Cultura e Società

I GIUSTI. Gli eroi sconosciuti dell’Olocausto

Libri

britannici del XX secolo più noti. Come per molti altri storici anglosassoni la rigorosa documentazione e le ricerche approfondite si accompagnano nelle sue opere ad una capacità narrativa e ad uno stile espositivo di grande leggibilità, senza quell’aridità erudita che spinge il lettore non accademico o specialista chiudere il libro dopo poche pagine. In quest’opera, uscita in edizione originale nel 2002, Gilbert espone i risultati di un suo lavoro di ricerca negli archivi di Yad Vashem, nel dipartimento di Giusti, diretto per più di vent’anni da Mordechai Paldiel, cui il libro è dedicato in segno di gratitudine.

Una Dedica per Amos Oz

Eventi


Dieci appuntamenti tra letteratura, teatro, cinema, fotografica e musica con ospiti prestigiosi: da Inge Feltrinelli a Bruno Segre, da Giuseppe Cederna

Fiera del libro

Spettacolo

“La letteratura italiana come ponte tra la Fiera del Cairo e quella di Gerusalemme”. E’ il primo punto che Simonetta Della Seta, direttrice dell’Istituto di cultura in Israele ha sottolineato nel raccontare la partecipazione italiana alla 23/a Fiera internazionale del libro di Gerusalemme.
“Un momento politico importante – aggiunge illustrando il programma avviato in stretta collaborazione con l’ambasciata italiana a Tel Aviv – e lo facciamo anche perché la nostra è una cultura di dialogo e attraverso la nostra letteratura riusciamo a far passare certi messaggi ed avvicinare certi mondi”.
Per l’appuntamento clou nel Padiglione italiano dove – dice Della Seta – “abbiamo invitato editori, scrittori e poeti arabo-israeliani che hanno partecipato, in quanto individui alla Fiera di Cairo, visto che Israele non è accettata. Tramite noi possono raccontare al pubblico israeliano cosa significano le due Fiere e a Gerusalemme offrire quindi più di una voce della Fiera di Cairo”.

Ci hanno provato

Opinioni


Chi crede ancora che gli ebrei abbiano senso degli affari, si illude. L’ultima che mi è capitata mi sembra dimostri proprio il contrario. Un mio caro amico, all’indomani dell’ingloriosa ritirata editoriale del libro Pasque di sangue, il vergognoso saggio che cercava di attestare qualche verità storica alle accuse che giustificarono secoli di pogrom, ha avuto la seguente pensata. Se l’autore, si è detto, ammette che il libro così com’è non può restare in commercio, se l’editore lo ritira dalla circolazione e rinuncia a ristamparlo, allora vuol dire che il prodotto è difettoso. Se è difettoso, ha aggiunto, allora secondo la normativa europea in vigore, deve essere sostituito o rimborsato. Sarebbe meglio, ha concluso, inviarlo assieme allo scontrino all’editore Il Mulino, che mi restituiscano almeno i 25 euro del prezzo di copertina. Per fortuna sono riuscito a farlo desistere.

Filosofia ebraica? Parliamone

Libri

Ha senso in generale parlare di “filosofia ebraica”? Naturalmente sì, se ci riferiamo a una tradizione che si è definita chiaramente in questo modo e va indietro fino a Filone d’Alessandria, e passando per Maimonide, Spinoza e Mendelsohn arriva ai grandi nomi del Novecento, da Cohen a Rosenzweig a Lévinas: una filosofia non solo fatta da ebrei, ma che si vuole ebraica nei contenuti e nello scopo.
Nondimeno esiste una certa difficoltà nel parlare di “filosofia ebraica”, e forse vale la pena di discutere di questo problema. Esso va posto in due direzioni: può esistere una filosofia che sia ebraica invece che – diciamo – protestante o cattolica, italiana o americana? Ed esiste un pensiero davvero ebraico che possa dirsi filosofico?

Fantasy in ebraico

Libri

La letteratura fantasy sbarca in Israele. E rischia di oscurare la fama di Harry Potter. Un ragazzino del Negev, coinvolto
suo malgrado in un conflitto iniziato tremila anni fa fra Sodoma
e Gomorra, vittima di un re babilonese menzionato dalla Bibbia e
da antichissimi testi cuneiformi, è l’eroe di un nuovo romanzo
israeliano che sta destando attenzione non solo nel pubblico ma
anche in ambienti accademici perché rappresenta uno dei primi
tentativi di scrivere letteratura fantasy in lingua ebraica.
Stampato in economia dalla piccola casa editrice Ahuzat
Bayit di Tel Aviv, il libro è uscito a settembre e ha venduto
diverse migliaia di copie. Ha ricevuto critiche positive ed è
stato oggetto di un dibattito in una Bibilioteca di Tel Aviv.

Solo menzogne

Opinioni


Finisce ingloriosamente in frantumi l’operazione legata al libro Pasque di sangue. L’autore, sommerso dalle critiche e smentito da tutti gli studiosi competenti, che hanno distrutto la credibilità dell’opera, ha deciso di fermare la distribuzione della sua ricerca e si ripromette ora di lavorare per apportare importanti correzioni al volume.
I proventi, ha annunciato, saranno in ogni caso devoluti all’organizzazione antirazzista Antidefamation League. La risoluzione è pervenuta dopo una dura smentita del suo operato da pare dell’università Bar Ilan, dove lo storico Ariel Toaff insegna.
Il presidente dell’ateneo israeliano, Moshe Kaveh, che ha avuto un lungo colloquio con l’autore del libro – in una sua nota ha espresso “collera e grande dispiacere” nei confronti dello storico “per la sua mancanza di sensibilità nel pubblicare il suo libro sulle istigazioni di sangue in Italia”. “Il professor Toaff – ha aggiunto l’Università – avrebbe dovuto dimostrare maggior sensibilità e prudenza nel gestire il libro e la sua pubblicazione, in modo da prevenire le recensioni e le interpretazioni distorte e offensive”. Ed ha invitato il professore – che tra pochi anni dovrebbe andare in pensione – “vista la entità del danno provocato al popolo ebraico”, ad assumersi “le responsabilità personali del caso e ad adoperarsi per riparare i danni provocati”.