“Solidarietà con gli ebrei e Israele”: parla il filosofo Habermas

di Nathan Greppi
Jürgen Habermas, uno dei maggiori esponenti contemporanei del pensiero politico tedesco, ha recentemente espresso il suo appoggio alla risposta di Israele contro Hamas dopo i fatti del 7 ottobre, nonché alla comunità ebraica tedesca in seguito all’aumento degli episodi di antisemitismo in Germania.

Come riporta Algemeiner Habermas, che in seno alla Scuola di Francoforte ha affrontato importanti studi su temi quali la democrazia, le società capitaliste e lo Stato di diritto, ha rilasciato una dichiarazione riportata lunedì 13 novembre sul sito di Normative Orders, centro di ricerca sulla filosofia e le scienze sociali dell’Università Goethe di Francoforte.

“La situazione attuale, nata a causa del crudele attacco di Hamas e della risposta ad esso da parte di Israele, ha portato ad un afflusso di dichiarazioni morali e politiche e a manifestazioni”, ha affermato. “Riteniamo che, pur con tutte le posizioni divergenti espresse, ci siano dei principi che non dovrebbero essere messi in discussione. Essi riguardano l’intuibile solidarietà con Israele e gli ebrei in Germania”.

Il suo discorso ha ricevuto il plauso di altri importanti accademici tedeschi, quali Nicole Deitelhoff, Rainer Forst, e Klaus Guenther. Pur sostenendo che Israele debba attenersi al “principio di proporzionalità” nella sua risposta militare, nessuno di loro mette in dubbio che il massacro compiuto da Hamas sia avvenuto “con il dichiarato intento di cancellare la vita ebraica in generale”, aggiungendo che: “Nonostante le preoccupazioni per la sorte della popolazione palestinese, i parametri di giudizio inciampano tuttavia nel momento in cui si attribuiscono intenti genocidi alle azioni israeliane”.

Viene dichiarato che “l’operato d’Israele non può in nessun modo giustificare reazioni antisemite, soprattutto in Germania. È inaccettabile che gli ebrei in Germania vedano ancora una volta minacciate le proprie vite e debbano temere la violenza fisica per le strade”. Preservare sia la vita ebraica nel paese che l’esistenza d’Israele, afferma, “è fondamentale per la nostra vita politica”.