Giorno della memoria 2023: i programmi tv

Spettacolo

a cura di Ilaria Myr
Pubblichiamo un elenco, continuamente aggiornato, dei principali programmi televisivi e radiofonici che andranno in onda per il Giorno della Memoria 2023.
N.B.: non sono inseriti i programmi in onda a Shabbat. Quelli in onda sulla Rai saranno visibili su Raiplay

(nella foto un frame di Lezioni di persiano)

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VENERDì 20 GENNAIO

– Ore 19.40. Rai Storia (canale 54)
Pietre d’inciampo (doc.)

Andrea Schivo non era ebreo ma ha perso la vita per aver aiutato gli ebrei detenuti nel carcere di San Vittore, dove lavorava come guardia carceraria. A lui è dedicato il nuovo appuntamento con “Pietre d’inciampo”. Nato nel 1895 a Villanova d’Albenga, in Liguria, Andrea partecipa alla Prima Guerra Mondiale, durante la quale viene colpito da un proiettile. Come risarcimento per quel colpo di pistola, ottiene dallo Stato italiano un lavoro come guardia carceraria. Si trasferisce quindi a Milano, dove presta servizio nel carcere di San Vittore, carcere che nel 1943, in seguito all’occupazione nazista, si riempie di uomini, donne e bambini ebrei. Andrea Schivo cerca di alleviare le condizioni di questi prigionieri, portando da casa uova, marmellata, frutta, pollo cucinato dalla moglie. Tutto quanto poteva essere utile. Un giorno del ’44, però, i tedeschi trovano un ossicino di pollo in una cella del quinto raggio occupata da una famiglia di ebrei che, sottoposti a tortura, confessano il nome dell’agente che ha introdotto per loro in carcere del cibo di nascosto: si tratta di Andrea Schivo. Subito arrestato e rinchiuso nello stesso carcere in cui lavorava, Andrea viene trasferito dopo pochi giorni nel lager di Bolzano e poi nel campo di concentramento di Flossenbürg, in Germania, dove muore il 29 gennaio 1945, due giorni dopo la liberazione di Auschwitz. L’episodio riemerge nel 1998, con la pubblicazione di un documento d’archivio del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) di Milano: si tratta della testimonianza di diciannove agenti di custodia contenente i particolari sull’arresto di Schivo.

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SABATO 21 GENNAIO

-Ore 19.30. Rai Storia (canale 54)
Pietre d’inciampo (doc.)
Roma, 1943. Spartaco Pula vive nel quartiere di Centocelle ed è un giovane padre di famiglia. È sposato con Tecla, ha due figlie, Angela e Benedetta, e un terzo in arrivo. Fa il verniciatore nella bottega del fratello italo, che è fabbro. Quando, dopo l’Armistizio dell’8 settembre, Roma cade in mano ai nazisti, Spartaco – che aveva combattuto in Grecia con l’esercito italiano – decide di entrare nella Resistenza e si unisce al Gruppo di azione partigiana guidato da suo fratello Italo. Spartaco Pula, e il fratello Italo, sono i protagonisti dell’ultimo appuntamento con “Pietre d’inciampo”, la serie condotta da Annalena Benini. Il quadrante in cui vivevano i due fratelli, quello ad est della Capitale che comprende i quartieri del Quadraro, di Centocelle e di Tor Pignattara, era cruciale per la Resistenza perché attraversato dalla via Casilina, che portava al fronte di Cassino, ed era percorsa quotidianamente da mezzi dell’esercito tedesco che volevano raggiungere la Linea Gustav. Insieme ai compagni di lotta, Italo e Spartaco sono protagonisti di atti di sabotaggio e di requisizione di armi all’aeroporto di Centocelle, al Forte Casilino e allo stabilimento di armi Breda, lungo la via Casilina. Nelle loro case nascondono volantini, armi e munizioni. Italo e Spartaco vengono arrestati in piazza delle Camelie, a Centocelle, il 12 gennaio 1944 da una retata delle SS. Vengono portati a via Tasso, torturati e in seguito incarcerati a Regina Coeli.
-Ore 23. Rai 2
Tg2 Dossier. “I mille volti della Shoah” di Giovan Battista Brunori
Reportage alla scoperta dei luoghi che sono stati teatro dei più atroci e oscuri massacri avvenuti durante il regime nazista: In tutto sei milioni gli ebrei uccisi, dei quali due milioni e mezzo nei paesi dell’ex unione sovietica. In Lituania, le immagini della foresta di Paneriai dove i tedeschi e i loro complici fucilarono 70 mila persone; l’orrore del ghetto di Kaunas con la testimonianza di Fruma Vitkin, unica sopravvissuta della sua famiglia; le storie delle vittime del ghetto di Vilnius nelle interviste ai loro familiari; le immagini sul massacro del garage Lietukis, uno dei primi pogrom contro gli ebrei in Lituania, in proporzione la Comunità ebraica più colpita dalla Shoah: 200 mila vittime, il 94% dell’intera comunità della “Gerusalemme dell’est” come veniva chiamata Vilnius prima della persecuzione.
A Tg2 Dossier le storie di tanti altri paesi devastati dalla Shoah: Dai paesi baltici, all’Europa centrale, al nord Africa: in Italia le interviste ai familiari di chi e’ sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz come Daniel Vogelmann, e a chi eè scampato alla deportazione come Massimo Finzi. Da Tel Aviv, dove risiede, l’intervista ad Allegra Gutta Naim, ebrea di Libia sopravvissuta alla deportazione nel campo di concentramento di Giado, uno dei lager che nella ex colonia italiana spezzarono la vita ad oltre 700 ebrei.

