Un tempo per leggere, un tempo per sognare… E la chiamano estate

Libri

Romanzi, saggi, racconti, memoir. Esordienti e classici, best seller e preziose riscoperte. Da Israele, Usa, Italia, Slovenia… Ecco tutte le novità da mettere in valigia

Leggere in vacanza

Non è facile stringere in un composto bouquet di proposte le idee, storie, riflessioni e i molteplici stimoli che arrivano dalle tante novità dei libri in uscita. Non è facile cercare di restituirne la fragranza e l’emozione di lettura con poche righe che stimolino la curiosità. Ci abbiamo provato qui sotto. In fondo, leggiamo per imparare a capire che la roulette della Storia non conosce leggi, che la vita è una risata nel buio, che l’ottimismo è una patologia consapevole per contrastare l’effetto paralizzante del dolore e del senso di perdita. Così, almeno, la pensava un grande scrittore russo, Vladimir Nabokov (Una risata nel buio, Adelphi, fresco di stampa), esule, fuggiasco, non ebreo, con un padre assassinato, scrittore antipassatista e innamorato del presente e del “futuro anteriore”, come lo chiamava lui. Anche noi amiamo il futuro che sa guardare al passato con leggerezza e commozione, amiamo il presente che sorride di se stesso, il tempo che si ferma e si cristallizza nel piacere di una pagina.

Qui di seguito troverete quindi saggi, romanzi, racconti, memoir, novità editoriali e proposte per un’estate piena di… libri.

◆ Memoir ◆

Libro Oliver SacksPuò l’ultimo petalo della vita dischiudersi ancora, poco prima di scivolare nel buio? Sì, può. Stiamo parlando di Oliver Sacks e dei suoi quattro saggi scritti sul bordo dello spegnimento (in particolare l’ultimo, intitolato Shabbat, un inno alla gratitudine, a poche settimane dalla morte, avvenuta il 30 agosto 2015). Proprio questo testo fu limato fino all’ultima virgola, traboccante di affetto per il regalo di “un tempo fuori dal tempo, di un mondo che si ferma nella pace dello Shabbat”: una pace scoperta tardi, con folgorante stupefazione. Tra i rituali del padre e le frasi pronunciate nel severo yiddish lituano con cui la madre apostrofava i figli, per amarli o maledirli, a seconda – una chirurga che il venerdì a mezzogiorno deponeva il camice per preparare gefilte fish e gelatina di barbabietole-, Oliver Sacks rievoca infanzia, passioni, vecchiaia, malattia e ci consegna 50 paginette di questo palpitante, ultimo fiore. (Fiona Diwan)
Oliver Sacks, Gratitudine, Adelphi, trad. I. C. Blum, pp. 54, € 9,00.

 

◆ Saggi ◆

Una riflessione solenne e vertiginosa su scrittura e Shoah e su che cosa voglia dire per uno scrittore la fedeltà alla memoria imperfetta dei ricordi. Tre magnifiche lezioni tenute alla Columbia University e capaci di accendere squarci di luce di un’intensità che solo Appelfeld poteva generare. Appelfeld crede che solo l’arte abbia il potere di riscattare la sofferenza dall’abisso e ce lo dimostra anche con questi brevi saggi scritti con una penna intinta nell’inchiostro azzurro delle emozioni. Assimilazione, odio di sé, cupio dissolvi ebraica. Dio, destino, castigo, ricompensa, e il gridare umano che vorrebbe mandare in frantumi il firmamento. È il rapporto tra l’arte e l’orrore, mentre lo scrittore succhia il nero latte della Shoah e ci porta al cuore della sua esperienza facendoci riflettere e commuovere, regalandoci parole di pura bellezza e riflessività. Tra gli israeliani di oggi, Appelfeld è forse il più maestoso e questo prezioso libro lo riconferma. Pregevole anche la conversazione finale con lo scrittore Philip Roth. (F. D.)
Ahron Appelfeld, Oltre la disperazione, Guanda, pp.136, € 14,00.

Libro LoewenthalAndar per miti e leggende viene bene a Elena Loewenthal che sovrappone e intreccia la propria voce a quella dei racconti ebraici di patriarchi, sapienti e guaritori, da Abramo a Giacobbe, dal Baal Shem Tov a Shammai e Hillel, dalla torre di Babele al fiume Sambation, passeggiando tra le immense praterie dei giacimenti testuali giudaici, angeli, demoni e mirabilia della tradizione. È l’artifex additus artifici, secondo la celebre definizione del filosofo Giovan Battista Vico, è l’artista che si sovrappone a un artificio precedente, che riusa materiali noti, che va addosso alla memoria collettiva e risplasma testi già scritti, con una rilettura-riscrittura di miti di fondazione sempre suscettibili di nuove architetture narrative. E così, la tela delle storie ebraiche si espande in un ricamo personale, nella scorrevole piacevolezza di un punto di vista soggettivo, una esecuzione su partitura largamente nota ma con tonalità e coloriture sempre nuove. (F.D)
Elena Loewenthal, Miti ebraici,  Einaudi, pp. 205, € 15,00.

