Israele: risultato importante per lo studio del cancro al cervello

Salute

di Michael Soncin

I ricercatori dell’Università di Tel Aviv hanno scoperto un rivoluzionario trattamento contro il glioblastoma, una delle forme più aggressive di cancro al cervello che colpisce principalmente le cellule gliali, cellule che con i neuroni compongono il sistema nervoso centrale e periferico. La potenziale cura al momento è stata testata su modelli animali di roditore e attraverso un modello di laboratorio in 3D. La causa principale dell’insorgenza della malattia risiederebbe in un malfunzionamento del sistema immunitario, dove sono coinvolte una classe di proteine.

Come riporta Israel21c se la nuova scoperta dovesse funzionare sull’essere umano, il glioblastoma potrebbe diventare ‘cronico ma gestibile’ e forse ‘potrebbe anche curarlo completamente’. A dirlo è la professoressa Ronit Satchi-Fainaro che ne ha diretto le ricerche, responsabile del Cancer Biology Research Center e del Cancer Research and Nanomedicine Laboratory della TAU – University of Tel Aviv.

È risaputo dalla letteratura scientifica che si tratta di un tumore maligno con un tasso di sopravvivenza dalla sua insorgenza in media del 40% dopo dodici mesi e del 5% dopo cinque anni, questo anche dopo interventi chirurgici, radioterapia e chemioterapia.

L’innovativo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications, peer reviewed (cioè che hanno superato la revisione di altri scienziati dello stesso campo di ricerca, ndr), condotto dal Eilam Yeini, un dottorando nel team della professoressa Satchi-Fainaro.

Il team di scienziati della TAU ha scoperto che vi è un’anomalia nel sistema immunitario nell’area del cervello correlata allo sviluppo del glioblastoma e questo malfunzionamento porta all’amplificazione della divisione delle cellule cancerogene. Ciò è dovuto alla secrezione di una proteina chiamata P-selectina (SELP) che quando si lega alle cellule della neuroglia ne altera la loro normale funzione di difesa immunitaria, portandole a stimolare la proliferazione di cellule tumorali, anziché inibirne la produzione.

Tale accorgimento ha portato all’individuazione di sei proteine che vengo secrete quando le cellule della nevroglia incontrano quelle cancerogene. Inibendo così questo meccanismo si è potuto vedere che le cellule tumorali hanno avuto un tasso di divisione più lento, diventando meno invasive e smettendo di migrare – com’erano solite fare – all’interno del tessuto celebrale. In altre parole, la progressione del cancro nel cervello è stata drammaticamente ostacolata, questo almeno nei roditori.

Tutti i topi ai quali è stato indotto il glioblastoma sono deceduti nel giro di poche settimane ad eccezione di quelli a cui era stata somministrata una molecola che bloccava la produzione delle proteine P-selectine SELP, coinvolte nel malfunzionamento delle cellule gliali. “Lo stesso risultato è stato riscontrato su cellule tumorali prelevate da pazienti umani e inserite in un modello 3D del cervello umano”, si legge dal sito.

Se funziona nel modello animale, il prossimo passo è dimostrare che l’inibizione della proteina SELP è sicura anche nell’essere umano. E se così sarà, Satchi-Fainaro spera in una rapida approvazione del trattamento. “I pazienti affetti da glioblastoma necessitano al più presto di nuove cure”, ha affermato.

“Il nostro trattamento potrebbe essere la svolta necessaria nella battaglia contro il cancro più spaventoso di tutti. Sta aprendo la strada a una nuova terapia per una malattia che non ha avuto nulla di nuovo in termini di trattamento nell’ultimo decennio”.

La professoressa Satchi-Fainaro è stata insignita per i suoi studi di numerosi riconoscimenti come il premio Kadar Family Awards for outstanding research ricevuto nel 2020. Studi che hanno avuto il sostegno di importanti enti come il Cancer Research Fund, l’European Research Council, la Morris Kahn Foundation, l’Israel Cancer Association e la Israel Science Foundation.

Uno studio decisamente rivoluzionario che sembra promettere bene ma che, per non creare false speranze, è doveroso ribadire che si trova ancora alle sue fasi iniziali.

https://www.youtube.com/watch?v=qaWYYwbayUI&t=7s

 

Foto in alto: la prof.ssa Ronit Satchi-Fainaro con il dottorando Eilam Yeini