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Scontro tra Ben & Jerry’s e Unilever per vendere gelati in Israele

di Paolo Castellano

Continua lo scontro sul “boicottaggio dei gelati” promosso da Ben & Jerry’s. Un anno fa, l’azienda americana aveva affermato di voler porre fine alla distribuzione e vendita delle sue prelibatezze nei negozi di Giudea e Samaria, definite dalla società “territori palestinesi occupati”.

Tuttavia, il boicottaggio è stato ridimensionato da Unilever, la multinazionale che possiede il marchio di gelati, quando ha annunciato di aver venduto la filiale israeliana di Ben & Jerry’s alla società American Quality Products, che gestisce la licenza dei gelati americani in Israele. Infatti, American Quality ha dichiarato che continuerà a vendere i prodotti Ben & Jerry’s con nomi ebraici e arabi in tutto lo Stato d’Israele e anche nei territori contesi.

Come riporta CNBC, una decisione maldigerita dai vertici di Ben & Jerry, che il 5 luglio hanno citato in giudizio la casa madre Unilever per impedire la vendita dei loro prodotti nello Stato ebraico, vendendo la sua attività a un licenziatario locale.

Ben & Jerry’s ha depositato la causa presso il tribunale federale di New York, sostenendo che la decisione di Unilever sia stata presa senza l’approvazione del suo consiglio indipendente: quest’organo ha il compito di salvaguardare l’integrità e il buon nome del marchio commerciale.

La contesa nasce dal principio secondo cui Ben & Jerry’s ritiene che il suo marchio è sinonimo di “attivismo sociale”. Per di più, si sostiene che nell’accordo di acquisizione stipulato nel 2000 con Unilever, i precedenti proprietari avrebbero avuto “la responsabilità primaria di salvaguardare l’integrità del marchio Ben & Jerry’s attraverso un consiglio indipendente”.