco e Francoforte dovrebbero seriamente chiedersi come questo si può fare per riconciliarsi con i loro valori liberali. A Francoforte tuttavia c’è un’ulteriore particolarità, o meglio una particolare mancanza di gusto. Il concerto dovrebbe aver luogo nella Festhalle. A proposito vale la pena ricordare, giusto come promemoria, come durante la notte del pogrom del 9 novembre 1938, più di 1.000 uomini ebrei siano stati trascinati fuori dalle loro case, separati dalle loro famiglie e ammassati in questo stesso spazio. Lì furono sadicamente umiliati, picchiati e poi deportati, la maggior parte a Buchenwald. È insopportabile e inaccettabile che 85 anni venga offerto dopo a un antisemita come Waters il grande palcoscenico proprio in questo luogo».

Come si legge ancora in un articolo di The Algemeiner di qualche giorno fa, le pressioni per annullare il concerto di Waters sono in aumento. Negli ultimi anni il cantante ha flirtato infatti con un antisemitismo sempre più evidente. Come quando nel 2020 aveva descritto il defunto filantropo miliardario filo-israeliano Sheldon Adelson un «burattinaio» che controlla il governo degli Stati Uniti. In un’intervista con l’agenzia di stampa Shehab, affiliata ad Hamas, era possibile ascoltare un Waters spettinato e a tratti vagamente sconvolto mentre affermava «che Adelson era il burattinaio che tirava i fili di Donald Trump, Mike Pompeo e di, come si chiama, l’ambasciatore… Greenberg penso che si chiami», usando un nome ebraico stereotipato e a caso riferendosi all’ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, David Friedman.

Recentemente, Uwe Becker, commissario per l’antisemitismo per lo stato dell’Assia, a sua volta ha criticato Waters come «un esempio di antisemitismo aggressivo, legato a Israele e quindi non dovrebbe ricevere una piattaforma artistica in Assia».

Waters, dal canto suo ha dichiarato in alcune interviste che le critiche a Israele non devono essere considerate come antisemite, bensì un modo per sostenere i diritti dei palestinesi. Affermazione farcite con il solito ritornello «ho molti amici ebrei» a cui hanno fatto seguito il nome del nipote di Wiesenthal e della propria nuora. Per la serie, quando la toppa è peggio del buco…