L’Ospedale crociato che serviva cibo kasher

Il Muristan, parola che viene dal persiano e significa ospedale, è un quadrilatero di strade del quartiere cristiano della città vecchia di Gerusalemme, noto per i suoi tanti negozi, negozietti e laboratori; noto fino a una decina di anni fa anche per un edificio che ospitava un affollato mercato di frutta e verdura.

Oggi grazie agli scavi archeologici condotti dalla Israel Antiquites Autority insieme alla Gran Bazar Company di Gerusalemme Est, l’origine del nome di quest’area assume nuovo valore perchè proprio nell’area del Muristan sono venute alla luce le rovine dell’enorme ospedale di epoca crociata (1099-1291), di cui si aveva notizia solo dai documenti dell’epoca.
La notizia di questa importante scoperta archeologica è stata data dai responsabili dei lavori di scavo, lunedì 5 agosto.
I lavori dell’IAA sono cominciati dopo che la Gran Bazar Company ha deciso di costruire  un ristorante proprio nell’area un tempo adibita a mercato e da anni ormai abbandonata e in disuso. Durante gli scavi sono emerse così le rovine del grande edificio di cui si narra nei racconti dei pellegrini: un ospedale esteso su circa 4 ettari di terreno, costruito su pilastri massicci e con volte a vela; alto più di sei metri e capace di ospitare fino a 2000 persone. Il Muristan, costruito dall’ordine dei crociati di San Giovanni, noti anche con il nome di “Ospitalieri”, era organizzato come un grande ospedale moderno, con una grande sala d’ingresso con colonne, e poi altre stanze  e sale più piccole.

Renee Forestany e Amit Re’em, che hanno diretto gli scavi, hanno detto di conoscere la struttura dell’ospedale grazie alle descrizione fatta nei documenti coevi in latino. Un pellegrino tedesco, Giovanni da Wurzburg, per esempio attorno al 1160 descriveva così l’ospedale: “Dirimpetto alla chiesa del Santo Sepolcro, dall’altra parte della strada verso sud, c’è una bella chiesa in onore di san Giovanni Battista, annessa alla quale c’è un ospedale, nel quale in varie sale è raccolta una enorme moltitudine di malati, sia uomini sia donne, che quotidianamente sono curati e assistiti con ingente spesa. Quando fui lì, venni a sapere che l’intero numero di questi malati ammontava a duemila, dei quali talvolta morivano più che cinquanta nel corso di un giorno e una notte, mentre molti altri nuovi continuavano ad arrivare. Che altro posso dire? La stessa istituzione assiste molta gente all’esterno portando loro alimenti, senza citare l’elemosina che ogni giorno distribuisce ai poveri che mendicano il pane e non alloggiano nell’ospizio, cosicché l’intera somma delle sue spese non può mai essere calcolata con certezza neanche dai superiori e dagli amministratori. Oltre a tutto questo denaro speso per i malati e gli altri poveri, questa stessa Casa mantiene nei suoi numerosi castelli molte persone addestrate ad ogni genere di attività militare per la difesa della terra dei Cristiani contro l’invasione dei Saraceni.

L’ospedale era diviso in diverse aree a seconda della natura delle malattia e le condizioni del paziente. Interessante il fatto che gli Ospitalieri accogliessero nel Muristan malati – uomini e donne, come racconta Giovanni da Wurzburg –  di qualsiasi religione. Dai registri dell’ospedale emerge infatti che venissero accolti anche pazienti di religione ebraica ai quali veniva offerto cibo kasher.

Nella costruzione e gestione dell’ospedale fu determinante, a quanto pare, il contributo della popolazione araba la cui cultura all’epoca dava grande importanza alla professione medica – e i medici arabi erano conosciuti un pò ovunque.

Oltre che come ospedale il Muristan funzionava anche come orfanotrofio e i bambini abbandonati, una volta cresciuti, venivano arruolati nell’Ordine.
Dopo la sconfitta dei Crociati, il sovrano curdo, Saladino, fece ristrutturare l’edificio, che continuò così a funzionare come ospedale, e permise a dieci monaci cristiani di continuare a prestare servizio a favore della popolazione di Gerusalemme.

Gran parte dell’edificio crollò durante il terribile terremoto del 1457; le parti dell’ antico ospedale che sopravvissero al sisma continuarono ad essere utilizzate fino all’epoca ottomana, in parte ancora come ospedale, in parte come stalla e ricovero per gli animali.

Nel corso della conferenza stampa di lunedì, Monser Shwieki, della Gran Bazaar Company ha fatto sapere che il magnifico edificio di epoca crociata scoperto dagli archeologi dell’IAA, ospiterà al suo interno il ristorante in progetto, così che “gli avventori potranno godere della magnifica atmosfera medievale che vi regna”.