Libro sul VeloFemminilità velata e capo coperto. Il velo nell’ebraismo, nel cristianesimo e nell’islam: è il tema (spinoso) affrontato con un approccio di ampio respiro da Giulia Galeotti, storica e saggista. Ridotto a simbolo ideologico o a oggetto di scontro – o liquidato a mero simbolo di sottomissione -, ha un significato assai più complesso. In breve, la storia delle donne velate «è insieme una storia di costume, prassi, spiritualità, fede, identità personale e collettiva», osserva l’autrice. Nel variegato mondo ebraico, benché la Torà sia costellata di racconti di donne velate e benché le donne ortodosse e ultraortodosse lo usino, il copricapo non è un obbligo. E qui l’autrice cita la storica Anna Foa: «Se per gli uomini è un segno di rispetto per la presenza divina, per le donne è un segno di pudore, di modestia. Molte donne ebree girano con il capo scoperto, e non si coprono il capo neanche per pregare, come d’uso in molte comunità, per esempio in quelle italiane». Copricapi, cappellini, parrucche o l’inconfondibile tichel, il fazzoletto legato sulla nuca: l’autrice segnala anche il libro di Federica Valabrega, Daughters of the King (Burn Books, New York, 2013), una suggestiva raccolta di fotografie che raccontano «la bellezza spirituale di queste donne così preziose e segrete, seppure all’interno di una società estremamente rigida e regolata da leggi severe sulla privacy e sul rispetto dell’immagine sacra». (Cit. Valabrega). Ricco di richiami, riflessioni e spunti, questo libro riassume temi importanti del nostro secolo: la rinascita dell’Islam, i suoi rapporti con l’Occidente, la concezione della donna, l’idea di cambiamento e di emancipazione. Non solo. È anche un’occasione per porre domande attualissime a cui urgono risposte. (Marina Gersony)
Giulia Galeotti, Il velo. Significati di un copricapo femminile, EDB, pp. 232, € 16,50.
◆ Narrativa ◆
Libro Ivo AndricDa dove si origina il Male? Qual è la sua vera natura? Indifferenza, sopruso, antisemitismo, discriminazione, omicidio… È la storia di Mento Papo, ebreo marginale e senza qualità nella Sarajevo attraversata dalle uniformi uncinate degli ustascia. Ed è la storia del suo aguzzino, Stjepan Kovic, il fallito della città, eterno imbelle che “né matura né appassisce”; ma è anche il crescere della follia e della delazione che prende possesso di corpi e menti. Mito e epos si abbracciano al ritmo di un racconto che ci fa respirare classicità a pieni polmoni. Non a caso Emir Kusturica ne fece un film nel 1979. Non a caso, il curatore Bozidar Stanisic si sofferma sul respiro omerico di Andric spesso paragonato a Tolstoj. Come Stanisic mirabilmente sottolinea, “Andric non separa le radici interiori del male dalle sue manifestazioni concrete”. Una storia claustrofobica in cui “la vittima predestinata ingaggia un invisibile gioco d’azzardo con l’attimo della Storia in movimento”. Tre racconti cesellati come un cameo dal grande scrittore bosniaco premio Nobel per la letteratura nel 1961, autore indimenticabile de Il ponte sulla Drina, romanzo che sarebbe tempo di riscoprire. (F. D.)
Ivo Andric, Buffet Titanic, Perosini Editore, trad. A. Parmeggiani, pp. 94, € 12,00, pperosini@tiscali.it

AcciaoIl marziale incedere della Storia quando il cielo si fa plumbeo. Il torvo splendore degli ussari, la fatica della prigionia e della guerra, l’ostinata volontà di vivere del piccolo disertore Binyamin Lerner. E poi le strade di Varsavia, la Vistola, la dura disciplina del fronte e l’intera umanità ebraica che ondeggia come un campo di grano scosso dal vento e dalle intemperie del XX secolo. È l’incedere di una prosa che largheggia provocando spasmi di autentico piacere. Un altro romanzo capolavoro del maggiore dei fratelli Singer riproposto da Elisabetta Zevi e splendidamente tradotto da Anna Linda Callow. (Fiona Diwan)
Israel Joshua Singer, Acciaio contro acciaio, Adelphi, pp. 240, € 16,00.

