Storia di Shani, sopravvissuta diciotto anni fa a un attentato, oggi soldatessa

Opinioni

di Roberto Zadik

Ci sono notizie completamente tralasciate dai media oppure raccontate sottovoce e frettolosamente. Senza riservare ad esse tutta l’enfasi con la quale invece si parla, fin troppo spesso e a senso unico, delle sofferenze della controparte palestinese. Una di queste, totalmente assente da quotidiani e siti nazionali, è la commovente storia di Shani Winter. Pubblicata sul sito israeliano Ynet news e raccontata efficacemente nell’articolo del giornalista Eitan Glickman.

La ragazza aveva solo sei mesi quando sua madre è stata uccisa, nel lontano 1997,  nell’attacco terroristico a Tel Aviv al Caffè Apropo.  La donna stringeva a sé il suo piccolo corpo ancora vivo come ultimo gesto d’amore materno. Fortunatamente per lei, una poliziotta l’ha soccorsa salvandola  dalla morte. Oggi la stessa donna l’ha accompagnata al servizio di leva per arruolarsi nelle file  dell’esercito israeliano e diventare soldatessa dell’Israeli Defense Force (IDF). C’erano tutti i suoi parenti, tranne ovviamente sua madre, che sarebbe stata così orgogliosa di lei a vederla in uniforme pronta a servire il Paese.

shani2Sono passati 18 anni da quel tragico 21 marzo 1997 quando la sera di Purim, Anat e la sua bimba, Shani, per incontrare la sua  cara amica Yael Gilad. Purtroppo però tutto è precipitato nel giro di pochi attimi. Alle 13.40 un terrorista suicida è entrato nel caffè per sistemare il  suo ordigno che è esploso scatenando panico e morte nel locale. Una forte esplosione e Anat e Yael furono uccise immediatamente assieme alla dottoressa Michal Avrahami mentre altre 48 persone restarono ferite. Per miracolo Shani riuscì a salvarsi e oggi la ragazza sottolinea che “semplicemente mi ha madre mi ha coperta col suo corpo. E’ stato più importante per lei proteggermi che pensare alla sua vita”. In quel massacro, Shani venne solo lievemente ferita e la prima persona a dare la notizia dell’esplosione fu un uomo che venne fuori da un negozio a poca distanza dal locale che vide la bimba abbracciata alla madre e la prese in braccio. Subito la portò da Ziona Bushri, una vigilessa che sentita l’esplosione si era avvicinata al locale. La foto della giovane donna poliziotta che portava in salvo la bambina vestita da clown, apparsa sulla copertina dell’Yedioth Ahronot, ha commosso l’intera nazione.

Quasi 18 anni, il prossimo 21 marzo, sono passati e la giovane ha detto “sarò sempre la bambina sopravvissuta alla bomba e porterò sulle spalle questo peso per tutta la vita”. Cresciuta da suo padre, Micky, ha sottolineato “invidio i miei amici che hanno ancora la loro madre in vita. Non so come sia avere una madre, ma nonostante questo, mi sento sollevata quando penso che la mia mamma mi abbia salvato. Ero stretta a lei e lei fino all’ultimo mi ha protetto”.

Shani è arrivata al centro di leva dell’IDF, a TelHashomer, domenica mattina dove ha provato fin da subito un senso di disagio per la perdita di sua madre quando ha visto le altre ragazze come lei mentre salutavano le loro madri prima di arruolarsi nell’esercito. Nonostante questo la ragazza non è persa d’animo dimostrando grande forza caratteriale e grinta tipicamente israeliana. “Sono molto contenta” ha specificato Shani “di cominciare questo nuovo cammino e non vedo l’ora di iniziare il mio servizio militare”. Sua nonna, Zehava Rosen, è accorsa a salutare la nipote prima della partenza per l’esercito. “Dopo gli anni pesantissimi che abbiamo vissuto, ci siamo abbracciati molto calorosamente quel giorno tutti assieme”. Dall’attacco terroristico in poi, Shani e sua nonna sono rimaste in contatto con la poliziotta Ziona Bushri che “dopo quel fatto” come ha ricordato Zehava “è diventata parte della famiglia”.

Nel 1997 Ziona Bushri era una semplice poliziotta del dipartimento di polizia di Tel Aviv oggi  ha fatto carriera diventando un ufficiale di polizia. Ziona ha 46 anni ed è madre di tre figli e vive a Yavne con la sua famiglia. Lei e l’anziana Zehava si sentono regolarmente e sono diventate amiche e anche con Shani ha un legame molto profondo. Negli anni le è stata vicino,  sostenendola nei momenti difficili, telefonandole per gli auguri di compleanno e mantenendo vivo il ricordo di sua madre Anat. Una domenica, Ziona ha accompagnato la sua “bambina” all’iscrizione alle liste di leva, assieme a suo padre e a tutta la famiglia. “I ricordi di quel tremendo attacco terroristico mi perseguitano ogni giorno” ha detto Ziona. “Non dimenticherò mai quando ho preso fra le braccia la piccola Shani e sono subito andata a cercare la sua famiglia”. “Ora” conclude Ziona “ quella bimba è qui, è cresciuta e sta per diventare una soldatessa dell’IDF. Incrocio le dita per lei e spero che riesca brillantemente nella sua vita”.