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DOMENICA 22 GENNAIO

– Ore 19.35. Rai Storia (canale 54)
Pietre d’inciampo
Le vicende di sei famiglie vittime della Shoah e della persecuzione nazifascista in Italia, a cui sono state dedicate altrettante pietre d’inciampo: le racconta la nuova edizione di “Pietre D’Inciampo”, la docu-serie storica condotta dalla giornalista Annalena Benini. Nel primo episodio, la storia di due giovanissimi amici, Orlando Orlandi Posti e Ferdinando Agnini, di 18 e 20 anni, membri della resistenza studentesca di Montesacro, imprigionati e torturati nel carcere di Via Tasso di Roma e assassinati nell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Le pietre d’inciampo a loro dedicate si trovano rispettivamente in via Monte Nevoso 14, e via Monte Tomatico 1. Intervengono in puntata Simona Orlandi, pronipote di Orlando Orlandi Posti, Giuseppe Agnini, nipote di Ferdinando Agnini, la professoressa Maria Rosati, tra i richiedenti la pietra insieme agli alunni del liceo Aristofane, lo storico Paolo Mieli, Antonio D’Ettorre, storico del Centro Culturale di Montesacro che si è occupato della resistenza di quartiere.

– Ore 21.10. Rai Storia (canale 54)
Il labirinto del silenzio
Johann Radmann è un giovanissimo procuratore della neonata Repubblica Federale Tedesca, che solitamente è incaricato di risolvere casi di infrazioni stradali. Un giorno il giovane procuratore si imbatte in alcuni documenti portati dal giornalista Thomas Gnielka che aiuteranno a dare, successivamente, il via al processo contro il professore Schulz, che ha prestato servizio ad Auschwitz e continua ad insegnare in un liceo della città, nonostante le disposizioni di legge vietino la presenza di ufficiali SS nell’amministrazione dello Stato. Sul caso si solleva un notevole interesse e Radmann, con l’appoggio del procuratore generale Fritz Bauer, decide di espandere la ricerca indagando su tutte le persone che hanno prestato servizio come SS e hanno commesso crimini di guerra.

Il labirinto del silenzio
Il labirinto del silenzio

 

– Ore 22.50. Rai Movie (canale 24)
Il giardino dei Finzi Contini
La vita di una famiglia borghese nella Ferrara degli anni ’30 è sconvolta da fascismo e leggi razziali. Dal romanzo di Giorgio Bassani. Oscar 1972 per il miglior film straniero. Due David 1971. Vers – ione restaurata. – di Vittorio De Sica con Dominique Sanda, Fabio Testi 1970 ITA

– Ore 0.50. Rete 4
Colette. un amore più forte di tutto (2013)
Seconda Guerra Mondiale. Villi e Colette vengono catturati ed inviati nel campo di concentramento di Auschwitz. Dopo essere stati separati l’uno dall’altra ma, nonostante le terribili condizioni, entrambi sono determinati a sopravvivere e faranno di tutto per tornare insieme. Basato su un romanzo di Arnost Lustig.

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LUNEDì 23 GENNAIO

– Ore 19.35. Rai Storia (canale 54)
Pietre d’inciampo
La storia di una famiglia ebrea di Torino, smembrata e distrutta dalla brutalità del nazifascismo. La famiglia Colombo, composta da padre, madre e una figlia piccola, Elena, e alla quale è stata dedicata la pietra d’inciampo situata a Torino, in Via Piazzi 3, è la protagonista di “Pietre d’inciampo”, condotta da Annalena Benini. Mentre la vita dei due genitori si interrompe in una camera a gas di Auschwitz nel 1944, quella della piccola Elena seguirà un percorso diverso ma dallo stesso triste epilogo. Elena viene separata dai genitori subito dopo l’arresto e affidata a un convento di suore, verrà poi arrestata e deportata, sempre ad Auschwitz, morendo senza più rivedere la sua famiglia, a soli undici anni. Intervengono nella puntata Fabrizio Rondolino e Guido Robotti, i pronipoti di Elena; Piera Billotti Marinoni, vicina di casa, che ha richiesto la pietra d’inciampo; Barbara Berruti, storica.

– Ore 0.55. Rete 4
Sobibor la grande fuga
Polonia, Seconda Guerra Mondiale. In poco meno di un anno e mezzo il campo di sterminio di Sobibór elimina centinaia di migliaia di persone, “colpevoli” di essere ebrei. In quel campo nell’ottobre del ’43 si scatena una vera e propria rivolta: dopo aver ucciso 12 ufficiali della SS, trecento prigionieri riescono ad evadere, sfidando proiettili e mine antiuomo. Tra i fuggiaschi solo una cinquantina sopravviverà fino alla fine del Conflitto Mondiale, tra questi anche il leader della ribellione, il valoroso ufficiale sovietico Alexander Pechersky.

