Ungheria, dopo 70 anni riapre la storica sinagoga Rumbach di Budapest

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di Paolo Castellano

Dopo 70 anni dalla sua distruzione da parte dei nazisti, riapre la storica sinagoga Rumbach di Budapest. La cerimonia di apertura si è svolta lo scorso 10 giugno e ha coinvolto i rappresentanti delle comunità ebraiche d’Ungheria e il presidente del Congresso Ebraico Mondiale (WJC) Ronald S. Lauder.

Prima di essere abbattuto dalla Germania nazista, l’edificio religioso era stato costruito nel 1872 e si trovava nell’allora ghetto ebraico della capitale ungherese. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale la sinagoga Rumbach non venne mai ricostruita e restaurata.

Come riporta il Jerusalem Post, negli ultimi anni il governo ungherese presieduto da Viktor Orban ha deciso di investire circa 8.5 milioni di euro per il restauro e la ristrutturazione della sinagoga di Budapest.

Dal mese di giugno l’edificio religioso è operativo e sarà utilizzato da tutte le correnti dell’ebraismo locale e anche per l’istruzione pubblica, indipendentemente dalle funzioni religiose. Inoltre, nella sinagoga è stata creata la nuova sede dell’ufficio ungherese del WJC.

Come è stato ricordato durante la cerimonia di inaugurazione, più della metà degli ebrei ungheresi – quasi 450mila persone – venne uccisa durante la Shoah. Per questo motivo, la sinagoga è stata ricostruita per rinnovare la speranza e rivitalizzare la comunità ebraica in Ungheria.

Nel suo discorso, Lauder ha sottolineato l’importanza di mantenere il ricordo di tutti gli ebrei che hanno perso la vita durante la Shoah, soprattutto di coloro che prima della distruzione nazista avevano frequentato la sinagoga per pregare e praticare i diversi riti religiosi.

«Senza questa sinagoga non sarei qui», ha dichiarato Lauder. «I miei nonni si sono trasferiti a Budapest per sposarsi e hanno celebrato il loro matrimonio nello stesso luogo che stiamo attualmente inaugurando. Alla fine si sono trasferiti a Vienna, e poi a New York per colpa dell’antisemitismo che era cresciuto in tutta l’Ungheria. Se non avessero preso quella decisione, non sarei qui oggi, e nemmeno tra di voi a commemorare questo passo avanti molto positivo per la comunità ebraica ungherese».

(foto: Budapest Zeitung)