Miro Silvera

Miro Silvera: «I libri sono la farmacia dell’anima. E possono, a volte, salvarci la vita»

Libri

È improvvisamente mancato oggi, 22 maggio, nel giorno del suo 81esimo compleanno, Miro Silvera, scrittore, poeta, saggista e animo nobile e generoso.  Lo ricordiamo con grandissimo affetto, riproponendo ai nostri lettori questa conversazione (2012) con la nostra direttrice, sua cara amica da tutta la vita. I funerali saranno lunedì 23 maggio alle 15 al cimitero ebraico (via Emanuele Jona 1).

 

di Fiona Diwan

Miro Silvera
Miro Silvera

Chi conosce Miro Silvera non può che stupirsi, ogni volta che lo incontra, del tono lieve e delicato con cui riesce ad avvicinarsi a cose e persone: un modo etereo, quasi disincarnato, di incedere nel mondo. Una qualità mite, “da elfo”, che lo rende -in un mondo dove prevalgono maldicenza e invidia-, beneamato da tutti. Ma non lasciatevi incantare dall’apparente buonismo o dalla sua mancanza di aggressività. Silvera sa essere, all’occorrenza, un vendicatore angelico, per dirla con Karen Blixen -scrittrice inarrivabile, che lui stesso adora-, specie se si tratta di difendere, senza mezzi termini, il punto di vista di Israele e degli ebrei, nei salotti buoni dell’intellighentzia borghese, di destra e di sinistra, dove accade di incontrarlo.

Più di quarant’anni di scrittura, romanzi, saggi, poesie, articoli, traduzioni letterarie, testi teatrali, sceneggiature cinematografiche, fanno di Miro Silvera, nato ad Aleppo nel 1941, uno dei protagonisti della vita milanese, una figura certamente eterodossa e non facilmente incasellabile nel panorama culturale della città. Un garbo e una gentilezza proverbiali, una cultura sfaccettata e cosmopolita, un fiuto editoriale che ne hanno fatto il primo editor in Italia ad inventarsi, vent’anni fa, una collana di “nuova spiritualità” (per Sperling & Kupfer), Silvera ha anche avuto il merito di ripescare dal dimenticatoio, per Valentino Bompiani, una grande scrittrice come Dorothy Parker. «Facevo il lettore per Bompiani, negli uffici di via Pisacane: all’epoca era un appartamentino dove lavoravamo tutti, Silvana Ottieri, Paolo De Benedetti, Umberto Eco giovane, Giuliana Broggi e il conte Valentino stesso. Io leggevo e proponevo la narrativa straniera, traducevo dal francese e dall’inglese autori come Francoise Sagan, Gaston Bachelard, Jack Kerouac». In contemporanea, c’è la scuola del Piccolo Teatro di Milano, ai tempi del leggendario Paolo Grassi; dopo, Miro Silvera diventerà uno dei soci, con Andrée Ruth Shammah, del Teatro Franco Parenti. Incontra personaggi mitici come Samuel Fuller, Frank Capra, Alida Valli, Peter Weiss, Marco Ferreri, Franco Rosi, Ettore Scola, Franca Valeri («un Molière nato donna»). Amico della coppia Sottsass-Pivano, di Herbert Pagani, di Renato Boeri, di Goffredo Parise, di Giuseppe Pontiggia e Paolo Volponi, Silvera costeggia un’intera generazione di scrittori e artisti, tra gli anni Settanta e Novanta. Critico cinematografico e autore, con Maurizio Porro, del volume La cineteca di Babele (Milanolibri), il suo enciclopedico eclettismo non ha nulla a che vedere con i birignao da erudito o con quelle civetterie cattedratiche così frequenti nel milieu intellettuale. Asistematico e curioso, Silvera è uno dei pochi ebrei profondamente ancorato al doppio mondo di appartenenza, quello ebraico e quello milanese.

