Zara difesa dai sostenitori di Israele dopo le minacce di boicottaggio per la scelta di una modella israeliana

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di Redazione
Il colosso spagnolo del fast fashion Zara ha ricevuto il pieno supporto dai sostenitori di Israele, dopo che è stato attaccato sui social con commenti di odio, dai toni molto accesi. Il motivo del boicottaggio? L’avere scelto fra i suoi testimonial una modella israeliana.

Non stiamo parlando di una modella qualsiasi, ma di Sun Mizrahi, ritenuta secondo l’edizione americana di Vogue tra le 11 modelle di maggiore spicco, per la stagione primavera-estate 2023.

Il post, sull’account Instagram di Zara che conta 61,1 milioni di follower, con le foto di Mizrahi è stato pubblicato sabato scorso. Poco dopo è stato sommerso di commenti come: “Boicottaggio del sionismo”, “Palestina libera”.

Il sito Algemeiner ha spiegato che gli utenti hanno accusato il gruppo d’abbigliamento di sostenere il genocidio. C’è chi ha scritto riferendosi alla talentosa modella: «Di sicuro ha ucciso dei bambini. Ogni singolo sionista deve arruolarsi nelle Forze di Difesa Israeliane (IDF) per un periodo di tempo, uomini e donne».

Gli attivisti filo israeliani in risposta all’emoji della bandiera palestinese hanno risposto con quella israeliana, scrivendo: «Sto con orgoglio della parte di Israele».

C’è chi si è complimentato con Zara per la scelta della modella israeliana, chi invece ha sottolineato che non si dovrebbe guardare alla nazionalità delle modelle. Un’altra persona ha scritto: «Lei è semplicemente un essere umano, una donna, non una nazionalità, un’etnia o una dichiarazione politica».

Sun originaria di Tel Aviv è figlia di Alon Mizrahi, un ex calciatore professionista. Prima di diventare modella ha studiato design di moda. Classe 1998, nata l’8 dicembre, nel corso della sua fulminante carriera ha lavorato con Fendi, Dior, Chanel, Hermes, Bottega Veneta, Jacquemus, Versace, Tom Ford, Michael Kors e Tommy Hilfiger.

Fonte foto: screenshot dall’account di Zara