Bandiera della Spagna

Spagna, respinta cittadinanza a discendenti di ebrei cacciati nel 1492

Mondo

di Ilaria Ester Ramazzotti
A sei anni dall’approvazione della ‘legge del ritorno’, che dà la cittadinanza spagnola ai discendenti degli ebrei sefarditi scacciati nel 1492, numerosi richiedenti si sono visti rifiutare la domanda dalla Spagna. I dati pubblicati di recente dal ministero della Giustizia spagnolo rivelano che solo nell’ultimo trimestre sono state respinte 2.276 richieste. Un numero considerevole rispetto agli anni precedenti, che marca una inversione di tendenza. Sembra che il timore di possibili frodi abbia alimentato un’interpretazione della legge in senso più restrittivo, a partire dallo scorso ottobre. Un recente articolo del quotidiano El Pais riporta che un rapporto della polizia del 2018 avrebbe avvertito il governo dell’esistenza di un’organizzazione criminale dietro le presunte frodi.

Secondo le stime pubblicate la scorsa settimana dalla Jewish Telegraphic Agency, delle 150 mila persone che hanno fatto domanda dal 2015 fino ad oggi, solo 33.485 hanno ottenuto la cittadinanza spagnola. Di queste, solo 6 mila nell’ultimo trimestre. Fra i più penalizzati si contano i richiedenti che risiedono in Venezuela, Colombia e Messico. Sempre dal mese di ottobre, alcuni funzionari governativi avrebbero altresì respinto delle domande già accolte da altri uffici in fase preliminare, senza più la possibilità di accogliere dell’eventuale documentazione integrativa o di apportare modifiche. E alcuni standard burocratici più rigidi verrebbero applicati in modo retroattivo. Per contro, il ministero della Giustizia spagnolo nega qualsiasi cambiamento nell’interpretazione pratica della legge del ritorno, rendendo invece noto di indagare su sospette frodi perpetrate da alcuni richiedenti.

Per avere diritto a un passaporto spagnolo, bisogna provare di discendere da ebrei sefarditi attraverso documentazioni, certificati di proprietà e alberi genealogici, oltre a dimostrare di nutrire un legame speciale con la Spagna e di conoscere lo spagnolo. Il ministero della Giustizia aveva in passato accolto molte domande presentate con in allegato documenti rilasciati da organizzazioni come l’Union Sefaradi Mundial e la Federazione Ebraica del New Mexico, ma oggi accetterebbe solo i certificati della Federazione delle comunità ebraiche della Spagna. “I motivi del rifiuto possono essere vari e diversi in ciascun caso – ha comunicato proprio la Federazione delle comunità ebraiche della Spagna -. Non esiste una tipologia comune per non accettare dei documenti. Quello che possiamo assicurare è che, dopo sei anni di collaborazione con il ministero della Giustizia, il lavoro svolto è stato sempre rigoroso e professionale”.

“È noto che in precedenza il governo ha approvato molte domande con gli stessi certificati e documenti che adesso vengono rifiutati”, ha detto sempre alla Jewish Telegraphic Acency David Arevalillo de la Torre, un avvocato di Madrid che sta seguendo centinaia di casi di rigetto. Dopo aver ricevuto la lettera di rifiuto, i richiedenti hanno un mese di tempo per presentare ricorso; il governo spagnolo ha poi a sua volta fino a novanta giorni per dare una risposta definitiva ufficiale, ma diversi avvocati riferiscono che gli appelli restano spesso senza risposta. Se il ricorso riceve invece risposta negativa, come ultima possibilità i richiedenti possono citare in giudizio il governo, seguendo una procedura che comporta spese legali aggiuntive. “Solo dopo un ricorso amministrativo, il ricorrente può adire la Corte Suprema”, ha spiegato Arevalillo de la Torre. 

Se i numeri del rifiuto non caleranno, si prevede che decine di migliaia di domande di cittadinanza verranno respinte nel prossimo trimestre. Nel frattempo, la stessa legge del ritorno prevede la chiusura della sua finestra temporale di applicazione e per riaprirla servirà l’approvazione del parlamento. In merito all’intera vicenda, secondo quanto riportato dal quotidiano El Mundo, alcuni parlamentari hanno chiesto spiegazioni al governo.

Una legge del ritorno simile a quella spagnola è stata approvata anche dal Portogallo, sempre nel 2015. I dati dello scorso anno mostrano che 23 mila persone hanno così ottenuto il passaporto. In confronto alla Spagna, la legge portoghese è più restrittiva perché richiede di dimostrare legami con una comunità ebraica specificamente portoghese, cosicché le comunità di Lisbona e Porto sono le uniche organizzazioni in grado di approvare le domande.