Incontro tra Piero Fassino e l’Ugei

Giovani

“La storia ci unisce”.

In occasione della decima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, svoltasi domenica 6 settembre in ben 59 città per promuovere una maggior conoscenza delle feste e delle tradizioni ebraiche, Piero Fassino ha incontrato e si è confrontato con i rappresentanti dell’Ugei, l’Unione dei Giovani ebrei Italiani. Accolto calorosamente dal presidente dell’associazione, Daniele Nahum, nella Sinagoga Centrale di via Guastalla a Milano, Fassino ha affrontato il tema delle minoranze, sempre più di rilievo nel nostro Paese.

“C’è un’incapacità politica di risolvere il problema dell’integrazione che contribuisce ad alimentare i sentimenti di paura in un momento di crisi mondiale che tende ad acuirli” ha affermato Daniele Nahum sottolineando la necessità di sviluppare una cultura che porti alla conoscenza del diverso. Conoscenza che deve passare, ad esempio, attraverso un’educazione che includa nelle materie scolastiche anche “storia delle religioni” e che incrementi l’informazione nelle minoranze etniche- soprattutto lo studio della lingua italiana – di modo che ognuno abbia piena coscienza dei propri diritti. Israele in questo caso può essere portato come esempio, essendo l’emblema del multiculturalismo dovuto all’immigrazione e dal quale è nato il suo sviluppo economico e culturale.

Anche Fassino ha sostenuto che si debba educare la società alla multiculturalità e ha riconosciuto in questa giornata dedicata alla cultura ebraica un segno di apertura da parte della comunità, che la società dev’essere in grado di cogliere e recepire.

Fondatore nel 1982 della “Sinistra per Israele”, Fassino dimostra in ogni occasione la sua vicinanza verso il mondo ebraico e verso la questione Israelo- palestinese: “La storia vede nascere sionismo e sinistra in modo coevo, spesso con gli stessi uomini a fondare e dirigere i due movimenti” ha ricordato l’Onorevole. “I primi allontanamenti si possono riscontrare nel ’67 con la Guerra dei sei giorni, che portò la prima frattura decisiva tra sinistra e Israele. Un distacco ancora più profondo si ebbe nel ’73 con la Guerra di Kippur, per poi riallacciare i rapporti nell’82 quando in Israele si creò un movimento contro la guerra in Libano”. Con il riavvicinamento su alcuni valori, i rapporti interrotti da ormai 15 anni si cominciarono a rinsaldare, sfociando infine nella creazione del progetto “Sinistra per Israele”, di cui Fassino è uno degli esponenti con Emanuele Fiano e Furio Colombo: “Questo progetto ha ancora molta strada da compiere davanti a sé”, ha affermato Fassino, “ma per ora noto meno ostilità nei confronti di Israele rispetto a prima e mi ritengo quindi soddisfatto del lavoro svolto, che sicuramente ha contribuito almeno in parte a raggiungere questo primo obiettivo”.



Per quanto riguarda i rapporti con l’Iran, Fassino ritiene assolutamente inaccettabili le provocazioni esposte da Ahmadinejad contro Israele e considera complicati i rapporti diplomatici da tenere in situazioni come queste: “Le linee da seguire possono essere due: l’isolamento totale e l’esclusione oppure una strategia di relazione”. Tra le due giudica che la seconda sia la più corretta, in quanto l’isolamento radica le posizioni estreme e risulta infine meno efficace. La relazione invece può essere di sostegno a quei gruppi isolati che sono contro la politica dominante, dando a loro la speranza di cambiamento attraverso le mediazioni politiche esterne.