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MARTEDì 24 GENNAIO

– Ore 13.15. Rai Tre (e in replica alle 20:30 su Rai Storia)
Passato e presente. I campi di concentramento fascisti con Paolo Mieli
Nell’immaginario collettivo, la rievocazione dei “campi di concentramento” della Seconda guerra mondiale coincide spesso con le drammatiche immagini dei Koncentrazionslager della Germania nazista, le anticamere dello sterminio sistematizzato del popolo ebraico, e non solo.
Ma a partire dal 1940 anche l’Italia fascista organizza strutture di internamento, nelle quali intere generazioni di individui sgraditi al regime perderanno la libertà, e in molti casi anche la vita. In questa puntata di “Passato e Presente” in onda martedì 24 gennaio alle ore 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, Annalisa Cegna, insieme a Paolo Mieli, ridisegnerà la mappa dei campi di concentramento fascisti presenti dentro e fuori i confini della Penisola negli anni della guerra, raccontando le vicende emblematiche di alcune tra le vittime di internamento: uomini, donne, bambini, stranieri, ebrei, zingari. Un lungo elenco di “indesiderabili” che il fascismo si sforzerà di isolare socialmente e reprimere fisicamente per sgombrare il campo da ogni espressione di dissenso contro il regime.  

– Ore 19.35. Rai Storia (canale 54)
Pietre d’inciampo (doc.)
La storia di una famiglia antifascista di Bologna, madre, padre e tre figlie, che durante la guerra trasformò la propria abitazione in una stamperia clandestina di pubblicazioni e volantini antiregime. La storia della famiglia Baroncini è al centro di “Pietre d’inciampo”, la serie condotta da Annalena Benini. Una volta scoperta a seguito di una soffiata, la famiglia fu arrestata e deportata nei campi di concentramento di Mauthausen e Ravensbrück. Dei cinque componenti sopravvissero solo le due figlie più piccole. Le pietre dedicate alla famiglia Baroncini si trovano a Bologna, in Via Rimesse. Tra gli intervistati Giorgia Poli, nipote di Nella Baroncini; Eligio Roveri, figlio di Lina Baroncini; Luca Alessandrini, storico; Fabrizio Tosi, Presidente Aned Bologna.

– Ore 21.15. Rai 5 (canale 23)
La verità negata (2016)
Diretto da Mick Jackson e sceneggiato da David Hare, La verità negata racconta la vera storia di Deborah Lipstadt, una professoressa americana di storia ebraica (alla Emory University di Atlanta) che si ritrova imputata in un processo britannico per diffamazione destinato ad avere un forte impatto sul modo in cui viene raccontato l’Olocausto. Dopo la pubblicazione nel 1993 del suo libro Denying the Holocaust: The Growing Assault on Truth and Memory (Negare l’Olocausto: Il crescente assalto alla verità e alla memoria), Deborah Lipstadt è scioccata dall’apprendere che lo scrittore e storico britannico David Irving, prolifico autore di volumi sulla Seconda guerra mondiale, l’ha citata in giudizio per diffamazione. Ancora più sorprendente per il mondo accademico americano è che, secondo le leggi sulla diffamazione in vigore nel Regno Unito, venga considerata colpevole a meno che non riesca a dimostrare la propria innocenza. Deborah si ritrova così non solo a doversi difendere ma anche a dimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio, che l’Olocausto ha avuto effettivamente luogo. Con passione, ardore e fiera indipendenza, rifiuta il patteggiamento e chiede che il processo abbia luogo. Nonostante le solide argomentazioni raccolte contro la professoressa, il team di avvocati inglesi della Lipstadt, guidato dal procuratore legale Anthony Julius e dall’avvocato Richard Rampton, presentano una strategia di difesa fuori dal comune: né Deborah né i sopravvissuti all’Olocausto saranno chiamati a deporre (per evitare loro l’umiliazione, si appellano a processi precedenti secondo cui i sopravvissuti non ricordano esattamente tutti i dettagli per via della situazione di rischio in cui si trovavano).

La verità negata

 

– Ore 21.20. Canale 5
Storia di una ladra di libri (2013)
Germania, 1939. Liesel Meminger è una ragazzina di pochi anni che ha perduto un fratellino e rubato un libro che non può leggere perché non sa leggere. Abbandonata dalla madre, costretta a lasciare la Germania per le sue idee politiche, e adottata da Rosa e Hans Hubermann, Liesel apprende molto presto a leggere e ad amare la sua nuova famiglia. Generosi e profondamente umani gli Hubermann decidono di nascondere in casa Max Vandenburg, un giovane ebreo sfuggito ai rastrellamenti tedeschi. Colto e sensibile, Max completa la formazione di Liesel, invitandola a trovare le parole per dire il mondo e le sue manifestazioni. Perché le parole sono vita, alimentano la coscienza, aprono lo spazio all’immaginazione, rendono sopportabile la reclusione. Fuori dalla loro casa intanto la guerra incombe e la morte ha molto da fare, ricoverando pietosa le vittime di Hitler e dei suoi aguzzini, decisi a fare scempio degli uomini e dei loro libri.

– Ore 0.50. Rete 4
La chiave di Sara (2010)
Julia Jarmond è una giornalista americana, moglie di un architetto francese e madre di una figlia adolescente. Da vent’anni vive a Parigi e scrive articoli impegnati e saggi partecipi. Indagando su uno degli episodi più ignobili della storia francese, il rastrellamento di tredicimila ebrei, arrestati e poi concentrati dalla polizia francese nel Vélodrome d’Hiver nel luglio del 1942, ‘incrocia’ Sara e apprende la sua storia, quella di una bambina di pochi anni e ostinata resistenza che sopravviverà alla sua famiglia e agli orrori della guerra. Impressionata e coinvolta, Julia approfondirà la sua inchiesta scoprendo di essere coinvolta suo malgrado e da vicino nella tragedia di Sara. Con pazienza e determinazione ricostruirà l’odissea di una bambina, colmando i debiti morali, rifondendo il passato e provando a immaginare un futuro migliore.

