Un angolo di pace: la salvezza dei genitori narrata da Valeria Gandus in un libro

Libri

di Esterina Dana

Furono 28.000 gli ebrei in fuga dalle persecuzioni nazifasciste accolti dalla neutrale Svizzera negli anni cruciali del Secondo conflitto mondiale. Molti non ebbero la medesima fortuna, ma quella raccontata da Valeria Gandus (Un angolo di pace. Un ebreo in fuga nella Svizzera del ’43, Calamospecchia, Ostuni, 2022) è una storia di salvezza e gratitudine della sua famiglia che lì trovò ricovero.

È l’11 settembre 1943 quando il padre Riccardo cerca clandestinamente rifugio in Svizzera con il fratello Aldo e la cognata Annie. Nel suo intenso memoir, Gandus redige un meticoloso reportage della difficile vita in Svizzera, basandosi sul carteggio tra i vari membri della famiglia, sull’agendina blu di Riccardo e sul diario di Aldo ed Annie, ricco di informazioni sulla guerra e sui drammi di oltre confine.

Vi si parla di trasferimenti in diversi campi di smistamento e di lavoro, di faticose attività nei campi come boscaioli o contadini, gli uomini, di “lavori femminili” (bucato, cucina, giardinaggio), le donne. E di nostalgia: quella di Riccardo per la propria città, Milano, e per “la sua Herry”. I toni sobri della narrazione rimandano al linguaggio quotidiano di persone comuni costrette talora a sopportare anche l’insofferenza razzista della popolazione locale. Ma si raccontano pure momenti di divertimento e di incontri con amici di famiglia come il violoncellista Vittorio Basevi e il violinista Gualtiero Morpurgo (autore di Il violino rifugiato, Mursia, 2006). Il testo è corredato da fotografie: dei protagonisti di questa avventura a lieto fine, di cartoline postali e di ritagli di giornale.  È introdotto da una prefazione di Gioele Dix, al secolo David Ottolenghi (Quando tutto questo sarà finito, Mondadori, 2014), i cui nonni vissero un’analoga esperienza di fuga e salvezza.

Una nota dell’editore chiude il volume mettendo in luce la capacità dell’autrice di spostare a intermittenza lo sguardo sul presente e di indurre una riflessione empatica su quanto accade alle migliaia di profughi di oggi.

Valeria Gandus, giornalista milanese ha collaborato con Panorama e Il Fatto Quotidiano. Con Pier Mario Fasanotti ha scritto Mambo Italiano (1945/1960), Kriminal tango (1960/1970) e Bang Bang (1970/1980) editi da Tropea–Il Saggiatore. Attualmente pubblica sulla rivista online Cultweek.