Il volumetto appena uscito Libroterapia Due, Salani, è una sorta di spassosa autobiografia “as a writer”, passioni, visioni, autori che gli hanno cambiato la vita, un viaggio svolazzante e pieno di humour, navigando tra citazioni e biblioteche, considerate, queste, vere farmacie dell’anima (Libroterapia 1 è uscito due anni fa, insieme a Cinematerapia). La cosa divertente è che Miro parla da lettore, e non da scrittore: i libri, infatti, sono la nostra apertura sul mondo e su noi stessi, su ciò che siamo veramente e su ciò che gli altri sono, dice, «perché siamo venuti al mondo per sperimentare e i libri sono la nostra cucina spirituale: le ricette le abbiamo tutte lì, basta allungare la mano e metterle sul fuoco». E aggiunge: «chi non legge ha un’anima anoressica». C’è un libro giusto per ogni disturbo, scrive Silvera: libri che curano la depressione, il mal d’amore, il lutto per una persona cara, le ansie per il futuro…, si possono assumere a stomaco pieno e anche vuoto, non danno assuefazione, non intossicano.

Un’idea, questa dei libri che curano l’anima, che viene da lontano, dalla tradizione ebraica in primis. Ma anche dall’infanzia milanese alla Scuola di via Sally Mayer e da un’esperienza difficile ma a lieto fine. «Ricordo con ansia, ancor oggi, i miei primi anni alle elementari della Scuola ebraica e il terrore che provavo per la mia morà, la Flack. Non lo nascondo: il bambino che ero non ha sopportato l’esperienza di rifiuto e emarginazione che quella morà mi fece patire. Non ho mai capito perché, ma preferiva le bambine e forse mi detestava. In seguito, al liceo della Scuola ebraica, ho superato quell’impasse e le cose si misero bene. È stato grazie alla morà Flack che ho scoperto i libri. Per sfuggire a una realtà così brutale ho fatto quello che fanno tutti i bambini: mi sono rifugiato in un mondo fantastico, ho sviluppato l’immaginazione, ho costruito un universo parallelo. Scoprii così i libri e il loro potere taumaturgico, la facoltà che hanno di guarirci dalle ferite e dalla bruttura del mondo, la loro capacità di ripagarci, offrendo un rifugio pieno di meraviglia. Ho capito che, attraverso la lettura, sarei tornato più sicuro e forte a quella stessa realtà che mi aveva respinto».

«Credo che il Novecento sia stato, non solo in letteratura, il secolo ebraico. È impossibile chinarsi sulla storia culturale dell’Occidente senza restare sbigottiti dall’onnipresenza ebraica, come se secoli di silenzio e ghetti avessero rotto gli argini, generando un fiume inarrestabile. Una “fame di espressività” che ha contagiato tutti gli ambiti del sapere. È questa voracità espressiva che sento mia, così vicina. Oggi, da scrittore ebreo, sento la necessità di scandagliare la figura storica di Gesù, di riportarla, narrativamente, alle sue radici ebraiche, per far capire al mondo cristiano, -e non solo a quello intellettuale degli svariati Monsignor Martini o Ravasi-, che Gesù era ebreo in toto e che questa evidenza va acquisita anche come forma di riparazione verso duemila anni di angherie e di pregiudizio anti-giudaico. La mia famiglia viene dal Portogallo. I Silvera sbarcarono a Livorno fuggendo l’Inquisizione. Oggi la presenza ebraica nella penisola iberica è rasa al suolo e, come se non bastasse, esiste un antisemitismo senza ebrei, un odio antiebraico che sopravvive, tenace e inestinguibile, nelle pieghe del cattolicesimo. Non è terribile questo? Una ferita che non si placa? Ecco: io voglio dare il mio contributo a una forma di tikkun. Per questo ho scritto Io Yeoshua chiamato Gesù (et al edizioni), un romanzo che inserisce Gesù nella normalità ebraica della sua epoca». Oggi Silvera sta ultimando un nuovo saggio -Essere o non essere, una presa di posizione morale sull’oggi-, e un altro romanzo: la storia -ispirata a figure realmente vissute-, di una pittrice ebrea vissuta tra gli anni Venti-Quaranta, in Olanda, tra musica, arte, Resistenza, amori… «Scrivere intorno alla condizione ebraica è per me, oggi, un impegno civile.

