Partenza Run for Mem (foto: ©Mosaico)

Oltre mille persone a Milano alla Run for Mem, la Corsa per la memoria

Italia

di Ilaria Myr
In una fredda ma soleggiata mattina, domenica 29 gennaio, si è tenuta a Milano la VI edizione della Run for Mem, la corsa non competitiva per la memoria organizzata dall’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei), in collaborazione con la Comunità ebraica di Milano. Alle 10.30 del mattino davanti al Memoriale della Shoah si sono riunite molte persone di tutte le età – fra cui anche le forze di polizia in divisa sportiva – che, con la maglietta Run for Mem, hanno attraversato la città, passando attraverso alcuni luoghi chiave della città “Medaglia d’Oro della Resistenza” e simbolo della vittoria contro il nazifascismo: dal Memoriale della Shoah cittadino all’ex hotel Regina sede dei nazisti, dalle pietre d’inciampo disseminate nel manto stradale alla sinagoga di via della Guastalla centro della vita ebraica di ieri e di oggi. Due i percorsi (4 e12 km) che si potevano fare camminando o correndo.

 

 

Da sinistra Milo Hasbani, vicepresidente Ucei e consigliere della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi, presidente della Comunità ebraica di Milano, Noemi Di Segni, presidente Ucei, e Ilan Boni, vicepresidente della Comunità ebraica di Milano e consigliere (foto: ©Mosaico)

 

Al nastro di partenza, in prima fila, Noemi Di Segni, presidente Ucei, il presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi e il presidente del Senato Ignazio La Russa. Presenti anche altre personalità e autorità milanesi, fra cui il presidente del Coreis e imam della moschea di Milano Yahia Pallavicini, nonché molti giovani dei movimenti giovanili ebraici e i City Angels, che hanno accompagnato i partecipanti durante tutto il percorso.

“Le parole sono state dette. Ma ora conta di più esserci, esserci vale più di mille parole. Noi siamo contro l’antisemitismo e anche contro l’antisionismo per la vita e l’esistenza di Israele” – ha  dichiarato il presidente del Senato Ignazio La Russa prima della partenza, davanti al memoriale della Shoah. “Sono qui con i miei amici della comunità ebraica milanese. Ed essere qui è già di per sé un messaggio. Se è una scelta? No perché quando devi scegliere vuol dire che hai due chance, invece in questo caso c’è poco da scegliere. Si deve testimoniare a basta”.

“Questa è un’iniziativa molto positiva che vede molta partecipazione – ha dichiarato il presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi, questo è importante per le nuove generazioni. La memoria è fondamentale perché quello che è successo è stato un abisso dell’umanità e noi dobbiamo ricordarlo sempre”.

“Siamo orgogliosi di avere potuto fare questa edizione in una città importante come Milano per la deportazione degli ebrei italiani – ha dichiarato Noemi Di Segni -. ed è importante che anche qui riusciamo a dare questo segno di vitalità e che riusciamo a dimostrare che nonostante lo sterminio noi siamo vivi, e non siamo isolati: corriamo ed esistiamo insieme a tutta la cittadinanza. Quindi corriamo, ma passiamo anche da delle tappe importanti che hanno visto la deportazione degli ebrei di Milano”.

Molto soddisfatto il vicepresidente Ucei e consigliere della Comunità ebraica di Milano Milo Hasbani, che ha portato la candidatura di Milano per questa edizione e che ha organizzato l’evento in stretta collaborazione con il Comune di Milano. “Grande successo della Run for Mem, che ha visto una grande partecipazione dei cittadini, oltre 1000 persone. Un grazie particolare ai movimenti giovanili B.A e H.H e all’Ugei per le loro letture, le musiche e i canti. Un ringraziamento sentito ai City Angels sempre vicini alla nostra Comunità, e ad Andrea Alzati della Stramilano, che ha gestito perfettamente l’evento. Due i testimonial di Eccezione: Alberto Cova e Luigi Mastrangelo (Shaul Ladany, la cui presenza era inizialmente prevista non ha potuto partecipare per questioni di salute, ndr)”.

(foto: ©Mosaico)

Durante il percorso, in alcune tappe i giovani dell’Ugei hanno fatto delle letture e dei discorsi sulla memoria: in piazza Beccaria, sede della Polizia, è stata posta una pietra d’inciampo in memoria di Luigi Vacchini, poliziotto che fu deportato a Mathausen e assassinato a Ebensee. In piazza della Scala un ragazzo della scuola ebraica di Milano ha eseguito allo xilofono alcuni brani della tradizione ebraica.

All’Hotel Regina, in via Silvio Pellico, il presidente dell’Anpi Provinciale di Milano, Roberto Cenati, ha ricordato la storia di questo luogo, sede del comando della Gestapo durante l’occupazione nazista della città nonché luogo di prigionia e tortura per molti ebrei, oppositori politici e persone che parteciparono al grande sciopero generale del’44. “Qui operava Theodor Saevecke, che aveva anche ordinato la fucilazione dei 15 partigiani che furono fucilati in piazzale Loreto dalla legione autonoma Ettore Muti di repubblichini di Salò  – ha spiegato -. Questo luogo era meta die parenti degli arrestati che venivano a chiedere informazioni sui loro cari e che a loro volta rischiavano la vita. Qui c’era anche l’ufficio IVBIV, specializzato nella persecuzione antiebraica, guidato da Otto Koch, che l’8 novembre del 1943 aveva fatto un’irruzione nella sinagoga di via Guastalla., In quell’occasione di quell’irruzione uccise un ebreo bulgaro e arrestò 15 persone che furono portate qui all’Hotel Regina. Fra queste era presente Hazan Nissim, che assieme alla moglie e alle due figlie fu arrestato e deportato ad Auschwitz, dal quale non fece più ritorno. Il 6 marzo in loro onore verranno poste delle pietre d’inciampo”.

La targa davanti all’ex Albergo Regina, sede della Gestapo (foto: ©Mosaico)

Cenati ha poi ricordato come Milano per 65 anni abbia rimosso la memoria di questo luogo, in cui soltanto nel 2010, per iniziativa dell’Anpi provinciale di Milano, della comunità ebraica di Milano e dell’Aned, ha visto l’apposizione di una targa e di una corona di alloro che ne ricordano la tragica funzione di quegli anni. “Una volta conosciuta la storia, molte persone, che lavoravano negli uffici che a fine degli anni ’60 avevano preso il posto dell’albergo, non volevano più lavorarci, perché era stato un luogo di tortura”.

Infine, la corsa si è conclusa alla sinagoga di via Guastalla, con letture di brani di Primo Levi.

(foto: ©Mosaico)