Un calcio a tutti i guai

Opinioni

Dal blog L’altra Israele di Luciano Assin.

“Anche quest’anno Israele non è riuscita a qualificarsi per il Mondiale di calcio, per dirla tutta a parte un unica presenza nei Mondiali del 1970 in Messico, Israele non si è mai qualificata ne agli europei che ai mondiali. Per la cronaca: l’incontro fra Italia ed Israele di allora si concluse con un pareggio a reti bianche, 0 a 0, un bel risultato contro quelli che diventeranno i vice campioni del torneo.

Obiettivamente il livello calcistico israeliano non è un granchè, ma le aspettative dei tifosi sono montate all’estremo dalla stampa sportiva, basti pensare che ogni volta che la nazionale comincia  a giocare le partite di qualificazione   qui si parla di “campagna”, quasi si parlasse di un’operazione militare. E’ chiaro quindi che in un’atmosfera del genere  ogni fiasco si rivela una cocente delusione. Per consolarsi non ci rimane altro che adottare un’altra squadra fra quelle partecipanti al mondiale secondo criteri personali e non sempre legati ad una logica razionale.

Gli “emigrati”, come il sottoscritto, non hanno grossi problemi e continuano a tifare per il paese d’origine, poi ci sono quelli legati storicamente a vere e proprie scuole di pensiero: brasiliani,  olandesi ,  anglofoli, francofoni e quelli a favore dello schiacciasassi teutonico. Poi ci sono le “banderuole”, coloro che fiutano il vento e si accodano alla squadra più in forma del momento, la Spagna è un esempio lampante: ignorata fino a quattro anni fa è ormai nei cuori dei tifosi più esperti, liberi comunque di modificare il pronostico a seconda dei risultati.

Un capitolo a parte è riservato al settore degli arabi israeliani, soprattutto nei paesi e nelle cittadine. Qui non esiste praticamente tetto o balcone dove non sventoli in bella vista il vessillo della nazionale del cuore. E’ un fenomeno che mi ha sempre incuriosito, visto che le bandiere delle squadre arabe presenti al mondiale sono poco gettonate, come l’Algeria quest’anno. Non si tratta dunque di identificarsi con la nazione araba in senso lato ma piuttosto di uscire per qualche settimana dal tran tran quotidiano per appoggiarsi ad un possibile winner, come se la vittoria ai mondiali potesse stravolgere di punto in bianco la realtà.

Anche gli arabi comunque non hanno molta originalità nei pronostici, il Brasile la fa da padrone; attraversando la strada principale di una qualsiasi cittadina si ha l’impressione di essere capitati in qualche sperduto villaggio brasiliano in un giorno di festa nazionale. L’Olanda ha perso molto della sua popolarità ma non è escluso di rivedere la sua bandiera dopo la schiacciante vittoria di ieri sulla Spagna. L’Italia è ben rappresentata, probabilmente perchè molti arabi israeliani hanno passato un periodo più o meno lungo nella penisola generalmente per motivi di studio. Chi vuole puntare sul sicuro sventola la bandiera della Germania, squadra forte e regolare che arriva sempre abbastanza lontano. Bene in vista anche le bandiere argentine e spagnole, mentre gli inglesi sono praticamente inesistenti.

Visto che alla fine in finale arriveranno solo due squadre è inevitabile che molte delle bandiere appese verranno ammainate durante il torneo, spesso sostituite da altre. Quest’anno qualcuno ha superato tutti appendendo una bandiera costituita da quattro nazionali diverse. Per gli amanti dei pronostici e delle scommesse posso solo dirvi che il menagramo ufficiale di Sasa ha dato per sicura la vittoria del Brasile, se volete un consiglio da amici cercatevi subito un’altra squadra.

In un posto piccolo come un Kibbutz in occasioni come queste la vita per noi italiani è sempre molto dura, tutti ci aspettano al varco per sfotterci e denigrare le prestazioni azzurre. Ogni vittoria è chiaramente immeritata e dovuta a colpi di fortuna, mentre ad ogni pareggio o sconfitta ci viene rinfacciato il gioco troppo catenacciaro e poco fantasioso. Ma forgiati  dalla nostra decennale esperienza abbiamo sempre pronta la nostra risposta: “non abbiamo paura di nessuno (a parte di noi stessi aggiungo io) e continueremo a giocare il nostro gioco, spettacolare e affascinante”, altro che brasiliani.

In mancanza della rappresentanza israeliana non ci rimane altro che urlare a squarciagola: Forza Italia.