La condivisione delle conoscenze e del sapere: in fondo è questo il concetto che sta alla base della digitalizzazione e messa online dei contenuti di biblioteche e archivi che da più parti nel mondo è in corso – non di rado sostenuta dall’Unesco. Israele da questo punto di vista è senz’altro uno dei paesi in prima fila.
In questi giorni, dopo due anni di intenso lavoro, è finalmente online il nuovo sito della Israel National Library; un sito che lascia sbalorditi non solo per la quantità di materiali immediatamente accessibili, ma per le opportunità di studio e lavoro che esso apre a chiunque, senza muovere un passo dalla propria scrivania. Libri, manoscritti, raccolte musicali, mappe, fotografie: sono già online e liberamente consultabili.
“Il sito della National Library di Israele vuole diventare un luogo unico di ricerca” ha spiegato Simon Orly, responsabile della divisione per i servizi pubblici della Biblioteca, “che permetta a chiunque di consultare documenti senza dover necessariamente sapere prima dove si trovino esattamente – in quale collezione, in quale fondo, in quale dipartimento della Biblioteca”.
Un lavoro ed ora una risorsa che cambia radicalmente le nostre abitudini e che va chiaramente nella direzione della condivisione del sapere, della “democrazia della cultura” – se è lecito utilizzare questa espressione, magari un pò altisonante e forse d’altri tempi, ma che certamente corrisponde agli esiti di questa operazione.
Anche in Italia qualcosa in questo senso comincia a muoversi. Il portale “Internet culturale“, a cura della Direzione generale per le biblioteche, gli istituti culturali e il diritto d’autore del Ministero per i beni e le attività culturali, ha messo on line 8 milioni di file digitali in vari formati (jpg, mp3, txt, djvu) provenienti da repositories digitali, partners del portale. I documenti sono suddivisi per temi – religione, filosofia, scienza naturali, arte, letteratura. Fra le altre cose, nella sezione “Religione” va segnalata la collezione “Judaica” della Biblioteca Palatina, composta da 81 incunaboli ebraici – tutti consultabili online. Di questa collezione fanno parte anche l’unico esemplare conservato in Italia del primo libro a stampa in ebraico con data certa (18 febbraio 1475), e 103 cinquecentine ebraiche stampate in Italia, provenienti dalla raccolta dell’abate Giovanni Bernardo De Rossi (1742-1831).
Insieme al portale “Internet culturale” non si può dimenticare il sito “Ti racconto la storia: voci della Shoah” contenente le 433 video-interviste ai deportati ebrei italiani realizzate dalla Shoah Foundation alla fine degli anni ’90.
Digitale: e la cultura diventa democratica
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