Piazza Stergels a Stoccolma (foto: @MichaelSoncin

Svezia: medico licenziato perché aveva lamentato antisemitismo. Il Tribunale gli dà ragione

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di Michael Soncin
Siamo a Solna, a pochi chilometri da Stoccolma, nell’ospedale universitario del prestigiosissimo Istituto Karolinska. Proprio qui, un neurochirurgo ebreo è stato ingiustamente licenziato per essersi lamentato dell’antisemitismo che ha dovuto subire ripetutamente per anni sul luogo di lavoro. 

Per chi non lo conoscesse il Karolinska è uno dei più importanti centri universitari biomedici nel mondo, dove ogni anno un comitato dell’istituto svedese seleziona i futuri vincitori del Premio Nobel per la medicina. 

La vicenda verificatasi lo scorso anno, come ha riportato da poco il Jerusalem Post, ha visto l’ospedale protagonista di due sconfitte legali, dovute alla ritorsione d’impronta antisemita. In seguito alla sentenza emanata alla fine del mese di agosto, il tribunale svedese ha stabilito che non sussisteva alcuna ragione secondo la legge per giustificare il licenziamento del dottore, vittima di un antisemitismo profondamente radicato nei propri confronti.   

Sulla triste vicenda è intervenuto The Lawfare Project, una ONG con sede a New York che si occupa di tutelare legalmente gli ebrei di tutto il mondo per la salvaguardia dei diritti civili e umani. “La confessione del Karolinska di avere ingiustamente licenziato un medico ebreo che si lamentava dell’antisemitismo che aveva più volte subito è sbalorditiva”, ha affermato Gerard Filitti, consulente dell’organizzazione americana.

Secondo quanto scritto dal Lawfare Project, il centro ospedaliero, in risposta all’antisemitismo lamentato, ha presentato una denuncia infondata contro il dipendente all’ispettorato della sanità svedese, sostenendo che la sua identità ebraica rappresentava un rischio per la sicurezza dei pazienti. Una “scioccante dimostrazione di odio verso gli ebrei, istituzionalizzato da parte del Karolinska”. 

“In apparenza – ha continuato il Lawfare Project -, il Karolinska pensa che essere ebreo comprometta la sicurezza del paziente. Ciò rispecchia direttamente l’ideologia razzista del periodo nazista che considerava gli ebrei dei ‘parassiti’ degni solo di essere sradicati. Segnalare l’identità ebraica come “informazioni rilevanti” per la sicurezza dei pazienti non è solo moralmente spregevole, ma sembra anche essere illegale secondo la legge svedese”.

Non solo non è stato tutelato e difeso, ma umiliato per avere legittimamente dichiarato un abuso, una discriminazione razziale di triste memoria. Secondo uno studio presentato dall’EJA (European Jewish Association), che analizza il paese europeo in cui gli ebrei vivono meglio, la Svezia si trova al VII posto della classifica. Se tanto è stato fatto nell’ultimo periodo, tanto altro c’è ancora da fare. Fra i vari tipi di antisemitismo, quello ‘inconsapevole’, che aleggia nelle menti in cui vige l’incoscienza, è forse il più difficile da debellare e preventivamente da circoscrivere. 

 

(Foto: piazza Stergels Torg a Stoccolma. Crediti foto @MichaelSoncin)