 

cover_Santa MazieSembra di essere in un film di Woody Allen, quelli in cui, seduti su un divano, acidi e pettegoli vecchietti parlano e sparlano del personaggio di turno. Ma per lei hanno tutti un misto di rispetto e fascinazione, sia chi l’ha conosciuta, sia chi ne ha sentito raccontare da spasimanti toccati dalla sua grazia. Lei, Santa Mazie, è Mazie Phillips, la regina della Bowery, protettrice degli accattoni e degli ubriachi, quella che sa vedere il cuore sotto gli stracci. Personaggio reale, glorificato nel 1940 anche da Joseph Mitchell sul New Yorker, su di lei la felice vena letteraria di Jami Attenberg, già apprezzata per I Middlestein, costruisce un romanzo di pura invenzione (le testimonianze, il diario di Mazie…), ma assolutamente realistico, appassionante, pieno di humor e sensibilità. New York, l’amore, la famiglia, il dolore e la leggerezza sono tessere di un mosaico in cui, dal principio alla fine, si legge: “sono felice, perché sono viva!”. Dal questo romanzo, già osannato in America, sarà tratta una serie televisiva con protagonista Helena Bonham Carter. (Ester Moscati)
Jami Attenberg, Santa Mazie, Giuntina, trad. P. Buscaglione Candela, pp. 300, € 16,50.

BabelLa pubblicazione dei racconti di Isaak Babel’ da parte del Sole 24 ore, nella sua imperdibile collana dei Libri della domenica, è il pungolo per riprendere in mano la raccolta pubblicata da Voland. Odessa, periferia dell’impero russo/sovietico, e il suo cuore ebraico, la Moldavjanka; il porto, grande e caotico; una babele di lingue, russo, yiddish, ebraico (la sapida traduzione di Bruno Osimo restituisce il senso di frammentazione e ricchezza): questo è l’ambiente nel quale Babel’ inserisce i suoi personaggi, attori della commedia e della tragedia della vita. Donne volitive e dominanti, uomini ebbri di vino, acquavite, passione. Rabbini e Re, gangster e poliziotti, truffatori e prostitute, si inseguono, si amano, fanno affari chiari o loschi, con un pogrom sempre dietro l’angolo. Ma c’è sempre un rimedio, una soffiata, una risata … e sì, si sopravvive, si vive perché si ama la vita ad ogni costo. La tragica fine dell’autore, torturato e ucciso da Stalin per “attività antisovietica” (nei suoi libri i banditi sono allegri e romantici, seguono l’intollerabile legge naturale dell’amore e del piacere), il sequestro e la distruzione dei suoi manoscritti, sono un grande buco nero nel cuore della letteratura russa. (Ester Moscati)
Isaak Babel’, Racconti di Odessa, trad. di Bruno Osimo, Voland, pp. 173, € 10,00 (Selezione nei Libri della domenica del Sole 24 ore).

Ronald H. Balson, Ogni cosa è per te, GarzantiLe storie d’amore tra un ebreo e una palestinese abbondano sugli scaffali delle novità estive 2016. Dopo il caso del romanzo Borderlife dell’israeliana Dorit Rabinian, oggi è il turno di Balson che ci narra la scelta di Sophie, la bambina nata da quell’amore proibito, chiamata a scegliere tra due idiomi che non si parlano e tra due mondi in guerra da decenni. Struttura da thriller, andamento da detective story, scrittura piana da onesto bestseller, il romanzo fila liscio, si fa leggere, diverte, ogni tanto commuove. (F.D)
Ronald H. Balson, Ogni cosa è per te, Garzanti, pp. 465, € 17,60.

Widad Tamimi, Le rose del ventoAncora un altro amore tra un’ebrea e un palestinese. Tra Hebron e Trieste, tra Gerusalemme, Amman, Londra, nel cuore dolente del secolo appena svanito, in un intreccio di sradicamenti mai ricomposti che abbracciano vicende e conflitti lunghi un secolo. Un romanzo a doppio taglio, una saga familiare alla ricerca di una riparazione, una storia che scorre come un turbinoso ruscello tra generazioni che si fanno roccia e tra identità multiple. Molto più di un memoir, scritto mirabilmente e con penna forse troppo occidentale dalla quarantenne Tamimi, italiana-ebrea-arabo palestinese che vive a Lubiana in Slovenia. (F. D.)
Widad Tamimi, Le rose del vento, Mondadori, pp. 269, € 18,50.

