A Milano, l’ospitalità a una famiglia ucraina grazie al sostegno della ORT

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di Nathan Greppi
Da quando è scoppiata la Guerra in Ucraina, come tutte le più importanti istituzioni milanesi anche la Comunità Ebraica di Milano si è mobilitata per aiutare coloro che sono dovuti fuggire nel nostro paese, pur procedendo con cautela per quanto riguarda l’ospitalità. Già dal 4 aprile, una ragazza della Comunità ha messo a disposizione un loft per ospitare le prime famiglie ucraine.

L’allestimento della residenza è stato possibile anche grazie al sostegno della ORT, organizzazione ebraica che sin dal 1880 si occupa di fornire agli ebrei in tutto il mondo corsi di formazione per inserirsi nel mondo del lavoro. Una delle prime rifugiate a Milano, quando viveva a Odessa, frequentava i loro corsi.

“Il loft può ospitare quattro famiglie, è molto spazioso. Alcuni di loro sono rientrati in Ucraina per un periodo non ancora definito, ma ne abbiamo sempre degli altri in arrivo tramite una stretta collaborazione con la ORT e Monsignor Pierfrancesco Fumagalli (presidente dell’Associazione Italia-Israele di Milano e viceprefetto dell’Accademia Ambrosiana), dai quali riceviamo sempre informazioni per poter accogliere più persone possibili,” ha spiegato a Mosaico il vicepresidente UCEI Milo Hasbani, che la mattina di giovedì 14 luglio ha fatto da guida ad una delegazione formata da due rappresentanti della ORT venuti da Londra.

Proprio l’organizzazione “è sempre attiva nelle emergenze per tutte le scuole che fanno parte della sua rete internazionale,” spiega Dany Maknouz, insegnante della Scuola Ebraica di Milano e affiliata alla ORT. “Oggi, è venuta a visitare questo appartamento che la Comunità e Hasbani hanno messo a disposizione per l’emergenza in Ucraina, e stanno cercando di capire come supportare questo tipo di assistenza.” Ad accoglierli tre rifugiati, due donne e un bambino, mentre sono stati guidati attraverso un giro del loft.