L’Italia è il Paese in cui gli ebrei vivono meglio: lo rivela uno studio presentato alla conferenza annuale dell’EJA

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di Redazione
L’Italia è il Paese europeo in cui gli ebrei si sentono più al sicuro, mentre la Francia (in cui c’è la comunità ebraica più grande d’Europa) è quello in cui il senso di sicurezza degli ebrei è il più instabile. Il Belgio è quello che intraprende meno azioni sulla vita ebraica nel paese, mentre quelli in cui gli ebrei in Europa si sentono più sicuri sono la Danimarca e l’Ungheria, con l’Ungheria anche al primo posto con il numero più basso di ebrei che subiscono attacchi antisemiti, seguita dall’Italia. Sono alcune delle principali evidenze emerse da uno studio condotto negli ultimi due anni che esamina le prestazioni dei governi europei, presentato alla conferenza annuale dei leader delle comunità ebraiche organizzata dalla European Jewish Association (EJA) a Budapest il 20 e il 21 giugno.

Lo studio, Intitolato “Europa ed ebrei, un indice nazionale di rispetto e tolleranza verso gli ebrei”, condotto sotto la direzione scientifica del Dr. Daniel Staetsky, capo dell’Unità demografica degli ebrei europei presso l’Institute for Jewish Policy Research di Londra, è stato formulato dopo aver consultato i leader e le organizzazioni della comunità ebraica in vari paesi europei.

“L’obiettivo di questo rapporto è prendere gli eccellenti dati che già abbiamo su come si sentono gli ebrei, su quanto sia diffuso l’antisemitismo e combinarli con misure misurabili della politica del governo”, ha detto Staetsky durante la conferenza, affermando che i risultati potrebbero sfidare i preconcetti su quali paesi dell’UE siano più ospitali per gli ebrei. Ad esempio, la Germania ha ottenuto un punteggio elevato quando si trattava di politiche governative relative agli ebrei. Ma gli ebrei segnalano un debole senso di sicurezza, che porta a un punteggio complessivo mediocre.

lo studio fornisce a Belgio, Polonia e Francia i punteggi più bassi rispettivamente con 60, 66 e 68 punti su 100. I tre paesi in testa hanno 79, 76 e 75 punti, seguiti da Gran Bretagna e Austria (75), Paesi Bassi, Svezia, Germania e Spagna (74, 73, 72, 70).

Al centro delle indagini, le attività pratiche come la lotta contro l’antisemitismo, la sicurezza della comunità ebraica, la libertà di religione che coltiva la cultura ebraica e persino il modo in cui lo stato vota su Israele alle Nazioni Unite.

Lo studio valuta anche i dati sulle prestazioni del governo basati su sondaggi precedenti che hanno analizzato i sentimenti di sicurezza vissuti dagli ebrei europei, nonché la percentuale di ebrei che hanno subito incidenti antisemiti di persona e la percentuale del pubblico che ha opinioni negative contro ebrei e Israele.

“Questo risultato non è una sorpresa: le ultime ricerche sulla vita ebraica in Europa – in primis quelle del 2018 sull’antisemitismo in Europa dell’European Union Agency for Fundamental Rights (FRA) , quella del JDC del 2022 fra i leader comunitari europei  e lo studio di Sergio Della Pergola e Statesky dell’ottobre 2021 evidenziano come in Italia gli episodi di antisemitismo siano meno frequenti, soprattutto quello fisico – commenta a Mosaico Betti Guetta, direttrice dell‘Osservatorio Antisemitismo del CDEC -. Rimane però nel nostro Paese il problema dell’odio antiebraico su internet e i social, che non va assolutamente sottovalutato”.

La qualità di vita per gli ebrei nei diversi Paesi

Dopo aver ponderato le indagini svolte negli ultimi anni sull’andamento dei governi europei, di seguito viene riportata una classifica della qualità della vita ebraica nei paesi europei.

  1. Italia
  2. Ungheria
  3. Danimarca
  4. Regno Unito
  5. Austria
  6. Paesi Bassi
  7. Svezia
  8. Germania
  9. Spagna
  10. Francia
  11. Polonia
  12. Belgio

I governi che fanno di più per le comunità ebraiche

Quella che segue è una classifica delle prestazioni dei governi europei a beneficio delle comunità ebraiche nei vari paesi:

  1. Germania
  2. Austria
  3. Francia
  4. Paesi Bassi
  5. Italia
  6. Svezia
  7. Ungheria
  8. Regno Unito
  9. Polonia
  10. Danimarca
  11. Spagna
  12. Belgio
Rav Menachem Margolin, chairman EJA

 

Il rabbino Menachem Margolin, chairman dell’EJA, ha sottolineato che ”lo scopo dello studio non è attaccare questo o quel governo e certamente non mettere in imbarazzo o fare campagna contro questo o quel governo ma creare un’infrastruttura scientifica comparata sulla qualità della vita ebraica in vari paesi europei e consentire leader della comunità e capi di governo per sapere quali passi pratici sono necessari per superare insieme le sfide.”

Joel Mergui, presidente del Concistoro di Parigi, città dove vive la più grande comunità ebraica d’Europa, ha parlato dei risultati dell’indagine e ha osservato: “Questa indagine corrisponde a quanto accaduto ieri in Francia con le elezioni che hanno visto l’ascesa del populismo sia dall’estrema sinistra che dall’estrema destra. Nonostante le misure positive adottate dal governo, gli ebrei francesi non si sentono al sicuro. Dobbiamo combattere l’antisemitismo e l’antizionismo non solo a livello di governo ma più a livello di popolazione. Dobbiamo nominare un coordinatore nazionale specifico sull’antisemitismo e non solo sul razzismo e la xenofobia”, ha affermato.

(Nella foto la sinagoga di Roma)