Linsegnamento della Shoah nelleducazione alla cittadinanza
Cultura e Società
Anime vagabonde in cerca di un sorriso
“Solo per uno scherzo del destino questo libro lo scrivo in italiano: la verità è che sarei potuto nascere in almeno tre altri diversi paesi. Così parla Gad Lerner, giornalista, scrittore, 55 anni, alludendo a tutte le altre vite possibili che, alla stregua di molti ebrei, avrebbe potuto vivere se solo la casualità avesse dipanato il filo della Storia in modo diverso. Altri luoghi, altri destini. Dalle pendici dei Carpazi ad Aleppo, da Boryslaw-Leopoli in Galizia, – città queste mutilate per sempre della loro rigogliosa civiltà ebraica-, fino alla luminosa Beirut di ieri e di oggi, Beirut col suo splendore agonizzante, città fin troppo favoleggiata ma incapace di redimersi da catene di lutti e lotte intestine. E infine Tel Aviv, Varsavia, la Milano degli anni 50. Quelle che Lerner racconta nel suo nuovo libro sono storie di ebrei in sospeso tra cosmopolitismo e miseria provinciale, anime in viaggio lungo i sentieri tortuosi dEuropa e Oriente, tra memorie malvagie o compassionevoli, quasi sempre struggenti.
Comunità / I nuovi poveri
Ma chi ha detto che gli ebrei sono tutti ricchi? Si moltiplicano le situazioni di disagio, anche molto gravi. Il dato nuovo? Le famiglie con bambini colpite dai licenziamenti di almeno uno dei due coniugi. E la soglia della povertà che si abbassa. Le storie di gente che in Comunità vive sotto la soglia della povertà, potrebbero essere ancora molte. Ed è spesso più dura soprattutto per chi proviene da uno stile di vita fatto di consumi medio-alti e di un certo benessere. C’è chi oggi non arriva alla terza settimana del mese. C’è chi è allo sfratto esecutivo per insolvenza, c’è chi si ritrova davanti lo spettro di una vita da homeless, non saper dove andare, non avere parenti a cui chiedere aiuto e la vergogna di non essere più in grado di procacciarsi la parnassà, il proprio sostentamento. Ma chi è che dice che gli ebrei sono tutti ricchi? E qual è l’identikit di questa fascia di nuovi poveri?
Fratello mio, dove sei?
Va in scena il primo testo teatrale israeliano che ha il coraggio di affrontare il tema dellIntifada. Un dramma potente e universale.
Lo sai cosa succede agli informatori? Sai che gli fanno alle spie? Sai di che morte muoiono? Sei mio fratello e voglio aiutarti, quindi piantiamola con le chiacchere e veniamo al dunque. Quandè stata lultima volta che ti sei visto con la polizia israeliana?. Sono le parole piene di violenza trattenuta che Naim rivolge al fratello primogenito Daud. La scena si svolge nella macelleria dove lavora il più giovane dei tre fratelli palestinesi, il giovane Halled
Vicini e Lontani
Ortona risponde all’intervento di Andrea Jarach seguito al dibattito sul rapporto tra Istituzioni e iscritti alla Comunità, che aveva la finalità di individuare il fenomeno e cercare di comprenderne le ragioni, attraverso gli interventi di oratori e del pubblico
Come un diamante
Dalla provincia alla scintillante Parigi, per amore di Sacha. È urgente e fiammeggiante. Una memoria che germina in narrazione di immagini potenti, magari senza la consequenzialità ordinata di un romanzo classico, ma con lintensità che solo le esperienze vissute in profondità possono avere. È una scoperta felice
Oriana come l’ho conosciuta
Lavventura umana e intellettuale di una grande giornalista. Storia della Fallaci privata. Una bella sorpresa per chi ama leggere senza essere angosciato, cercando di capire cosa ci sia dietro un personaggio controverso, lasciando da parte i pregiudizi.
Non smetteremo mai di danzare
Le storie mai raccontate dei martiri dIsraele, in un libro del giornalista Giulio Meotti.
Rievocare le vittime, raccontarle come se formassero una catena esistenziale indissolubile, per me era lunico modo per non lasciarle andare via. Leggere questi racconti è un atto di solitudine volontaria contro labbandono di cui furono vittime queste migliaia di giovani e vecchi, bambini e infanti, donne e uomini. Queste parole, scolpite nellintroduzione del suo nuovo libro, danno il segno di cosa abbia significato per Giulio Meotti scrivere il suo Non smetteremo di danzare: le storie mai raccontate dei martiri di Israele (edizioni Lindau)
Kaufmann, astratto ma non troppo
Classe 1963, artista e pittore celebre non solo negli angusti circuiti dellarte contemporanea, Kaufmann mi mostra gli ultimi, giganteschi lavori, tele dal maxi formato, dittici e trittici che sta ultimando per la sua prossima mostra milanese alla galleria 1000 Eventi (ha per titolo Cecità), aperta al pubblico fino al 7 novembre 2009 (Via Porro Lambertenghi 3/t; info@1000eventigallery.it).
Vicini e lontani?
organizzata per discutere della questione dell allontanamento dalle nostre Comunità di tanti iscritti. Il problema non è evidentemente risolvibile in una lettera al Bollettino ma vorrei solo sottolineare che le cause sono molteplici.