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Un genocidio in eredità

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le opere di Raphael De Vittori Reizel. Raccontare l’inferno della Shoah non è mai stato semplice, nonostante le testimonianze dei sopravvissuti e il lavoro di ricerca degli storici, la realtà di questo incomprensibile evento è spaventosa e inspiegabile a tal punto che la parola non può essere sufficiente a descriverne l’atrocità.

Un’importante retrospettiva di Mark Rothko

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nasce nel 1903 a Dvinsk, una cittadina dell’Impero zarista. Il padre Jacob, farmacista e intellettuale, trasmette ai figli un’educazione più secolare e politica che religiosa ma, a seguito dei violenti pogrom sovietici, si riconverte all’ebraismo ortodosso ed introduce il figlio Marcus, di cinque anni, allo studio del Talmud.

Sebbene Dvinsk sembra non sia stata scenario diretto di esecuzioni di massa, la violenta repressione dei cosacchi verso la popolazione ebraica rimane fissa nella sua memoria di artista, ed alcuni critici interpretano le forme rettangolari, tipiche della sua pittura, come una rappresentazione delle buche in cui spesso venivano arsi gli ebrei assassinati.

Le opere grafiche di Marc Chagall in mostra a Inveruno

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L’esposizione, che costituisce un omaggio all’arte grafica e incisoria del grande maestro lituano, comprende le 107 acqueforti realizzate tra il 1924 e il 1927 per l’edizione Vollard de “Le anime morte” di Gogol, una serie di 14 acqueforti che illustrano il volume “I sette peccati capitali” pubblicato nel 1926 da Simon Kra, e il ciclo della Bibbia, concepito in seguito ad un viaggio in Erez Israel effettuato dall’artista alla ricerca delle proprie radici culturali e spirituali.

La terra promessa

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alla Ermanno Tedeschi Gallery di Roma. La galleria inaugura il nuovo spazio con la mostra La Terra Promessa, una collettiva che riunisce ventisette artisti, nazionali ed internazionali, in un multiculturalismo in cui coabitano diverse lingue, ideologie e religioni, congiunte in una medesima tematica. Il titolo scelto ha un significato biblico, ma indica anche il desiderio utopico di abitare un luogo ideale, patria di tutti.

Bereshit – Genesis

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L’immagine dell’albero raffigura la metafora della vita e della possibilità di scelta che essa offre, il simbolo della sopravvivenza e della sofferenza, l’incarnazione della “conoscenza del bene e dl male”. Ritratti dall’obiettivo di Rafael Y. Herman, gli alberi di Israele appaiono solitari, immersi nel silenzio del deserto e della notte, nel vuoto e nelle tenebre, sembrano talvolta impauriti e sofferenti, condannati alla solitudine al pari degli essere umani.

Personale di Yehuda Neiman alla Galleria Peccolo di Livorno

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da Peccolo Roberto Edizioni e Galleria di Livorno, è possibile visitare la personale di Yehuda Neiman “Opere Mec-art e foto 1963-2000”.

Yehuda Neiman nasce a Varsavia nel 1931, migra in Israele, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti di Tel Aviv, e nel 1954 si trasferisce a Parigi, incontrando Yves Klein, R. Hains e il critico Pierre Restany.

Negli anni ’60, Neiman diviene protagonista della Mec-Art,

Personale di Hedva Ser alla E. Tedeschi Gallery

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Hedva Ser nasce in Israele, a Petach Tikvah, e si avvicina all’arte inizialmente nel 1963, con l’apertura alla Dizengoff House della sezione dedicata ai giovani. In seguito, studia all’accademia La Grande Chaumiere di Parigi e all’Hornsey Art College di Londra, e per 20 anni sviluppa il proprio linguaggio artistico attraverso la scultura e la pittura.

Premio Oscar: fuoco amico

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ha mai vinto un Oscar, ma data la crescente popolarità e i riconoscimenti ottenuti in campo internazionale da questo cinema esiste ora la concreta possibilità che un film “ebraico” non solo partecipi ma anche che vinca il premio. Tuttavia, come nel caso del Nobel per la letteratura, dove due scrittori israeliani – Amos Oz e David Grossman – si sono danneggiati a vicenda per eccesso di meriti, così ora succede per la nomination all’Oscar (categoria miglior film straniero) dove due sono i film israeliani in concorrenza, o in guerra, fra loro.

Personale di Aya Admon Mayzels

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Fino al 28 ottobre, la sala mostre della Comunità Ebraica di Casale Monferrato, con la collaborazione di Ermanno Tedeschi Gallery e degli Amici del Museo di Tel Aviv, ospita la personale di Aya Admon Mayzels, artista contemporanea nata in Israele e purtroppo ancora poco conosciuta in Italia, ma nota sia negli ambienti artistici del proprio paese, sia nel mondo internazionale della grafica pubblicitaria, e in particolare nell’Europa dell’Est, dove ha allestite in passato numerose personali.