Noi ebrei abbiamo “avuto il permesso” di raccontarci poco più di 100 anni fa, (a partire da Zangwill e Aleichem). Ma c’è ancora un grande pregiudizio, duro a morire; e la Chiesa, spiace dirlo, ne è, in parte, responsabile. Perché lo faccio? Perché credo che la parte migliore di me resti, ancor oggi, quella ebraica».

Miro Silvera è nato a Aleppo nel 1944 e cresciuto a Milano. Le sue opere spaziano dalla saggistica ai libri di poesie ai romanzi, alle sceneggiature (come quella del film di Alessandro D’Alatri I Giardini dell’Eden, film tratto da un romanzo di Silvera). Ecco alcuni tra i titoli più significativi in trent’anni di carriera. Romanzi: L’ebreo narrante (Frassinelli), Il prigioniero di Aleppo (Frassinelli), Attraversando i giardini dell’Eden (Frassinelli), Margini d’amore (Frassinelli), I Giardini dell’Eden (Piemme), Il senso del dubbio (Frassinelli), Il passeggero occidentale (Ponte alle Grazie), Io Yeoshua chiamato Gesù (et al). Poesia: Arti e Misteri, (Marcos y Marcos). Saggi: Moda di celluloide (con M. Somarè, Idea Libri), La cineteca di Babele (Milanolibri), Dio nei dettagli (Aletti), Contro di noi-Viaggio personale nell’antisemitismo (Frassinelli), Libroterapia 1 e 2, Cinematerapia (Salani).

 

Foto Ester Moscati

Articolo precedente
Satira, politica e letteratura si intrecciano: lo scrittore Joshua Cohen vince il Premio Pulitzer
Articolo successivo
“Antisemitism on Social Media”, presentato nuovo libro

15 Commenti.

  • Fiona Diwan
    22 Maggio 2022 17:26

    La delicatezza fatta persona, fuoco fatuo, materia sottile fatta di arguzia, humour e gentilezza. Chi ti conosceva non poteva non amarti. Miro caro amico ci hai lasciato troppo presto, che dispiacere, che rammarico… il tuo umorismo surreale e distopico, i tuoi modi pieni di premura, la tua verve un tempo così smagliante, la tua sollecitudine ed empatia. Ci mancherai,
    Baruch Dayan HaEmet
    Siamo vicini alla famiglia Silvera in questo grave momento, Fiona, Shelly, Marina, Jacky, Arianna e Alexandra

  • Elena Rader
    22 Maggio 2022 19:06

    Amico tenero e amato. Lasci un vuoto nel cuore e nella vita.

  • Roberto Zadik
    22 Maggio 2022 19:20

    Una piccola poesia per un grande amico: Che la terra ti sia lieve, come la tua leggerezza mai superficiale e sempre piacevole. Che le nuvole ospitino la tua anima così brillante e che il tuo sguardo curioso e benevolo mi protegga. Nonostante la grande differenza di età, mille argomenti rinfrescavano il nostro tempo. Curiosità, battute, profondità e le tue doti così rare di comprendere senza mai compatire e di valutare lucidamente senza mai giudicare. Mi mancheranno le risate, la tua classe sostanziale e non solo formale, la tua voce rassicurante da fratello saggio che ha vissuto la vita nella sua essenza con vitalità e consapevolezza. Ma il tuo ricordo bloccherà la tristezza di questo momento e il senso della misura sereno che ti guidava mi accompagneranno. Grazie di tutto amico per sempre, maestro di parole e di vita

  • Elena Rader
    22 Maggio 2022 19:26

    Amico tenero e amato. Lasci un vuoto nel cuore e nella vita

  • Renzo Modiano
    22 Maggio 2022 20:00

    Ho perso un amico caro, che donava amicizia e calore umano. Mi mancherà.