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MERCOLEDì 25 GENNAIO 

– Ore 17. Rete 4
Il viaggio di Fanny (2016)
Seconda Guerra Mondiale. Molte famiglie di origine ebraica perseguitate dal regime nazista, si trovano costrette ad affidare i propri bambini a piccole organizzazioni clandestine che li accudiscano e li proteggano mentre, al contempo, cercano di nascondere la loro identità Fanny, un’ebrea dodicenne, separata insieme alle sue due sorelle dai genitori, è costretta dalle circostanze a scappare dal proprio rifugio assieme a un folto gruppo di bambini, per cercare riparo in Svizzera.
Lola Doillon ha portato sullo schermo la vicenda reale di Fanny Ben-Ami narrata nel suo romanzo autobiografico.

Il viaggio di Fanny

 

– Ore 19.35. Rai Storia (canale 54)
Pietre d’inciampo (doc.)
La storia di un uomo di origine ebraica, Samuele Levi, costretto a presentarsi alla Risiera di San Sabba e deportato in un sottocampo di Dachau, morto di lavori forzati il 19 marzo 1945. Una storia ripercorsa da Annalena Benini in “Pietre d’inciampo”. Se oggi i suoi figli e nipoti possono raccontare la sua storia è solo grazie all’aiuto di Augusto Fabro e della sua famiglia, i vicini di casa che nascosero la moglie di Samuele, incinta di pochi giorni, insieme ai quattro figli, salvandoli dalla deportazione. La pietra è stata installata in Via Della Cattedrale 14 a Trieste. A ricordare la sua storia sono Vittorio Levi, il figlio salvato che all’epoca dei fatti aveva 5 anni; Raffaella Levi, nipote di Samuele e figlia di Vittorio; Renato Fabro, figlio di Augusto, che nascose il resto della famiglia Levi durante l’occupazione; Tristano Matta, storico.

– Ore 21.20. La 7
Atlantide. Speciale giorno della memoria. Edith Bruck

– Ore 23.20. La 7
Il bambino con il pigiama a righe (2008)
Berlino, anni Quaranta. Bruno è un bambino di otto anni con larghi occhi chiari e una passione sconfinata per l’avventura, che divora nei suoi romanzi e condivide coi compagni di scuola. Il padre di Bruno, ufficiale nazista, viene promosso e trasferito con la famiglia in campagna. La nuova residenza è ubicata a poca distanza da un campo di concentramento in cui si pratica l’eliminazione sistematica degli ebrei. Bruno, costretto ad una noiosa e solitaria cattività dentro il giardino della villa, trova una via di fuga per esplorare il territorio. Oltre il bosco e al di là di una barriera di filo spinato elettrificato incontra Shmuel, un bambino ebreo affamato di cibo e di affetto. Sfidando l’autorità materna e l’odio insensato indotto dal padre e dal suo tutore, Bruno intenderà (soltanto) il suo cuore e supererà le recinzioni razziali.

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GIOVEDì 26 GENNAIO

– Ore 20.30. Rai Storia (canale 54) (replica ore 13:15 Rai3)
Passato e presente – Il giardino dei Finzi Contini. La Shoah in un romanzo con la prof.ssa Alessandra Tarquini
“Il giardino dei Finzi Contini”, il romanzo più celebre dello scrittore ferrarese Giorgio Bassani, viene pubblicato nel febbraio del 1962, suscitando un ampio dibattito. Il titolo, vincitore del premio Viareggio, si unisce ad altri usciti in quegli anni, che concentrano la propria narrazione sui temi delle leggi razziali, della deportazione, dello sterminio degli ebrei. Per il panorama letterario italiano è una svolta, dopo anni in cui la Shoah difficilmente è stata oggetto di interesse di romanzieri e di poeti. Una svolta ascrivibile senza dubbio al processo Eichmann che, nel 1961, è trasmesso integralmente dalla radio israeliana e seguito dai media di tutto il mondo, ma che ha a che fare anche con la coscienza di chi, come Bassani, ha subito in prima persona il trauma della persecuzione ma non ne è stato travolto. Bassani sente il dovere morale di recuperare la memoria di chi è stato spazzato via d’un colpo da questa tragedia indicibile, e attraverso la vicenda della famiglia Finzi Contini coi personaggi che le gravitano attorno, intende sottrarre all’oblio le storie di uomini e donne che la grande Storia ha inghiottito con le sue atrocità. Ne parlano a “Passato e presente” la professoressa Alessandra Tarquini e Paolo Mieli nel nuovo appuntamento con Passato e presente in onda giovedì 26 gennaio alle ore 13:15 su Rai3 e alle ore 20:30 su Rai Storia.

– Ore 21.10. Rai5 (canale 23)
Visioni – La memoria del ghetto  (Ore 21.10)
In occasione del Giorno della Memoria, Visioni compie un viaggio nei ghetti e nelle giudecche d’Italia per scoprirne il rapporto con la città in cui sono inseriti e seguirne l’evoluzione. A raccontarci gli eventi: Riccardo Calimani, Corrado Augias e Anna Foa. Un programma di A. Greca, regia A. Tinti

– Ore 21.20. Rai Due
Jojo Rabbit (2019)
Germania, 1944. Jojo Betzler è un dolce e timido bambino tedesco che crede nei principi nazisti ed ha un amico immaginario molto particolare: una versione grottesca e caricaturale di Adolf Hitler.

