Consiglio della Comunità: il Comitato del Servizio Sociale, questioni di metodo e delibere tecniche

di Redazione

Il Consiglio della Comunità di martedì 7 febbraio si è tenuto su zoom per ragioni logistiche, suscitando qualche malumore tra i consiglieri e soprattutto da parte del presidente Meghnagi che ha dichiarato che non dovrà più ripetersi, perché vedersi e confrontarsi di persona ha un valore aggiunto insostituibile.

 

L’ordine del giorno (Approvazione verbale riunione del 10.01.2023; Regolamento Comitato Servizio Sociale; Attività del Giorno della Memoria: risultati e ringraziamenti; Situazione ospiti ukraini; Dismissione immobile di Via Reina in comproprietà con Fondazione Don Gnocchi: delibere relative; Aggiornamento Commissioni Regolamento Comunitario e Palazzina Eupili; Nomina rappresentante consiglio presso consiglio CDEC; Varie ed eventuali) è stato affrontato con partecipazione e dibattito in un clima tutto sommato costruttivo.

Il coordinatore del Consiglio Roberto Jarach ha voluto ribadire, in apertura di serata,  riguardo alla convocazione del Consiglio stesso, che la tempistica viene sempre rispettata a norma di Statuto, verso i consiglieri, anche se agli iscritti può essere comunicato in un momento successivo; questo per rispondere a polemiche e recriminazioni che gli sono giunte.

Per l’approvazione del verbale della seduta precedente – primo punto all’OdG –  si è preso un po’ di tempo perché per impegni istituzionali non è stato possibile un controllo approfondito e puntuale. Sarà approvato al prossimo Consiglio.

 

Approvazione Statuto del Comitato Servizio Sociale

Il secondo punto all’ordine del giorno era la presentazione da parte dell’assessore ai Servizi Sociali Antonella Musatti  del nuovo Statuto del Comitato per il servizio sociale; è un organismo che esiste da molti anni ma non aveva ancora una procedura scritta e definita sulla sua composizione e sui vari iter da svolgere, sul tipo di relazione tra questo Comitato e il complesso delle attività e delle decisioni prese a proposito dal Servizio Sociale della comunità.  Lo Statuto entrerà nel novero dei vari analoghi documenti dei vari enti nella cui governance entra la Comunità ebraica di Milano. L’assessore Musatti ha dato lettura di alcune parti dello Statuto stesso come organo che serve a definire gli obiettivi e le procedure per le assegnazioni di sussidi e l’esame delle richieste, ma non solo: il Comitato esamina i singoli casi, discute e prende le decisioni sulla base delle relazioni delle operatrici del servizio sociale, sempre con un’attenzione alla gestione di fondi e al budget. Le decisioni vanno deliberate e controfirmate sia dal responsabile dei servizi sociali, dell’assessore competente e dal responsabile amministrativo della comunità.  Il Comitato non deve solo esaminare i casi ma proporre anche strategie e  attività del servizio.

I membri del Comitato sono votati dal Consiglio della Comunità che li nomina e quindi ovviamente conosce, ma non devono essere noti agli utenti per una questione di riservatezza. Il Comitato si riunisce una o due volte al mese. Lo Statuto prevede che ogni quattro anni ci sia una ricomposizione di questo Comitato, anche se c’è un invito a non rinnovare tutti i membri del Comitato contemporaneamente perché ci sia una certa continuità e una certa “memoria storica” delle attività e del modo di affrontare determinate situazioni. Il Comitato è formato da un minimo di cinque a un massimo di nove persone, con un rappresentante di vittime della persecuzione nazifascista o di un loro figlio e questo perché nella gestione dei fondi entra la Claims Conference che richiede esplicitamente che ci sia questo tipo di partecipazione. (La Claims dà un contributo di 300/350 mila euro all’anno al Servizio Sociale CEM per iniziative a favore delle vittime della persecuzione nazifascista – la gestione di queste situazioni non rientra tuttavia nell’ambito del lavoro del Comitato che è dedicato soprattutto agli assistiti dalla Comunità).

Nel Comitato c’è inoltre un rappresentante del Rabbino Capo e  l’assessore ai servizi sociali che ha diritto a partecipare ma non di votare le delibere. Va rispettato ovviamente il budget che – afferma Musatti –  viene gestito con molta serietà e attenzione. Rispondendo alle domande di alcuni Consiglieri (Davide Blei e Silvio Tedeschi in particolare) Musatti specifica che le situazioni che hanno richiesto un sussidio vengono  verificate periodicamente  (a tre e a sei mesi, o al massimo a un anno a seconda dei casi). Per entrare a far parte del Comitato non si deve essere né Consigliere della Comunità né dipendenti diretti o indiretti della CEM,  ma iscritti alla Comunità con  competenze, esperienze e sensibilità psico-sociali.