Niente su cui posare il capoDell’autrice non esiste una sola foto e sono poche le informazioni, tranne il suo libro miracolosamente sopravvissuto alla guerra e alla follia umana: pubblicato nel 1945 (lo stesso anno della sua morte), da un piccolo editore ginevrino, è sparito dalla circolazione fino a pochi anni fa, riemerso per caso in un mercatino di Nizza… È l’intenso resoconto di una donna coraggiosissima e della sua fuga; una fuga fisica, mentale e psicologica dal Grande Male Nazista. Scritto con il tono asciutto e didascalico della cronista, è la vita di chi decide di non soccombere. Françoise Frenkel – il cui vero nome è Raichenstein-Frenkel, Frymeta, Idesa, ebrea di origine polacca -, nel 1921 fonda la Maison du Livre, prima libreria francese di Berlino, punto di riferimento di intellettuali e scrittori nella Germania cupa post Grande guerra e in quella “frizzante” della Repubblica di Weimar. Tutto svanisce in una bolla di sapone con l’ascesa del nazismo. Françoise scappa (e ritorna) a Parigi dove inizia la sua lotta per la sopravvivenza: le truppe tedesche la costringono a riparare a sud, prima ad Avignone, poi Nizza, Grenoble e Annecy. Tre anni passati a nascondersi fino a quando, nel 1943, un destino benevolo riesce a farle passare clandestinamente la frontiera svizzera. Determinata a sopravvivere, Françoise affronta il suo tempo senza perdere la fiducia. Perché oltre al Male e al Bene Mascherato – quest’ultimo operato da chi aiuta per opportunismo, interesse o proprio tornaconto -, esiste anche il Bene Vero di quei Giusti pronti a mettere a repentaglio la loro stessa vita per salvarne un’altra…
Un libro che tocca corde profonde e merita di essere letto. (M. G.)
Françoise Frenkel, Niente su cui posare il capo, Guanda, trad. S. Levi, S. Lari, C.Turla, pp. 298, € 18,00.

La sarte di Dachau (La)Dachau, 1942. Sotto una finestra c’era una macchina da cucire, una di quelle a manovella, non a pedale. Così inizia la storia de La sarta di Dachau, – caso editoriale venduto in 26 paesi -, che narra le vicende di Ada Vaughan, una giovane sarta inglese con grandi ambizioni nella Londra del 1939. L’ingenuità e l’inesperienza sommate al clima di guerra, la portano a fidarsi del prossimo con ripercussioni terribili sulla sua vita: finirà a Dachau, segregata per anni in una soffocante stanzetta a cucire vestiti per la borghesia hitleriana. La sua fama arriva fino alle più alte gerarchie naziste che le commissionano un abito per una signora molto potente. Ada non sa che si tratta dell’abito da sposa di Eva Braun, l’amante del Führer. L’autrice, Mary Chamberlain è professoressa di storia a Oxford. Nel 2014, mentre sfoglia un saggio, scopre il mistero del vestito da sposa di Eva Braun. E la sua fantasia comincia a viaggiare… (Marina Gersony)
Mary Chamberlain, La sarta di Dachau, Garzanti, trad. Alba Mantovani, pp. 320, € 16.90.

16_07-08-Libro NeumannC’è Jid, l’ebreo mago del borseggio, c’è Ewa, giovane prostituta occasionale, ma ci sono anche Goy e Ate, i due non ebrei, lei ex capo di una sezione della gioventù hitleriana. Sono questi e altri i giovani protagonisti di questo libro, ambientato nella Vienna post-bellica, in una cantina di un palazzo crollato sotto le bombe. Un raggio di sole è l’arrivo di un reverendo americano, che li aiuta a difendersi da chi vuole farli sloggiare da lì. E che soprattutto ascolta le loro storie di infanzia negata dal conflitto, dal nazismo e dai campi di concentramento, regalando loro una speranza di una vita nuova. (Ilaria Myr)
Robert Neumann, I bambini di Vienna, Guanda, trad. Silvia Albesano, pp. 211, € 16,50.

scorpion-dance-lightI suoni, i colori e i profumi di Gerusalemme fanno da sfondo a questa intensa storia di amore: un sentimento totalizzante e incondizionato che vede Orion, il protagonista, legato alla nonna tedesca, Johanna, che lo ha cresciuto con dedizione infinita, dopo la morte del padre, che non ha mai conosciuto, e della madre, che lo ha abbandonato. Ma è anche la storia dell’amore di Orion per una ragazza di Berlino, l’unica con la quale l’uomo riesce a pensare a un futuro insieme. Su tutto regna inquietante l’ombra della Shoah, a cui la nonna è sopravvissuta lasciando pesanti segni sul corpo e sull’anima. E, inevitabilmente, anche sulla vita di Orion. Un libro intenso, in cui non mancano alcuni folgoranti colpi di scena. (Ilaria Myr)
Shifra Horn, Scorpion Dance, Fazi, trad. Silvia Castoldi, pp. 432, € 18,50.