La marcia dell'estrema destra a Varsavia

Il nazionalismo secondo George Orwell

Libri

di  Nathan Greppi

Tutti lo conoscono per le sue opere di narrativa, e in particolare 1984 e La fattoria degli animali, dove riuscì a immaginare società distopiche che rappresentavano metafore convincenti dell’Unione Sovietica, l’altro grande totalitarismo rimasto ai suoi tempi dopo il crollo di quelli nazista e fascista. Ma George Orwell è stato anche e soprattutto un giornalista e autore di saggi, dove affrontava i temi politici più spinosi della sua epoca. Tra le sue opere principali va ricordato Sul nazionalismo, uscito nel 1945 con il titolo Notes on Nationalism e recentemente ritradotto in italiano. Orwell distingue tra i concetti di “nazionalismo” e “patriottismo”: il secondo rappresenta l’amore sincero per un certo luogo o stile di vita, mentre il primo indica la tendenza a “identificare se stessi in una singola nazione, al di là del bene e del male”. Il patriota è colui che agisce per difendere ciò che gli è caro, mentre il nazionalista, seppur convinto di essere nel giusto, agisce poiché guidato dalla sete di potere.

George Orwell, Sul nazionalismo, edizioni Lindau,
traduzione di Davide Platzer Ferrero, pp. 64, 9,00 euro.