Cultura e Società

Un esperimento fallito di apartheid sovietico

Libri

il primo in Italia ad essere dedicato esclusivamente alla curiosa e singolare (anzi unica) esperienza della regione autonoma ebraica in URSS. Quindi colma una lacuna, anche se la prospettiva da cui muove l’autore è anch’essa, per molti versi, singolare.
È noto che nel marzo 1928 una risoluzione governativa sovietica stabilì un “Distretto nazionale” riservato all’insediamento ebraico in una regione dell’estremo oriente siberiano, alla confluenza di due fiumi: il Bira (un affluente del grande Amur) e il Bidzhan. Questa scelta avvenne dopo che un apposito comitato aveva esaminato la possibilità di creare un insediamento ebraico nel Caucaso.

Antisemitismo e assimilazione: una via d’uscita

Opinioni


di Ilan Halimi compiuto da estremisti islamici ha portato alla ribalta la comunità ebraica europea. Nonostante la chiara matrice antisemita dell’omicidio, la reazione da parte delle istituzioni ebraiche è avvenuta con estremo ritardo e si sono dovuti attendere diversi giorni prima che una risposta organizzata prendesse corpo con le manifestazioni

Camminando sull’acqua

Spettacolo

è un agente speciale del Mossad, è uno molto cattivo e apre il film con la spietata uccisione di un esponente di Hamas davanti agli occhi di suo figlio. In seguito a un trauma, il suicidio della moglie, gli vengono affidati incarichi meno impegnativi come, appunto, la ricerca di un criminale di guerra nazista scampato alla giustizia. Eyal si ritrova quindi a seguire i due nipoti del nazista, Pia e Axel.
La sceneggiatura scritta da Gal Uchovsky, personaggio di spicco e molto influente in Isreale, è la punta di diamante di questo film che ha il raro dono di non appesantirsi mai nonostante il soggetto metta in gioco moltissimi punti caldi della storia contemporanea, della società, del vivere politico delle donne e degli uomini.

Pro Judaeis

Libri

all’inizio della sua introduzione, negli ultimi anni la considerazione storiografica di cui hanno beneficiato gli ebrei italiani “va a colmare, almeno in parte, le lacune di quella che soltanto una dozzina di anni fa appariva come una storia ancora da scrivere” (l’espressione è di David Bidussa). È un dato di fatto, uno dei modi in cui si è espressa la maggior attenzione al mondo ebraico nel corso almeno dell’ultimo decennio.
Tuttavia trovare un libro di ben 223 pagine che parli del filogiudaismo cattolico in un periodo in cui il cattolicesimo raggiunse, anche in Italia, punte elevatissime di antiebraismo, con il ritorno delle accuse e dei processi per omicidio rituale e una virulenza impressionante negli attacchi da parte della stampa e delle autorità cattolico-romane, è qualcosa che incuriosisce davvero. Che esista qualche nuova scoperta storica, qualche ritrovamento d’archivio, qualcosa insomma che possa modificare l’opinione corrente di un periodo in cui l’antiebraismo di matrice religiosa raggiunse punte probabilmente mai viste prima in Italia ?

THE PRODUCERS

Spettacolo

musicali del dopoguerra, allegrissima e piacevole, e riprende la tradizione musicale americana non senza venature yiddish, irriverente e senza inibizioni politically correct.

La storia, ambientata nella Broadway degli anni quaranta, è quella di due scalcinati produttori di musical che scoprono che per fare un mucchio di soldi è meglio un fiasco che un successo. E per essere sicuri di riuscire nello scopo, mettono in scena la peggior commedia possibile.

Le metamorfosi di Israele

Libri

è ben conosciuto dal pubblico italiano, sia ebraico che no, sia per la sua attività di diplomatico che per quella di scrittore di libri dallo stile sempre piacevole e accattivante. Chi ne legge gli articoli su quotidiani e riviste, anche nel caso in cui non condivida fino in fondo le tesi sostenute, non può non notare la lucidità con cui egli affronta i problemi della situazione di Israele e del Medio Oriente oggi e la capacità di porsi da punti di vista nuovi, mai banali o scontati. Tutte queste caratteristiche si ritrovano in questo libro estremamente aggiornato sulla situazione politica attuale di Israele; le ultime pagine giungono sino alla malattia di Ariel Sharon ed alla vittoria elettorale di Hamas.

Incontro con la Psicosintesi

Spettacolo

Ci vuole tempo per entrare nel tema proposto. Tempo ed anche coraggio soprattutto per chi ha vissuto queste parole, “distacchi, perdite, sensi di colpa”, come un vero macigno, un ostacolo insormontabile, un’emozione troppo dolorosa appena affiorata e subito soffocata. Ma siamo tutti un po’ così, siamo un po’… come le lucertole: se una parte è minacciata la tagliamo via. Distaccandoci da noi stessi e dagli altri.
Distacchi, perdite, sensi di colpa… quale esistenza non vive piccole e grandi perdite, piccoli e grandi distacchi? Da persone amate

Lo stato delle cose, il crocifisso nei luoghi pubblici e noi.

Opinioni


sono contrassegnati da fatti drammatici. Quanto di peggio ci attende rischia invece di crescere nell’indifferenza, nella nostra incapacità di mettere a fuoco i problemi reali e di reagire di conseguenza.
Se noi, in quanto ebrei italiani, dormiamo, o talvolta ci perdiamo in ridicole dispute da cortile, il mondo circostante, come dimostrano molte recenti vicende, resta invece sveglio. E va per la sua strada.
Vorrei ospitare, nel primo spazio che questa testata sottopone all’attenzione del lettore, l’intervento che segue.
Firmato da un giurista illustre come Giulio Disegni e dedicato al delicatissimo problema dell’esposizione dei simboli religiosi nei luoghi pubblici

La storia dell’amore

Libri

per sopravvivere; vive alla giornata, emarginato in una città enorme come New York, legge i libri del figlio, che è un famoso scrittore (ma che non sa della sua esistenza), e ogni sera batte alcuni colpi sui tubi della caldaia di casa, per fare sapere al suo vicino che è ancora vivo.
Ma la sua vita non è sempre stata così. Quando era giovane, ebreo nella Polonia degli anni Trenta in cui era nato, Leo Gursky si era follemente innamorato di Alma e aveva scritto un libro in yiddish, La storia dell’amore, racconto di quel suo impossibile sentimento.

L’odio in rete

Libri

in tutto il mondo, usano Internet. La maggioranza ne fa un uso positivo, altri, gruppi o persone protetti dalla libertà d’espressione garantita dalla legge, lo utilizzano invece per spandere odio e violenza in assoluta libertà soprattutto contro gli ebrei e i neri. La ricerca del sociologo della comunicazione Antonio Roversi parte dal desiderio di informarsi su quanto hanno da dire coloro che, per varie ragioni, ne fanno un uso negativo, ma non si esaurisce nell’arricchimento delle informazioni: serve infatti a riflettere sul fatto che dietro a questi siti non ci sono solo gruppi marginali, ma gruppi di militanti, movimenti reali che fanno dell’odio verso gli “altri”, dello scontro, del rifiuto del dialogo e della guerra la loro ragione d’essere.