L’Onu espelle l’Iran dalla commissione sulle donne. Italia e Israele votano a favore

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di Redazione
L’Italia con gli altri Stati Membri della UE ha votato favorevolmente sull’espulsione dell’Iran dalla Commissione ONU sullo Status delle Donne (CSW), in risposta alla repressione contro le proteste pacifiche per chiedere al regime di Teheran libertà da violenza e discriminazioni. Favorevoli anche Stati Uniti, Israele, Canada e Giappone, mentre Cina e Russia hanno votato contro e l’India si è astenuta. 

La Commission on the Status of Women (Csw) è un organo con 45 membri affiliato allo United Nations Economic and Social Council (Ecosoc), che ha lo scopo di promuovere la parità tra i generi e l’emancipazione delle donne. La proposta, adottata con 29 voti a favore, otto contro e 16 astenuti, era stata presentata al Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC) dagli Stati Uniti.

Come riporta l‘Huffington Post, il voto dell’Italia contro Teheran era stato annunciato dal ministro degli esteri Antonio Tajani. “Convocherò l’ambasciatore iraniano, appena avra presentato le credenziali al Capo dello Stato, per manifestargli la preoccupazione e l’indignazione del governo italiano chiedendo una risposta credibile nella tutela dei diritti umani” ha detto il ministro degli Esteri nel corso del question time alla Camera, definendo “assolutamente inaccettabile” quanto sta accadendo in Iran. “L’orrore delle esecuzioni capitali di semplici manifestanti segna un punto di non ritorno” ha ribadito il titolare della Farnesina, sottolineando la condanna delle “violazioni dei diritti e delle libertà fondamentali” in atto contro un popolo “a cui l’Italia è fondamentalmente legata”.

L’inviato israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, si è espresso contro le attività terroristiche dell’Iran in Medio Oriente e ha sollecitato la fine dei colloqui sul nucleare. “La natura distruttiva di questo regime non può essere cambiata”, ha detto. “È un regime a cui non importa della sua gente, si preoccupa solo della propria sopravvivenza”. Esprime il suo sostegno ai manifestanti iraniani per i diritti, utilizzando il motto dei manifestanti, “Donne, vita, libertà”, in farsi. “Noi israeliani salutiamo il loro coraggio e ci consideriamo veri alleati del popolo iraniano”, ha detto.

Nella spiegazione del voto l’Unione Europea ne ha sottolineato l’ “eccezionalità”, giustificata “dalla gravità della situazione dei diritti umani in Iran”. Riaffermando il “pieno e incrollabile” sostegno alle aspirazioni di donne e ragazze iraniane per un futuro in cui i lori diritti umani siano rispettati, la UE ha citato il “diffuso e sproporzionato uso della forza da parte delle autorità iraniane contro i manifestanti pacifici, comprese le donne e le ragazze che stanno giocando un ruolo centrale nel movimento”.

Chiedendo che i responsabili della morte di Mahsa Jina Amini, l’Unione Europea ha condannato “nei termini più forti possibili” le esecuzioni dei 23enni Mohsen Shekari e Majidreza Rahnavard in relazione alle proteste. La UE ha ribadito la sua ferma opposizione alla pena di morte e chiesto alle autorità iraniane di smettere di applicare la pena capitale e di fermare ulteriori esecuzioni.)

“Voto storico”

La Casa Bianca, attraverso il suo consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, ha salutato “un voto storico (…) in risposta alla sistematica repressione di donne e ragazze da parte del regime iraniano”. Sullivan lo vede come “un segno del crescente consenso internazionale sull’Iran”.

“Gli Stati Uniti stanno lavorando con alleati e partner in tutto il mondo per ritenere l’Iran responsabile degli abusi contro il suo popolo, compresi manifestanti pacifici, donne e ragazze”, ha affermato.

Il consigliere del presidente Joe Biden ha colto l’occasione per denunciare in un comunicato la “violenza” del regime iraniano, dalla parte della Russia, “contro il popolo ucraino così come le sue azioni destabilizzanti in Medio Oriente” alludendo ai conflitti indiretti e alle rivalità da decenni tra la Repubblica islamica sciita, Israele e le potenze arabe sunnite del Golfo.

L’alleato di Washington, Londra, tramite il suo ministro degli Esteri James Cleverly, ha chiarito il punto su Twitter: “Un regime che sopprime brutalmente le donne e le ragazze iraniane non ha posto nella commissione” delle Nazioni Unite.

Da parte delle organizzazioni per i diritti umani, come l’American Human Rights Watch (Hrw), la risposta delle Nazioni Unite è però “molto lontana dal segno”.

Per Hrw, la comunità internazionale deve esercitare “pressioni urgenti e coordinate sull’Iran per porre fine alla sua campagna di violenza e per azioni penali credibili contro i diretti responsabili di queste spaventose violazioni dei diritti umani, nonché per porre fine alla grave discriminazione contro le donne”.

(Fonte foto: OnuItalia)