Roberto Jarach mette in approvazione lo Statuto che viene approvato all’unanimità dal Consiglio, e in qualità di coordinatore del Consiglio ringrazia chi ha lavorato alla sua estensione  e in particolare Antonella Musatti per i sostanziali contenuti di questo Statuto.

Si passa al punto quinto dell’OdG, dato che la consigliera Sara Modena dovrà assentarsi prima della fine del Consiglio e quindi si decide di anticipare il punto che richiede  una delibera  e di posticipare il punto terzo e quarto che riguardano la rendicontazione della gestione del Giorno della memoria e la situazione dell’accoglienza dei profughi dell’Ucraina.

 

Dismissione immobiliare

Il punto quinto dell’OdG riguarda la dismissione di un immobile in via Reina che è una eredità condivisa tra la CEM e la fondazione Don Gnocchi; una dismissione necessaria in quanto trattenerlo per altri scopi che non siano la vendita comporterebbe l’acquisto della quota dell’ente cointestatario. Ci sono state due perizie, una richiesta dalla Don Gnocchi di 230.000 € e una della Comunità di 320.000 €; si tratta di un appartamento di 77 m quadri interamente da ristrutturare. C’è una proposta di acquisto a 305.000 € già approvata dalla Giunta della Comunità; ma per l’accettazione definitiva di questa proposta è necessaria una delibera del Consiglio e poi un passaggio in assemblea. Questa proposta comporta il rogito al 31 luglio ed è stata già data una somma di 10.000 € a garanzia della serietà della proposta di acquisto. Il Consiglio decide di chiedere un preliminare con un versamento di ulteriori 40 / 50.000 € visto che è stato richiesto di fissare il rogito con un termine così lungo.

 

Le Commissioni Regolamento elettorale e Palazzina di via Eupili

Si passa poi al punto sesto che riguarda il lavoro delle Commissioni per il Regolamento comunitario e per la Palazzina di via Eupili.  Roberto Jarach dice che l’UCEI ha già comunicato i due rappresentanti di sua competenza, l’avvocato Jona Falco e l’avvocato Ariel Dello Strologo, nella commissione per il nuovo regolamento della comunità ebraica e a breve si riuniranno tutti i membri per  scegliere il coordinatore e dare l’avvio dei lavori. Per quanto riguarda invece la palazzina di via Eupili, Milo Hasbani chiede ad Alfonso Sassun, che accetta, di ricoprire il ruolo di coordinatore; nella prossima riunione di Consiglio verranno fornite le linee guida di questi lavori.

 

Il rappresentante della Comunità nel Consiglio della Fondazione CDEC

Si passa a parlare della nomina del rappresentante della Comunità nel Consiglio della Fondazione CDEC;  questo punto è stato molto dibattuto perché esiste una diversità di opinioni tra diversi consiglieri su quale sia il criterio più opportuno per la scelta di questo rappresentante. La questione in realtà non riguarda soltanto la nomina al CDEC, ma la nomina di tutti i rappresentanti del Consiglio della Comunità nelle varie istituzioni che lo prevedono. La diversità di opinioni riguarda la questione se il rappresentante del Consiglio della Comunità all’interno di un ente – come in questo caso la Fondazione CDEC –  debba essere una persona scelta all’interno del Consiglio stesso oppure all’esterno tra persone competenti di cui perviene la candidatura. Siccome non è stato trovato un accordo su quale sia la strategia migliore, si decide di posticipare questa nomina, essendoci tre candidature interne al Consiglio e due di persone esterne,  che godono peraltro della fiducia di tutti i consiglieri. Intervengono su questo punto diversi consiglieri, da Milo Hasbani allo stesso presidente Walker Meghnagi, ad Ariel Colombo, Manuela Sorani, Silvio Tedeschi, Sara Modena, Massimiliano Tedeschi. Roberto Jarach sottolinea che il  ruolo del rappresentante del Consiglio CEM deve essere sia di “rappresentare”, sia di “riferire”  al Consiglio stesso quelle che sono le attività dell’ente di cui si entra a fare parte; quindi al di là della competenza relativa alla attività stessa dell’ente è da prendere in considerazione il ruolo di comunicazione da e verso il consiglio. Massimiliano Tedeschi dice che si deve capire qual è il criterio decisionale  più logico e soprattutto più utile per la comunità stessa. Per aiutare nella decisione il segretario generale Alfonso Sassun preparerà un dossier su quali siano attualmente gli enti in cui la comunità è rappresentata e farà un bilancio della gestione di chi attualmente ricopre il ruolo.

