Gerusalemme e Gaza, dall’antichità ad oggi

Libri

di Nathan Greppi
Quando si parla dello status di Gerusalemme o della Striscia di Gaza, generalmente lo si fa in riferimento alle vicende contemporanee, a maggior ragione dopo il massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre e tutto ciò che ne è seguito. Meno diffusi sono lo studio e l’approfondimento sul legame storico che hanno gli ebrei con quelle terre, partendo dal periodo biblico.

Chi ha provato a colmare questa lacuna, facendo collegamenti tra storia e attualità, è Massimo Giuliani; docente di Pensiero ebraico all’Università di Trento, ha scritto sull’argomento un piccolo volume di poco più di un centinaio di pagine.

Il libro parte proprio dallo spiegare in breve quali sono le radici storiche e bibliche dello Stato d’Israele. Vengono citati i riferimenti alla Terra Promessa nei testi biblici, al punto che in epoca moderna l’aspirazione ad una propria terra si è evoluta nel movimento sionista, per arrivare alla creazione di uno Stato-nazione per il popolo ebraico. Popolo rimasto senza una patria per quasi duemila anni, dopo la distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme.

Se il legame tra gli ebrei e Gerusalemme è assai noto (nonostante i tentativi ideologici dell’UNESCO di negarlo), meno conosciuta è la storia della Città di Gaza nell’antichità. Stando alle citazioni che se ne possono trovare nel Tanakh, e in particolare nel libro di Devarim, essa veniva considerata come un territorio al di fuori dei confini della Terra d’Israele: per secoli fu un’importante avamposto militare dell’Impero Egizio, finché non venne conquistata dal popolo dei filistei (dal quale in seguito i romani avrebbero coniato il termine “Palestina”).

Ricollegandosi a come viene intesa nel pensiero ebraico e nella Torah, Giuliani spiega che la violenza è sempre stata parte integrante della storia umana, sin dalla notte dei tempi. Al tempo stesso, però, già nei testi sacri venivano delineati dei confini morali da non oltrepassare in tempo di guerra; uno di questi prevede che non si gioisca per la morte del proprio nemico.

Infine, l’autore si ricollega al tempo presente, e ai fatti immediatamente successivi al 7 ottobre. Nel cercare di ipotizzare una possibile soluzione al dramma odierno, Giuliani sembra ipotizzare che l’opzione migliore sia ancora di provare a realizzare la Soluzione dei due Stati: da un lato, garantire la sicurezza e l’esistenza d’Israele, dall’altro far nascere uno Stato palestinese. Tanti spunti di riflessione, senza la pretesa di avere la ricetta perfetta in tasca.

 

Massimo Giuliani, Gerusalemme e Gaza. Guerra e pace nella terra di Abramo, Scholé, pp. 112, 12,00 euro.