– Ore 23.10. Rai Storia (canale 54)
1938. Quando scoprimmo di non essere più italiani (2018)
Il film descrive le vicende di italiani, ebrei e non ebrei, durante il periodo che va dalla pubblicazione delle leggi razziali (1938) alla deportazione dall’Italia (1943-1945). Le testimonianze sono numerose e affrontano la situazione da prospettive diverse non escludendo chi, all’epoca (e ancora oggi), era favorevole all’applicazione di quelle disposizioni.

– Ore 0.50. Rete 4
Il pianista (2002)
Varsavia, 1939. Wladyslaw Szpilman è un giovane pianista ebreo di grande talento. La sua vita viene improvvisamente sconvolta quando i tedeschi invadono la Polonia: Wladyslaw e la sua famiglia vengono rinchiusi nel ghetto insieme a tutti gli altri ebrei della città, ed in seguito i suoi parenti sono deportati nei lager. Rimasto solo, Wladyslaw è costretto a nascondersi per cercare di sopravvivere…

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VENERDì 27 GENNAIO

– Ore  00.10 e in replica 8.30, 12:15, 13.30 ca., 20.10 ca. Rai Storia (canale 54)
Il giorno e la storia
È il 27 gennaio 1945: i soldati dell’Armata Rossa varcano i cancelli di Auschwitz e liberano i prigionieri superstiti, sopravvissuti allo sterminio razzista. Le truppe liberatrici, entrando nel campo di Auschwitz-Birkenau, scoprono e svelano al mondo, gli orrori che si sono compiuti nel cuore dell’Europa.

-Ore 9. Rai Storia (canale 54)
Passato e Presente – La conferenza di Wansee con il prof. David Bidussa

Il 31 luglio del 1941 Hermann Göring, “uomo forte” della politica economica del Terzo Reich, incarica il generale delle SS Reinhard Heydrich di predisporre, in collaborazione con «le altre istanze centrali», «tutte le necessarie misure per preparare dal punto di vista organizzativo, pratico e materiale una soluzione globale della questione ebraica nell’area dell’Europa sotto influenza tedesca». Per Heydrich è la grande occasione: quest’investitura gli consente di ricondurre la judenpolitik sotto la sua egida. Forte di questa delega, nel novembre successivo il gerarca nazista indice per il 20 gennaio 1942 una riunione con quindici tra i più alti funzionari pubblici, membri del Partito nazista, ufficiali delle SS, e delegati delle autorità civili di occupazione in Polonia e in Unione Sovietica. L’evento avrebbe avuto luogo in una villa sul lago di Wannsee, alla periferia di Berlino. Tutti gli invitati avevano già sperimentato delle “soluzioni regionali” alla questione giudaica, ma quello che Heydrich e i partecipanti alla conferenza si accingono a fare ora è uccidere fino all’ultimo ebreo d’Europa, dall’Irlanda agli Urali, dall’Artico al Mediterraneo, ovvero trasformare l’eccidio di massa in un vero e proprio genocidio.

– ore 9:35. Rai Storia (canale 54)
I bambini di Bullenhuser Damm, Storie di vite spezzate

Il 20 aprile 1945, venti bambini ebrei provenienti da tutta Europa vennero uccisi nella scuola amburghese di Bullenhuser Damm. Il documentario “I bambini di Bullenhuser Damm”, in onda venerdì 27 gennaio alle 9:35 su Rai Storia, racconta le loro giovani vite spezzate: dall’arresto e dalla separazione dai genitori, alla detenzione nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dagli esperimenti medici che subirono al terribile epilogo della loro storia.

– Ore 9.55. Rai 1
Quirinale: Celebrazione della Giornata della Memoria
A cura del Tg1 e Rai Quirinale Telecronaca di Nadia Zicoschi Regia di Cinzia Perreca

-Ore 10.30. rai Storia
Pietre d’inciampo – Napoli. Procaccia, Pacifici e Molco
(replica di mercoledì 18 gennaio alle 19:30)

A Napoli, in Piazza Bovio, ci sono nove pietre d’inciampo dedicate a nove persone, tutte dello stesso nucleo familiare. Amedeo Procaccia e Jole Benedetti sono i capostipiti di questa famiglia, marito e moglie di origine ebraica che negli anni ’30 abbracciano la fede fascista. Amedeo e Iole hanno un figlio maschio, Aldo, e due figlie femmine, Yvonne ed Elda. Alla fine degli anni ’30, Yvonne ed Elda sposano due amici venuti dalla Toscana, Sergio Molco e Loris Pacifici. Nell’estate del 1943, per sfuggire ai bombardamenti che stanno mettendo in ginocchio Napoli, i componenti di questa grande famiglia si rifugiano in Toscana vicino a Lucca, pensando di essere al sicuro. Ma il 6 dicembre, in seguito a una delazione, vengono arrestati dalle milizie fasciste. Sono portati al campo di transito di Bagni di Lucca, e poi da lì avviati ad Auschwitz, dove muoiono tutti. La più piccola, Luciana, di soli 7 mesi, muore durante il trasferimento sul convoglio numero 6, partito da Milano, dal famigerato binario 21, il 30 gennaio 1944. Sergio Molco, la moglie Yvonne e il figlio Renato riescono a sfuggire all’arresto, ma Sergio viene arrestato poche settimane dopo. Lo attende lo stesso destino del resto della famiglia: deportato ad Auschwitz il 6 febbraio, muore 22 giorni dopo. Le loro storie sono raccontate da Annalena Benini nella nuova serie “Pietre d’inciampo” in onda mercoledì 18 gennaio alle 19:30 su Rai Storia.

