Addio a Arturo Calosso, un grande amico

Necrologi

di Bruno Piperno Beer

La sera del 3 agosto scorso (26 di Av) ci ha lasciato Arturo Calosso, un grande amico.

Ci siamo conosciuti nel 1967 al Benè Akivà e da allora abbiamo coltivato un’amicizia che non si è mai interrotta.

Arturo è stato per lunghi anni una presenza importante nel mondo comunitario. Ha iniziato l’attività con ruoli di responsabilità nell’ambito delle organizzazioni giovanili ebraiche (Bené Akivà e FGEI) e, successivamente, è stato sempre presente nella vita comunitaria italiana. La sua è stata una partecipazione attiva in moltissime riunioni dove non faceva mai mancare il suo apporto di idee e le sue critiche costruttive.

Ha sempre combattuto per le sue idee. La riaffermazione della propria identità ebraica è stata una delle sue caratteristiche fondamentali che ha manifestato anche nella società civile dove ha riaffermato, spesso in ambienti non amichevoli, le ragioni dell’ebraismo e di Israele.

Per noi amici e per chi lo ha conosciuto da vicino è stato un punto di riferimento costante per la capacità di analisi e per gli stimoli di idee nonché per il  calore umano, l’ottimismo e il buon umore che trasmetteva anche quando le opinioni divergevano. Lo ricorderemo per la capacità di indurre al ragionamento e alla riflessione ciascuno di noi. In occasione delle festività, che da anni trascorrevamo sempre insieme, i suoi commenti e le sue riflessioni sono state uno stimolo, soprattutto per i nostri figli.

Ha affrontato la difficile malattia con il consueto ottimismo e con riservatezza quasi non volesse disturbare chi gli voleva bene.

La sua scomparsa lascia un grande vuoto in tutti noi amici e nella sua famiglia: Michela, con cui ha condiviso quasi 50 anni di vita costituendo un esempio di coppia solida e affiatata; Ivan, che Arturo ha amorevolmente seguito nelle diverse fasi della vita, e il nipotino Riccardo che ha avuto il grande merito di rallegrare i suoi ultimi anni.

Yiè zichronò livrachà.