Acquedotto romano rinvenuto a Gerusalemme

di Ilaria Ester Ramazzotti
A Gerusalemme, nel quartiere Giv’at Hamatos, gli scavi archeologi diretti dall’Autorità israeliana per le antichità hanno portato alla luce una lunga sezione della parte superiore di un acquedotto di epoca romana. Lo ha annunciato la stessa Autorità nel corso del mese di ottobre. Duemila anni fa, la struttura rinvenuta portava l’acqua a tutta la città alta, rifornendo le abitazioni dell’élite, fra cui il palazzo dell’imperatore romano Erode. Il condotto continuò a funzionare in tutta Gerusalemme anche nel 70 d.C., dopo che la Decima Legione romana distrusse il Secondo Tempio.

“Verso la fine del periodo del Secondo Tempio, quando Gerusalemme accusò un’espansione significativa e fu costruito il Tempio di Erode, l’acqua che scorreva dalle sorgenti e che veniva immagazzinata nelle cisterne non era più sufficiente per le migliaia di residenti e di pellegrini, così altra acqua doveva essere trasportata in città da lontano”, hanno spiegato Ofer Sion e Ruth Cohen, direttori degli scavi per conto dell’Autorità israeliana per le antichità, come riporta il Jerusalem Post.

“A causa di quella situazione – proseguono gli archeologi -, gli Asmonei e il re Erode costruirono due complessi acquedotti per trasportare l’acqua a Gerusalemme, dando vita a uno dei progetti idrici più grandiosi e sofisticati del paese e del mondo antico. Gli acquedotti prendevano l’acqua dalle sorgenti della regione di Betlemme e, grazie alla costruzione di grandi vasche e all’applicazione delle leggi idrauliche (come il principio del sifone che permette di mettere in comunicazione i vasi grazie alla forza di gravità), e grazie anche alla topografia e a uno straordinario livello di ingegneria, l’acqua poteva scorrere per molti chilometri”.

Finora, sono state identificate dagli studiosi tre parti distinte dell’acquedotto: due inferiori, risalenti al periodo del tardo Secondo Tempio, e la parte superiore, risalente appunto ai tempi della Legione romana di stanza nella città alta.

Altri ritrovamenti nell’antico acquedotto

Gli scavi, finanziati dall’Arim Urban Development Company, hanno portato anche alla scoperta di una moneta del 67 o 68 d.C., risalente cioè alla prima rivolta ebraica contro i Romani, prima della distruzione del Secondo Tempio. Si ritiene che gli occupanti romani abbiano intenzionalmente lasciato la moneta nel condotto.

“Anche dopo la fondazione della nuova città pagana Aelia Capitolina, la Decima Legione continuò a usare e a mantenere il sofisticato acquedotto”, spiegano ancora Sion e Cohen, che precisano: “Abbiamo trovato circa 25 monete nelle fondamenta dell’acquedotto, distribuite a distanze abbastanza uguali. A nostro avviso, non si tratta di una coincidenza, ma, proprio come accade ancora oggi, i costruttori della Decima Legione vi collocarono le monete in segno di buon auspicio. La messa in luce della sezione superiore dell’acquedotto e la scoperta delle 25 monete può consentire, forse per la prima volta, una datazione assoluta delle diverse fasi di costruzione degli acquedotti di Gerusalemme e chiarire la questione di chi abbia costruito il primo acquedotto, se gli Asmonei o il re Erode”.