– Ore 11. Rai Storia
Storie della Shoah in Italia. I complici
Gli anni sono quelli dal 1943 al 1945, e i protagonisti sono i collaborazionisti italiani che, durante l’occupazione nazista, aiutarono di loro spontanea volontà nella ricerca e nell’arresto dei loro concittadini di religione ebraica. Le vicende dei personaggi, loro malgrado protagonisti di queste storie, si dipanano su quattro città italiane: Roma, Firenze, Milano e Trieste. Per ognuna di queste città verrà raccontata una storia esemplare di “tradimento”, attraverso la quale è possibile conoscere il meccanismo della deportazione e le motivazioni personali di chi voleva un’Europa “libera da ebrei”. Utilizzando un linguaggio chiaro e fonti in gran parte inedite, si vuole raccontare questa pagina oscura e quasi completamente dimenticata della storia recente del nostro paese. “Storie della Shoah in Italia. I complici” andrà in onda venerdì 27 gennaio alle ore 11 su Rai Storia

– Ore 12:20. Rai Storia (replica di giovedì 19 gennaio ore 19:30) 
Pietre d’inciampo – Viterbo. Famiglia Di Porto 

Angelo Di Porto e Letizia Anticoli abitavano a Viterbo, dove avevano una piccola merceria. Erano genitori del piccolo Silvano e vivevano insieme ai genitori di lei, Vittorio Emanuele e Reale, in via della Verità. La famiglia, una delle poche famiglie ebree di Viterbo, era molto benvoluta da tutti. La vita di queste persone è sconvolta il 2 Dicembre 1943 quando, proprio davanti alla loro abitazione, Angelo, Letizia e Reale, vengono portati via dalle milizie fasciste e condotti al carcere di Santa Maria in Gradi. Il piccolo Silvano, di soli 8 anni, viene salvato da una vicina di casa, una ragazza di 17 anni, che lo prende per mano e lo porta via come se fosse figlio suo. Anche Vittorio Emanuele viene arrestato qualche tempo dopo, a Roma.
Il 22 Marzo 1944, Angelo, Letizia e Reale vengono caricati su un camion: sono destinati al campo di transito di Fossoli. Mentre sta salendo sul camion, Reale cade e si rompe una gamba. Probabilmente perde conoscenza e resta distesa sull’asfalto, e i fascisti, che la credono morta, la lasciano lì. Viene salvata da un muratore viterbese, che la fa accomodare sulla sua carriola e la porta all’ospedale di Viterbo, dove viene nascosta e curata da un medico e da un infermiere, Francesco Morelli.
Angelo, Letizia e Vittorio Emanuele, invece, non faranno mai ritorno dai campi di sterminio. Silvano non ha mai dimenticato la sua famiglia e per anni ne ha tramandato la memoria, che oggi rivive in Angelo, suo figlio. La storia della famiglia Di Porto sarà raccontata da Annalena Benini nell’ appuntamento con Pietre d’inciampo, in onda su Rai Storia venerdì 27 gennaio alle ore 12.20 su Rai Storia.

– Ore 12.45. Rai Storia
Disegni dall’Olocausto

Un eccezionale documentario per conoscere la tragedia della Shoah da un’angolazione del tutto nuova: quella offerta dai circa 30.000 disegni e schizzi realizzati di nascosto nei lager dai deportati. Il coraggio di testimoniare, il bisogno di fissare su carta l’indicibile, usando materiali di fortuna e occultandoli nei punti più impensabili per non costare la vita ai loro artisti, per farli arrivare fino a noi. È lo Speciale “Disegni dall’Olocausto”, in onda giovedì 27 gennaio alle 12.45 su Rai Storia. A fare da guida in questo viaggio di grande valore artistico e morale è lo studioso della Shoah David Bidussa.

– Ore 13:15. Rai3 (e in replica alle 20:30 su Rai Storia)
Passato e presente – Le donne nei lager nazisti
Per la Giornata della Memoria Passato e presente dedica una puntata alla deportazione femminile nei lager nazisti, con la professoressa Anna Foa. Nel 1939, prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale, i nazisti costruiscono il campo di concentramento femminile di Ravensbruck, 80 km a nord-est di Berlino, che rimarrà l’unico, per tutta la durata del conflitto, a ospitare esclusivamente donne. Dal 1942 vengono poi aperte sezioni femminili in altri campi, come Auschwitz-Birkenau e Bergen Belsen.
La deportazione femminile ha delle caratteristiche proprie, a cominciare dalla vergogna per la nudità, a cui tutti i prigionieri sono sottoposti, fin dall’arrivo nel lager, ma che per le donne è più umiliante e difficile da sopportare.
Le situazioni più drammatiche sono quelle delle madri, che già all’arrivo nei lager quasi sempre vengono mandate nelle camere a gas con i figli. Le donne incinte sono costrette ad abortire o, se riescono a partorire, a vedere i loro piccoli morire di fame e di freddo.
Inoltre, diverse donne sono sottoposte anche a esperimenti pseudoscientifici che, quando non le uccidono, ne compromettono irrimediabilmente la salute. Su di loro si sperimentano i metodi di sterilizzazione di massa, che i nazisti intendono adottare nei confronti delle popolazioni considerate inferiori.

