di Esterina Dana
La scrittrice Lia Levi è nota per la sua capacità di intrecciare storie personali con la grande Storia. Nell’ultimo romanzo E se non partissi anch’io, pubblicato da Edizioni E/O, il suo stile sobrio, caratterizzato dal generoso uso del discorso indiretto libero, è immersivo. Con semplicità e ironia sottile, l’autrice suscita riflessioni su temi ancora attuali, restituendo con grande sensibilità l’atmosfera di un’epoca e il vissuto emotivo dei protagonisti. Attraverso le loro vicende, dipinge il ritratto intimo e toccante di una famiglia che si confronta con il progresso, i mutamenti della società italiana e le complessità dell’appartenenza culturale. Il racconto è ambientato a Roma all’inizio del Novecento, segnato da grandi conflitti, tra cui la Prima Guerra Mondiale (1914-1918). Questo evento accelera i processi di cambiamento in atto e influenza le scelte dei protagonisti. La narrazione si focalizza principalmente sulle sue ripercussioni umane e psicologiche. Al centro della storia sono Benedetto Sabatello, un ebreo romano socialista, cresciuto “lontano dal ghetto”, e sua figlia Ida, personaggio già apparso in un altro romanzo dell’autrice (Ognuno accanto alla sua notte, E/O, 2020). Lui, uomo sensibile e aperto ai fermenti dell’epoca, è favorevole a un’educazione moderna per sua figlia, mentre la madre Rosina, più tradizionalista, è contraria: teme che una ragazza troppo istruita possa avere difficoltà a trovare marito, soprattutto se ebreo. Ma Ida vuole studiare.
Uno degli aspetti più interessanti del romanzo è il tema dell’emancipazione femminile. L’epoca è cruciale per il movimento delle donne in Italia: nel contesto della Grande Guerra, esse si ritrovano a occupare i posti di lavoro lasciati dagli uomini partiti per il fronte. Nei primi decenni del secolo, iniziano a rivendicare diritti civili, politici e professionali, sebbene il suffragio femminile venga concesso solo nel 1945. Ida rappresenta questa nuova generazione: vuole scegliere il proprio destino, sfidando le imposizioni sociali e familiari, mette in discussione l’idea del matrimonio e aspira a una carriera che le garantisca autonomia, rivendicando il diritto al lavoro e alla realizzazione personale.
Strettamente intrecciato con le dinamiche familiari e socio-culturali del tempo è il tema dell’amicizia. Nel corso della vicenda, Ida frequenta una scuola con classi miste, scelta voluta dal padre. Qui stringe amicizia con Vanessa, una ragazza non ebrea figlia di un’attivista femminista, e con Andrea, un giovane poeta anticonformista. Il loro rapporto è un elemento di rottura, capace di superare le differenze e creare connessioni al di là dei pregiudizi. In un periodo in cui le donne avevano poche possibilità di esprimersi e trovare spazi di autonomia, i legami femminili diventano strumenti di crescita e ribellione, nonché fonte di conforto. I tre ragazzi trascorrono il tempo insieme, studiando spesso a casa di Ida o di Vanessa sotto lo sguardo discreto di Miss Kilman, governante e insegnante di inglese impegnata sul sociale. Le due ragazze accolgono il suo invito ad aiutare le molte donne analfabete dei quartieri emarginati, a scrivere lettere ai mariti al fronte. Ida, abile disegnatrice, realizza anche ritratti delle mogli e dei figli da mandare ai soldati in trincea. Nel frattempo, Rosina le trova un fidanzato ebreo. Giovane di buona famiglia, bello e ambizioso, lavora nella fabbrica del padre e conquista il suo cuore. Ma Ida ha una certezza: “Sarà una donna libera, questo è sicuro. Ha ben capito quale sarà il campo su cui si vorrà muovere. E il resto? Una solitudine sentimentale non è di certo quello che desidera. Ma trovare un compagno, mettere su famiglia con tanto di figli, come conciliarlo con la sua aspirazione al volo?”
Il titolo del romanzo E se non partissi anch’io? è ispirato a un canto risorgimentale del 1848 di Carlo Alberto Bosi, ma è diventato il simbolo di tutte le guerre. Fil rouge nel romanzo, evoca il dilemma della scelta tra restare fedeli alle proprie radici o partire verso l’ignoto.
Lia Levi, E se non partissi anch’io, Edizioni E/O, 224 pagg., 18 euro