la serata sul ghetto di Varsavia dell'Hashomer Hatzair

Dalla rivolta del Ghetto di Varsavia ad oggi

Giovani

di Joseph Jona Falco (Hashomer Hatzair Milano)
Lunedì 11 marzo, presso la casa della Memoria, si è tenuto l’evento sul tema delle diverse forme di resistenza del Ghetto di Varsavia, organizzato dall’Hashomer Hatzair con la collaborazione e il patrocinio della Comunità Ebraica di Milano, dell’Anpi e dell’Aned, che teniamo davvero molto a ringraziare.

La serata aveva lo scopo di ripercorrere tramite 15 letture la storia della Comunità Ebraica di Varsavia a partire dai primi anni del ‘900 per arrivare fino alla liquidazione del ghetto da parte dei soldati nazisti. Attraverso pagine di diari, fotografie, canzoni, documenti e narrazioni siamo riusciti a raccontare le varie forme di resistenza che caratterizzarono la città durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. Sono infatti poco note tutte le forme di resistenza che anticiparono quella armata e il nostro obiettivo era proprio quello di portarle alla luce.

Riteniamo che sia una nostra responsabilità, non solamente come giovani cittadini consapevoli dell’importanza della memoria, ma anche in quanto eredi degli shomrim (membri dell’Hashomer) che vissero le vicende da noi raccontate e che furono parte attiva in moltissime delle idee di resistenza sviluppate nel ghetto. Molti degli ebrei del ghetto si trovarono di fronte a durissime scelte ma la voglia di vivere non li abbandonò e proprio la consapevolezza del valore della vita li portò a non accettare passivamente ciò che stava accadendo. Andare avanti a pregare, a scrivere, a discutere, a sognare: queste sono tutte forme di resistenza a quel regime che voleva rendere milioni di uomini pezzi, bestie, vittime colpevoli d’esser venute al mondo.

Con una lunga preparazione fatta insieme al Professore Andrea Bienati abbiamo trovato e raccontato le storie di donne e uomini quali Tosia Altmann, Emanuel Ringemblum, janusz korczak, Adam Czerniakow, Marek Edelman, Rav Nissenboim, Mordechai Anielewicz, Itzhak Katznelson e molti altri.

La narrazione è stata accompagnata anche da canti del coro dei bambini dell’Hashomer e da proiezioni di fotografie dell’epoca e contemporanee. È stata senza dubbio un’occasione speciale per riscoprire insieme agli oltre 150 presenti la storia di persone e in particolare di giovani shomrim che 80 anni fa si trovarono a vivere un immenso dramma che decisero di affrontare da eroi.

Vorrei concludere riportando le parole che ho recitato proprio la sera dell’11 marzo, alla fine della cerimonia.

“Sono pronto a resistere con ogni mezzo, anche a costo della vita, in modo che ciò possa costituire una lezione nella storia ignominiosa di coloro che hanno la forza ma non la ragione.” diceva così Salvador Allende.

È proprio la ragione l’arma più potente contro ogni forma di restrizione, solo tramite una buona formazione educativa possiamo avere gli strumenti per comprendere le situazioni e per decidere come affrontarle.

Noi ragazzi dell’Hashomer ci ispiriamo molto alle persone di cui abbiamo sentito le parole oggi e ci siamo fatti carico di una grande responsabilità: portare avanti gli ideali di libertà e uguaglianza che li condussero nella loro lotta.

Per noi la resistenza infatti è rappresentata da ogni atto e ogni parola guidata da uno spirito critico e consapevole. Il nostro movimento punta a formare giovani coscienti e presenti attivamente nella società che li circonda e a fornire loro gli strumenti necessari per riuscire ad affermarsi senza timore. Come disse Hemingway “Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma ciò che farai in tutti i giorni che verranno dipende da quello che farai oggi.”

Studiamo la storia e lavoriamo sul presente in modo da avere un impatto sul futuro, con piccoli atti quotidiani poniamo le fondamenta per un mondo migliore

L’invito che facciamo a tutti voi è quello di non lasciare che a risolvere i problemi sia qualcun altro e di non aver paura di esporvi in prima linea per quello in cui credete.

Siate voi il cambiamento che volete veder avvenire nel mondo, perché se lo vorrete non sarà un sogno.

Chazak ve’emaz