  • Nathalie Silvera
    22 Maggio 2022 20:21

    Caro zio,
    sei stato un uomo di cultura e di spessore.
    Il Giardino dell’Eden sarà in festa oggi!
    Già mi immagino tutti intorno a te ad ascoltare i tuoi racconti ricchi di nozioni storiche e curiosità… a me piacevano tanto!
    Mi mancherai,
    tua nipote Naty

  • Aldo Tanchis
    22 Maggio 2022 20:28

    La gentilezza in persona. Sapeva ascoltare, sapeva consigliare, sapeva sorridere.

  • Andree Ruth Shammah
    22 Maggio 2022 22:03

    Stamattina inspiegabilmente pensavo di chiedere a Colette sue notizie. Non lo vedevo dalla sera di Pesah e l’avevo trovato stanco e molto dimagrito. Mi dispiaceva molto non avergli dedicato del tempo. Stamattina mi hanno avvertito che era troppo tardi. Sei stato con me, nei miei pensieri e nel mio cuore ininterrottamente tutto il giorno. Ci resterai molto a lungo Miro Mironton Mirontaine

  • Yoram Ortona
    23 Maggio 2022 00:09

    Proprio stamattina molto presto, caro Miro ti avevo fatto gli auguri di compleanno su fb.
    In tarda mattinata ho ricevuto purtroppo la triste notizia che mi ha turbato profondamente. Sei sempre stato un caro amico per me. Ci incontravamo spesso anche per prendere un caffè o nella tua bella casa piena di libri e di volumi storici, di romanzi e di sculture. Eri una persona molto colta ed equilibrata. La tua signorilità e la tua mitezza di uomo erano le tue caratteristiche principali ed eri benvoluto e stimato da tanta gente della nostra Comunità e non solo. Tu trasmettevi cultura e semplicità con molta poesia e altrettanta umiltà . Sei stato un grande e caro amico per me. Tante persone ti volevano bene, proprio per come eri fatto. Che il tuo ricordo sia di benedizione. Riposa in pace. Baruch Dayan Haemet. Il tuo amico Yoram

  • Nicoletta Pallini
    23 Maggio 2022 03:36

    Caro Miro sei stato un amico unico e indimenticabile. Sarà sempre con me la tua tenerezza e la tua ironia nel sostenermi dopo la scomparsa di Nicola Pressburger.

  • Anna Rabolini
    23 Maggio 2022 11:27

    Ho perso un amico , l’amico di una vita, colto intelligente , pronto a sorridere e pronto ad esserci quando ne avevi bisogno. Ieri ho perso un amico, ieri ho perso Miro.

  • Vittorio Robiati Bendaud
    23 Maggio 2022 14:57

    Barukh Dayan haEmet ! Caro Miro, eri un uomo arguto, pieno di eleganza e di decoro orientali d’altri tempi. Un signore discreto, con cui si poteva parlare, godendone, in intimità e libertà, discorrendo anche di temi molto impegnati, nelle intemperie dei momenti critici, sapendo che avresti saputo infondere, senza infingimenti, una dose intelligente di leggiadria. Eri, anzitutto, un uomo buono e accogliente, e mi mancherai. Condoglianze molto sentite alla famiglia Silvera. Con grande tristezza, Vittorio Robiati Bendaud

  • Fiorella Nahum
    23 Maggio 2022 16:12

    Molti anni fa il libro di Miro Silvera “Libroterapia”, che abbiamo presentato alla nostra associazione per anziani attivi, mi ha suscitato emozioni e pensieri profondi, mai provati prima. Mi ha fatto capire il valore inestimabile della lettura come molla potente per sentirsi vivi e stimolati ad andare avanti e condividere con gli altri quanto la tua mente recepisce in una fase della vita quando il corpo diventa fragile e spesso ti abbandona, ma la luce della mente continua a brillare e a tenerti legato agli altri. Grazie Miro, per la tua sensibilità e profondità.

  • Moïse Hazzan
    24 Maggio 2022 16:11

    Toutes nos condoléances à la famille Silvera
    Lucie et Moïse Hazzan

  • Roberta Pontremoli
    24 Maggio 2022 17:32

    Caro Miro sei stato un vero amico e mi hai trasmesso sempre una grande serenità. Mi mancherai molto Roberta Pontremoli Etro

I commenti sono chiusi.