 

Valutazione delle attività per il Giorno della Memoria

Da sinistra Milo Hasbani, vicepresidente Ucei e conigliere della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi, presidente della Comunità ebraica di Milano, Noemi Di Segni, presidente Ucei, e Ilan Boni, vicepresidente della Comunità ebraica di Milano e consigliere

E si passa parlare del punto terzo all’ordine del giorno cioè il bilancio delle attività che la comunità ha organizzato e a cui ha partecipato per il Giorno della Memoria, in particolare la Run for Mem che quest’anno si è tenuta Milano grazie all’interessamento e all’organizzazione di Milo Hasbani che ha ottenuto dall’Unione che la città di Milano fosse la sede di questa edizione, che ha portato moltissima visibilità al tema della Shoah. Roberto Jarach come presidente del Memoriale della Shoah di Milano  ha spiegato come il Sindaco Sala abbia accolto le proposte della Senatrice Liliana Segre in particolare il tram 9 di Milano che è stato dedicato al Giorno della memoria e, in Stazione centrale, in testa al Binario 21 è stato posto un totem che ricorda la storia del binario sottostante da cui partivano i treni per Auschwitz, in modo da spiegare alla popolazione, ai visitatori della Stazione e ai passeggeri in transito la storia del Binario 21 e per far conoscere ai milanesi e non solo il Memoriale di piazza Edmond Safra 1. 

Poi è stato dato conto delle altre manifestazioni, delle altre tappe  di questo Giorno della memoria, in particolare la deposizione della corona all’ex Albergo Regina con la sua tragica storia dove Roberta Vital come vicepresidente dell’ADEI WIZO  ha tenuto un discorso molto toccante e profondo; e poi l’incontro a Palazzo Marino. Milo Hasbani ha raccontato nel dettaglio la Run for Mem dicendo che  è andata molto bene, con una grande partecipazione di circa 1000 persone, che ha dato una grande visibilità e ha raccontato di come l’UCEI  abbia mandato anche a nome della comunità milanese un ringraziamento a tutte le persone e le istituzioni coinvolte nell’organizzazione e nella gestione della manifestazione, dalle forze dell’ordine alle autorità politiche e ai rappresentanti delle varie istituzioni. Ha voluto ringraziare in particolare i giovani dell’UGEI, del Bené Akiva e dell’Hashomer Hatzair che hanno seguito le varie tappe, in particolare sottolineando l’importanza delle pietre di inciampo che hanno coinvolto anche i numerosi passanti durante tutte le varie fasi di questa giornata. Un sentito ringraziamento va al  Conservatorio di Milano che è sede dell’evento istituzionale della Comunità con l’Associazione Figli della Shoah cioè il Concerto che quest’anno si è tenuto il 26 gennaio essendo il 27 Shabbat.

 

I profughi ucraini che la Comunità ha accolto a Milano

Infine si è parlato della situazione degli ospiti ucraini profughi che la comunità ha accolto a Milano in due case, un appartamento che ora dovrà essere lasciato libero e quindi la comunità si sta occupando di riallocare le persone che ancora ci abitano (tre ragazze con un bambino); tramite diverse istituzioni milanesi si sta cercando di trovare una soluzione alternativa dovendo lasciare libero l’appartamento che è stato occupato per quasi un anno. Mentre un’altra famiglia che è stata ospitata da una signora a San Felice, avendo trovato lavoro e versando in condizioni buone,  ha la possibilità di trasferirsi autonomamente.

 

Il presidente Walker Meghnagi, in conclusione della serata, ha richiesto la riunione di un Consiglio informale straordinario a porte chiuse per la prossima settimana, per la presentazione ai soli consiglieri di alcuni progetti che ha in animo di portare avanti. Tra le “varie di eventuali”,  il coordinatore del Consiglio Roberto Jarach ha richiesto formalmente le relazioni degli assessorati che non sono ancora pervenute e inoltre ha fatto presente che ci sono alcuni punti molto importanti da discutere che saranno all’oggetto del prossimo Consiglio.