Medicina e storia: quando la scienza volge al male

Libri

di Marina Gersony

Si intitola Il Male in Medicina. Scienza, nazismo, eugenetica il saggio di Federico E. Perozziello. Medico, pneumologo, storico della medicina, storico medievalista e docente universitario, l’autore ha studiato la formazione e l’evoluzione del pensiero scientifico interessandosi alle idee di salute e di malattia da un punto di vista storico, antropologico e filosofico.
Questo suo ultimo saggio inizia con un episodio che lascia ancora oggi sgomenti: è la storia dei bambini della scuola Bullenhuser Damm, un quartiere periferico di Amburgo. Nella notte del 20 aprile 1945, venti bambini ebrei provenienti da ogni parte di Europa furono uccisi nelle cantine dell’istituto, oggi dedicato alla memoria della spaventosa vicenda. Erano finiti lì dopo essere stati sottoposti alle brutali sperimentazioni dei medici nazisti intenzionati a trovare un inutile vaccino antitubercolare.
Perozziello prende spunto da questa terribile storia per indagare il Male in Medicina, ossia quella scienza che studia le malattie del corpo umano al fine di cercare di garantire la salute delle persone, oltre alle diverse modalità di alleviare le sofferenze dei malati, inclusi coloro che non possono più guarire. Ma è davvero così? E com’era la medicina del secolo scorso? Chi stabiliva il confine tra etica e ricerca? A che punto è la scienza moderna? Esiste ancora la tentazione di utilizzare scorciatoie etiche per raggiungere obiettivi di tipo utilitaristico?

La medicina tra fine Ottocento e inizio Novecento riteneva di poter ottenere qualsiasi risultato se soltanto fosse stato possibile disporre di tempo e di denaro, lasciando spesso in disparte quelle che erano le problematiche etiche di aggiornamento medico. Durante il nazismo, un’intera generazione di medici ha portato alle estreme conseguenze queste visioni pseudoscientifiche risalenti al passato.
La domanda è come tutto ciò sia potuto accadere, ossia come questi medici abbiano potuto praticare una scienza sperimentale, spesso anche con estrema competenza, passando all’esercizio criminale delle proprie abilità.
«Di sicuro le capacità comunicative del nazismo, la suggestione di massa, la percezione di idee assolutamente deliranti come quelle della sudditanza da un punto di vista genetico del popolo ebraico ad altri gruppi etnici hanno giocato un ruolo importante», spiega il professore in un video di presentazione del suo libro su youtube che approfondisce l’intera questione. (www.youtube.com/watch?v=7GQCsYN-PX4).

«L’eugenetica – osserva Perozziello – in un certo senso è il ‘frutto avvelenato’, è la teoria dell’evoluzione darwiniana. Darwin non aveva minimamente in mente di elaborare una teoria eugenetica; tuttavia, quando scrisse il saggio L’origine delle specie nel 1859, interpellò per anni anche numerosi allevatori di bestiame domestico, facendosi raccontare come selezionavano le specie più utili, i maiali, i cavalli, i cani e così via. L’eugenetica è il miglioramento genetico di una specie vivente. Quando si passa dagli animali all’uomo, allora le cose ovviamente si complicano».
L’erede di Darwin, suo cugino Francis Galton, alla fine dell’Ottocento elaborò delle teorie di eugenetica legate alla specie umana. Sosteneva che così come si era potuto migliorare il patrimonio genetico, quindi le qualità performative degli animali domestici, allo stesso modo si sarebbe potuta migliorare la qualità antropica degli esseri viventi.

Di fatto l’eugenetica è un’idea anglosassone, forse l’ultimo bagliore di qualcosa un po’ a metà strada tra l’Illuminismo e la filosofia positivistica ottocentesca che ha avuto conseguenze drammatiche e atroci quando è stata fatta propria dalla Germania nazista.
In breve, Il Male in Medicina è un libro importante; un libro che riporta alla memoria anche il famigerato T4, il programma rivolto alle persone affette da malattie giudicate incurabili, agli individui portatori di handicap, o definiti anormali o asociali, di ogni età e sesso, residenti in Germania e nell’Austria occupata, “vite indegne di essere vissute”, destinate a una “morte misericordiosa”; un libro importante anche perché, oltre alla ricostruzione storica, all’analisi filosofica e scientifica del Male in medicina, ci mette in guardia sulla possibilità che nuovi crimini possano essere commessi in futuro.

 

Federico E. Perozziello, Il Male in Medicina. Scienza, nazismo, eugenetica, Edizioni San Paolo,
pp. 368, € 25,00