– Ore 14.15. Rai Storia
Passato e presente – La liberazione di Auschwitz
con il prof. Alessandro Barbero
In occasione del Giorno della Memoria, Passato e presente dedica una puntata alla liberazione di Auschwitz, il lager simbolo del progetto di sterminio nazista.  Inizialmente il campo è destinato a raccogliere i prigionieri di guerra e i tanti civili, soprattutto ebrei, che vengono rastrellati dall’esercito nazista nel suo percorso di conquista in Europa. I deportati sono destinati al lavoro forzato e nel corso della guerra milioni di prigionieri-schiavi, ad Auschwitz e negli altri lager nazisti, contribuiranno a mandare avanti l’industria civile e quella bellica della Germania.
Quando a Wansee, nel gennaio 1942, viene decisa la “soluzione finale della questione ebraica”, ossia lo sterminio di tutti gli ebrei d’Europa, il lager numero 2, Auschwitz-Birkenau, diventa il principale campo di sterminio del Reich. Oltre un milione e mezzo di persone vengono uccise nelle camere a gas, un milione delle quali ebree. Ma nel campo si muore anche per le terribili condizioni di vita e di lavoro, per la fame, le malattie, le esecuzioni sommarie.
Il 27 gennaio 1945 i soldati dell’Armata rossa arrivano ad Auschwitz e liberano il campo, abbandonato qualche giorno prima dalle truppe tedesche in rotta. Lo spettacolo che si presenta ai loro occhi è spaventoso. 7.000 prigionieri, tra cui 700 bambini, vagano come fantasmi in circa di cibo per sopravvivere. Molti di loro, con il fisico stremato, moriranno anche dopo la liberazione. Per i sopravvissuti inizierà un lungo viaggio e difficile di ritorno, come raccontato ne “La tregua” di primo Levi. Ospite di Paolo Mieli è il professor Alessandro Barbero. L’appuntamento con “La liberazione di Auschwitz” è per venerdì 27 gennaio alle 14:15 su Rai Storia.

– Ore 15. Rai Storia
Il coraggio della pietà. Gli ebrei in Italia durante la guerra

Nella seconda puntata della ricca ricostruzione storica sugli Italiani e la guerra, in onda venerdì 27 gennaio alle ore 15 su Rai Storia, Caracciolo intervista molti sopravvissuti ai campi di sterminio. Lo storico Carpi illustra le sue ricerche sul comportamento della popolazione italiana verso gli Ebrei residenti in Italia. Ducci, poi, illustra il suo punto di vista sul comportamento di Benito Mussolini, nella sua opinione ambiguo nell’intervenire clandestinamente per salvare la vita ad alcuni Ebrei nonostante ufficialmente allineato col dittatore nazifascista.

-Ore 16. Rai Storia (replica della puntata del 20 gennaio alle 19:30)
Pietre d’inciampo – Milano. Andrea Schivo
Andrea Schivo non era ebreo ma ha perso la vita per aver aiutato gli ebrei detenuti nel carcere di San Vittore, dove lavorava come guardia carceraria. A lui è dedicato l’appuntamento con “Pietre d’inciampo” in onda venerdì 27 gennaio alle 16 su Rai Storia. Nato nel 1895 a Villanova d’Albenga, in Liguria, Andrea partecipa alla Prima Guerra Mondiale, durante la quale viene colpito da un proiettile. Come risarcimento per quel colpo di pistola, ottiene dallo Stato italiano un lavoro come guardia carceraria. Si trasferisce quindi a Milano, dove presta servizio nel carcere di San Vittore, carcere che nel 1943, in seguito all’occupazione nazista, si riempie di uomini, donne e bambini ebrei. Andrea Schivo cerca di alleviare le condizioni di questi prigionieri, portando da casa uova, marmellata, frutta, pollo cucinato dalla moglie. Tutto quanto poteva essere utile. Un giorno del ’44, però, i tedeschi trovano un ossicino di pollo in una cella del quinto raggio occupata da una famiglia di ebrei che, sottoposti a tortura, confessano il nome dell’agente che ha introdotto per loro in carcere del cibo di nascosto: si tratta di Andrea Schivo. Subito arrestato e rinchiuso nello stesso carcere in cui lavorava, Andrea viene trasferito dopo pochi giorni nel lager di Bolzano e poi nel campo di concentramento di Flossenbürg, in Germania, dove muore il 29 gennaio 1945, due giorni dopo la liberazione di Auschwitz.
L’episodio riemerge nel 1998, con la pubblicazione di un documento d’archivio del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) di Milano: si tratta della testimonianza di diciannove agenti di custodia contenente i particolari sull’arresto di Schivo.

– Ore 16.05. Rai 3
La cartolina di Elena
Uno speciale tv inedito, dedicato a ragazzi e famiglie, per il Giorno della Memoria della Shoah, in animazione e live action, prodotto da Rai Kids e Stand by me. “La cartolina di Elena” racconta la storia vera, finora poco conosciuta, di Elena Colombo, una bambina ebrea torinese che, nel 1943, fu separata dai genitori a 10 anni e deportata da sola ad Auschwitz: l’unico caso documentato in tutta la Shoah italiana. La vicenda è narrata attraverso gli occhi di due giovani protagonisti, Cecilia e Fabrizio, che vivono a Torino oggi e che ricostruiscono la storia di Elena e dei suoi genitori a partire da una vecchia fotografia di famiglia: la narrazione alterna presente e passato, sogno e realtà, in un’investigazione che, mescolando live action e animazione, è in grado di commuovere e sorprendere.

