di Pietro Baragiola
Durante l’attacco di Hamas, David è stato catturato dalla sua casa nel kibbutz Nir Oz insieme alla moglie Sharon e alle loro due figlie di tre anni, ed è ancora prigioniero a Gaza, dove c’è anche il fratello Ariel. Attraverso il suo ultimo film, Shoval vuole dare sostegno alla famiglia Cunio in questo momento difficile e diffondere il messaggio che dietro ogni ostaggio si cela una storia.
In occasione della 75° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino, il regista israeliano Tom Shoval ha presentato il suo nuovo film A Letter To David, dedicato all’amico attore David Cunio, oggi ostaggio di Hamas.
David e suo fratello Eitan sono stati i due principali protagonisti del primo film di Shoval, Youth, presentato al Festival di Berlino nel 2013.
Durante l’attacco di Hamas, David è stato catturato dalla sua casa nel kibbutz Nir Oz insieme alla moglie Sharon e alle loro due figlie gemelle di tre anni. Anche il fratello minore di David ed Eitan, Ariel Cunio, è stato preso in ostaggio dai terroristi.
Attraverso il suo ultimo film, Shoval vuole dare sostegno alla famiglia Cunio in questo momento difficile e diffondere il messaggio che dietro ogni ostaggio si cela una storia.
“Volevo ricordare al mondo che David non è solo un prigioniero di Hamas ma un uomo con una famiglia, delle passioni e un carattere forte e tenace” ha spiegato il regista durante la conferenza stampa del film.
Sharon e le bambine sono state rilasciate nel novembre 2023, mentre David e Ariel sono ancora tenuti prigionieri a Gaza e i loro nomi non rientrano tra quelli dei 33 ostaggi che verranno liberati nella prima fase del nuovo accordo tra Israele e Hamas.
“Prego solo che gli accordi non vadano a monte” ha affermato Shoval. “Che si continui per una seconda fase e che David, Eitan e tutti gli altri tornino presto a casa.”

Il 7 ottobre di Tom Shoval
Diplomatosi alla Sam Spiegel Film School di Gerusalemme, Tom Shoval si trovava a Berlino per far visita ad un collega sceneggiatore quando Hamas ha lanciato il suo attacco nel sud di Israele, il 7 ottobre 2023.
Per concentrarsi sul proprio lavoro, Shoval aveva staccato il telefono ed era ormai pomeriggio inoltrato quando ha ricevuto il quadro completo della situazione in Medio Oriente.
“Ho visto in tv il sud e i kibbutzim colpiti e non ho capito più nulla. Mia moglie si trovava a Tel Aviv” ha spiegato Shoval al Times of Israel.
Al regista ci sono voluti ben tre giorni prima di trovare un volo di ritorno in Israele e assicurarsi che sua moglie stesse bene: “ero su un aereo pieno di riservisti chiamati a combattere e altri passeggeri che andavano ai funerali dei caduti. Un volo di lacrime.”
Pochi giorni più tardi, Shoval ha ricevuto la notizia che David Cunio e la sua famiglia erano stati presi in ostaggio a Gaza. Ad informarlo della vicenda è stata proprio la madre di David, Sylvia.
“Ci ha detto: ‘aiutateci’” ha raccontato il regista che, dopo la sua conversazione con la signora Cunio, si è subito mobilitato per contattare tutti i suoi conoscenti nel mondo del cinema informandoli che David era stato catturato e chiedendo loro di diffondere la notizia.
Come affermato nell’intervista alla Jewish Telegraphic Agency, da quel momento in poi Shoval ha avuto difficoltà a riguardare il film Youth, poiché, parlando di un rapimento, gli ricorda la sorte che è toccata nella vita reale all’amico-protagonista.
“Ho deciso di raccogliere alcuni filmati del film e altre cose che ci tenevo a dire a David. Cose che non avevo mai detto” ha spiegato il regista. “È stato un po’ come un processo di guarigione, o un tentativo di trovare una direzione per me stesso.”
“A Letter To David”

Prodotto dalla Green Productions di Gerusalemme e dall’americana Playmount Productions, A Letter To David include numerosi filmati di David Cunio: il casting insieme al fratello per Youth, alcuni dietro le quinte e le interviste che Shoval ha condotto nell’ultimo anno con la famiglia dell’attore, dopo la sua cattura.
Parte del film mostra le riprese di una passeggiata che Tom Shoval ha fatto con Eitan Cunio nelle rovine di Nir Oz, ascoltando la straziante storia di come l’amico sia sopravvissuto il 7 ottobre nascondendosi nella stanza sigillata della sua casa in fiamme insieme alla moglie e alle figlie.
“È stato molto strano e triste essere lì con Eitan senza David”, ha spiegato Shoval. “Siamo tutti fratelli, siamo legati e sento che anche le nostre anime sono collegate. Ma quando sono andato a trovare Eitan era come se ci fosse un enorme pezzo mancante”.
Tra le immagini più toccanti presenti nel progetto vi sono alcuni filmati di Nir Oz che risalgono a più di 10 anni fa e mostrano i fratelli Cunio, appena ventenni, durante le loro routine quotidiane.
“Volevo mostrare alla comunità di Nir Oz, cos’ha rappresentato questo luogo per la famiglia Cunio” ha affermato Shoval. “Non solo la distruzione, ma anche la bellezza e l’esperienza collettiva che hanno vissuto lì”.
Il film include anche riprese del migliore amico di David, Yarden Bibas, la cui moglie e figli, Shiri, Ariel e Kfir, sono stati barbaramente uccisi durante la prigionia a Gaza.
Secondo i dati riportati dalla Jewish Telegraphic Agency un membro su quattro del kibbutz Nir Oz è stato ucciso o fatto prigioniero il 7 ottobre. Solo poche case dell’area sono rimaste intatte e molte sono state bruciate o distrutte dai terroristi.
La produttrice Nancy Spielberg, sorella di Steven, è stata coinvolta nel film con il compito di dargli un forte appeal internazionale, concentrandosi sul lato umano. “Volevo che il nostro progetto avesse una possibilità al di fuori di Israele, per raccontare la storia di David e della sua famiglia” ha spiegato la produttrice durante la presentazione del film. “Quante volte si vede un figlio che dice: ‘mamma dov’è il mio bacio?’. E un padre che abbraccia il figlio così a lungo da fargli chiedere: ‘papà, ti sei addormentato?’. Stiamo parlando di una grande storia d’amore famigliare.”
Quasi fosse un segno del destino, mentre il film veniva proiettato a Berlino la famiglia Cunio ha ricevuto la notizia che David è ancora vivo, come confermato dalle testimonianze di alcuni degli ostaggi rilasciati in questi giorni.
A Letter To David non è l’unico film che quest’anno ha portato le storie degli ostaggi sugli schermi del Festival del cinema di Berlino. A vincere il premio per il miglior documentario è stato infatti Holding Liat di Brandon Kramer, un progetto scritto in omaggio all’ex-prigioniera di Hamas Liat Atzili.
(Foto: sito Berlinale)