Ore 16:30. Rai Storia
Italiani – Gino Bartali

Medaglia d’oro al Merito civile, viene dichiarato “Giusto tra le nazioni”, onorificenza conferita da Israele ai non ebrei che si sono distinti per aver salvato anche un solo ebreo durante la Seconda guerra mondiale, Gino Bartali è il protagonista del doc in onda per il ciclo “Italiani”, venerdì 27 gennaio alle 16:30 su Rai Storia.
“Ginettaccio” per il suo carattere un po’ burbero, ma anche “L’uomo d’acciaio”, “Gino il Pio”, “L’intramontabile”, Bartali nasce il 18 luglio 1914 a Ponte a Ema, nei pressi di Firenze. La sua famiglia è d’origine contadina. Da ragazzo lavora come apprendista meccanico nella bottega di un ciclista. Si mette in luce tra i dilettanti e, passato professionista, nel 1936, a 22 anni vince con la Legnano il suo primo Giro d’Italia, che conquisterà anche l’anno successivo. L’anno della consacrazione arriva nel 1938 quando trionfa al Tour de France. Gino intanto ha conosciuto Adriana Bani, che sarà l’amore di una vita e che sposerà nel 1940.
Bartali fin da giovane è un fervido credente, è iscritto all’Azione Cattolica, è devoto a Santa Teresa di Lisieux, è terziario carmelitano. Gli anni della guerra gli porteranno via la possibilità di tante vittorie, ma faranno uscire la sua grandezza d’animo. Gino, amico del cardinale Elia Dalla Costa, si mette al servizio di una rete clandestina per il salvataggio degli ebrei. Tante volte farà in bicicletta il tragitto tra Firenze e Assisi, a rischio della propria vita, per trasportare documenti falsi contribuendo così al salvataggio di circa 800 persone. Gino non racconterà mai in pubblico questa storia perché, come diceva, “Il bene si fa ma non si dice”.
Nel dopoguerra arriveranno le altre grandi vittorie di Bartali e la rivalità con Fausto Coppi, molto diverso da lui per carattere: l’Italia è divisa ormai in bartaliani e coppiani. Gino vince il Giro d’Italia del 1946, il cosiddetto “Giro della rinascita”, proprio davanti a Coppi, che aveva vinto da suo gregario l’ultimo giro prima della guerra. Ma la più grande impresa sportiva di Bartali è la vittoria al Tour de France del 1948, a 34 anni e a 10 di distanza dalla prima. La sua vittoria avviene in un momento molto critico, quello dell’attentato a leader comunista Palmiro Togliatti, ed è ancora più importante perché contribuisce a favorire un clima di pacificazione nel Paese.
Gino correrà fino alla metà degli anni ’50 e poi si dedicherà sempre al ciclismo come dirigente sportivo e commentatore. Verrà intervistato molte volte e non disdegnerà di apparire in diverse occasioni alla televisione. Bartali muore, all’età di 85 anni, il 5 maggio del 2000.

Ore 16.25. Rete 4
La 25° Ora (1967, Francia, Italia, Jugoslavia)
Diretto da Henri Verneuil, con Anthony Quinn e Virna Lisi.
Fine anni trenta, un piccolo paesino della campagna rumena. Il capitano della polizia Dobresco, vistosi rifiutato da Suzanne decide di fare sparire il marito Johann con la falsa accusa di essere un ebreo. L’uomo viene subito internato in un campo di concentramento dove i suoi reclami non vengono mai presi in considerazione ma dove si adatta nonostante le pesanti condizioni di lavoro. Con l’infuriare della guerra gli eventi drammatici si susseguono e Johann, che si ritrova in un altro campo di concentramento, finisce per collaborare con i nazisti, viene anche fotografato con una uniforme delle SS. La situazione cambia, i sovietici avanzano e arrivano nel villaggio rumeno dove uccidono Dobresco e violentano Suzanne mentre Johann finisce arrestato dalle forze Alleate che lo dovranno poi processare assieme ad altri criminali di guerra.

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SABATO 28 GENNAIO
-Ore 21.15 Rai 5 (canale 23)
Canto del popolo ebraico massacrato
Uno spettacolo teatrale di Moni Ovadia liberamente tratto dall’omonimo poema di Yitzhak Katzenelson, ucciso ad Auschwitz nel 1944.
-Ore 21.25. Rete 4
Schindler’s List (1993)
Tratto dal libro di Thomas Keneally è la vera storia di Oscar Schindler, industriale tedesco, che nel 1938 capisce che è bene legarsi ai comandanti militari. Li frequenta nei locali notturni, offre bottiglie preziose. Quando gli ebrei sono relegati nel ghetto di Cracovia Schindler riesce a farsene assegnare alcune centinaia come operai in una fabbrica di pentole. All’inizio sembra sfruttarli, in realtà li salva. Di fronte alla persecuzione tremenda, il tedesco trasforma quella sua prima iniziativa in una vera missione, fino a comprare letteralmente le vite di quasi milleduecento ebrei (la famosa lista) che sicuramente morirebbero nel campo di Auschwitz.